Il numero di marzo di Domus 1055 si concentra sul ruolo della casa, unità di base dell'architettura. Nel suo editoriale il Guest Editor Tadao Ando la descrive così: “La casa è all’origine dell’architettura: un’espressione di umana immaginazione che oscilla tra l’astratto e il concreto. È un microcosmo che viene alla luce nella sfera privata, un “baluardo di difesa” in grado di rivendicare un habitat libero dai valori arbitrari e commerciali del capitalismo”.
Domus 1055 è in edicola: “La sfida della casa”
In questo numero: Caroline Corbetta analizza il territorio domestico, spazio nevralgico per la decostruzione degli stereotipi di genere; Kenneth Frampton confronta la residenza di Raymond a Karuizawa, e la Maison Errazuriz di Le Corbusier. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di marzo.
Testo Tadao Ando. Foto Hectic Pictures/Hans Werleman
Testo Christian Dehli, Andrea Grolimund. Foto Yoshiyuki Sakai © Kazuo Shinohara Estate
Testo Philip Jodidio. Foto Bharath Ramamrutham © Malik Architecture
Testo Juli Capella. Foto Gregori Civera
Testo Aires Mateus. Foto João Guimarães
Testo Mold Architects. Foto Panagiotis Voumbakis
Testo El Sindicato Arquitectura. Foto Andrés Villota
Testo Hideyuki Nakayama Architecture. Foto Mitsuo Okamoto
Testo Baracco+Wright Architects. Foto Rory Gardiner
Testo Caroline Corbetta. Foto © Christie’s Images / Bridgeman Images
Testo Marc Newson. Foto Jaroslav Kvíz
Testo Claesson Koivisto Rune, Yuji Takahashi
Testi Tatiana Bilbao, Thom Mayne, John Pawson, Dominique Perrault, Manuel Aires Mateus, Paul Smith, Jean Nouvel, Steven Holl, Virgil Abloh, Sou Fujimoto. Foto Sou Fujimoto
Testo Kenneth Frampton. Immagine Maison Errazuriz, Chile. © FLC / ADAGP
Testo Mount Fuji Architects Studio. Foto Kenichi Suzuki
Testo WOJR. Immagine WOJR, D-Render
Testo Andrea Caputo. Immagine Michele Tranquillini
Testo Tadao Ando. Foto Tadao Ando
Foto Mimmo Jodice, Casa Malaparte 1998 (dettaglio). Stampa su carta baritata al bromuro d’argento stampata da Mimmo Jodice nel 1998. © Mimmo Jodice, riproduzione vietata
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- La redazione di Domus
- 04 marzo 2021
Segue uno saggio di Christian Dehli e Andrea Grolimund, che descrivono la Prism House di Kazuo Shinohara, del 1974, uno spazio purista e minimale a cui si è ispirato Smiljan Radic per un suo recente progetto. Philip Jodidio, storico dell’arte americano, suddivide il tema delle abitazioni private in quattro categorie: ecologia, orizzonti, flessibilità, variazioni moderne.
Nella sezione Architettura vengono presentati sei progetti, che sfidano il contesto in tre modi diversi. Per Sfidare il tempo Juli Capella illustra La Fábrica di Ricardo Bofill, un luogo ricavato da un ex cementificio che dal 1973 continua a trasformarsi e ad adattarsi alla vita che contengono, proteggendola e stimolandola. Le costruzioni, invece, raccolte sotto la categoria Sfidare il sito sono la Casa a Melides I di Aires Mateus, che presenta il mattone come unico materiale costruttivo, la residenza NCaved di Mold Architects, e la Casa Parásito di El Sindicato Arquitectura, prototipo per un’unità abitativa collocato sul tetto di un edificio preesistente. Infine in Sfidare lo stile di vita viene descritta Curves and chords house di Hideyuki Nakayama Architecture e Garden House di Baracco+Wright Architects, abitazione sperimentale destinata a essere occupata saltuariamente.
Nelle pagine dedicate all’Arte, Caroline Corbetta delinea una lucida analisi del territorio domestico, da sempre uno spazio nevralgico nel processo di decostruzione degli stereotipi di genere. “Per secoli, le case sono state disegnate e costruite dagli uomini. Le donne le hanno abitate, passando tra le mura di quelle architetture, che si sono rivelate rifugi, ma anche prigioni” Nella sezione Design sono state illustrate due collezioni di Marc Newson, Cloisonné e Cast Glass series, nate come gioielli, per allargarsi poi alla scala del corpo umano, sfumando i confini tra scultura, design e arti decorative. La serie di mobili di legno Hand, risultato della collaborazione tra Claesson Koivisto Rune e l’artigiano giapponese Yuji Takahashi, acquista invece valore quando viene usata, proprio perché è stata realizzata interamente a mano.
La nuova sezione Creatori è stata istituita per illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo sul numero. Per questo numero abbiamo chiesto a progettisti come Tatiana Bilbao, Dominique Perrault, Thom Mayne, John Pawson, Virgil Abloh e altri di focalizzarsi sulla domanda “Che cosa è la casa?”.
Nella rubrica Attorno al progetto, Kenneth Frampton racconta il rapporto che lega la residenza di Raymond a Karuizawa, in Giappone, e la mai realizzata Maison Errazuriz di Le Corbusier, progettata per un sito sulle rive del Pacifico, in Cile. Mount Fuji Architects Studio raccontano la costruzione della Peninsula House a Kanto, in Giappone, imponente elemento scultoreo e funzionale. Per lo studio WOJR, infine, le dimensioni e il peso di due enormi sostegni di marmo hanno determinato la logistica e l’organizzazione del cantiere della House of Horns a Los Altos, in California.
Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, una tavola rotonda tra Marco Armellino, Paolo Cresci, Signe Kongebro e Davide Malberti che dialogano sui temi della sostenibilità ed economia circolare, risorse e sfide sempre più concrete per pianificatori, architetti e imprenditori del design. Carlos D’Ercole visita la casa di Tribeca di Albert Watson, con vista sul Woolworth e sull’Empire State Building, dove il fotografo abita dal 2009 e dove la sua passione per le stampe giapponesi di fine Ottocento si mescola a quella per il design. Valentina Petrucci ci parla di Giorgio Armani. Silvana Annicchiarico analizza il design espressionista di OrtaMiklos, tra performance e mix di culture. Il direttore editoriale Walter Mariotti conclude la sezione con la storia e i retroscena di Casa Malaparte, villa-icona del Novecento, copertina di questo numero, che rappresenta il culmine di una vita e la sintesi di un pensiero: quelli del celebre scrittore italiano.
Nell’editoriale di marzo il guest editor 2021 affronta il tema dell’unità abitativa unifamiliare come “un’espressione di umana immaginazione che oscilla tra l’astratto e il concreto”.
Alla base del progetto di due abitazioni c'è la stessa geometria. Colpito dalla semplicità dei dettagli della sezione della Prism House di Kazuo Shinohara, uno spazio purista e minimale, Smiljan Radic elabora la sua casa a prisma, che produce un effetto spaziale opposto.
Fertile terreno di sperimentazione, le abitazioni private sono il barometro delle evoluzioni in architettura. Lo storico dell’arte americano le suddivide in quattro categorie, analizzando casi esemplari di progetti recenti.
Ricavati da un ex cementificio degli anni Venti, la residenza e studio dell’architetto spagnolo sono una rovina ristrutturata. Dal 1973 continuano a trasformarsi e ad adattarsi alla vita che contengono, proteggendola e stimolandola.
Il mattone, unico materiale costruttivo dell’edificio, è l’unità che misura lo spazio domestico nel paesaggio mediterraneo dell’Alentejo.
A guidare il progetto è la necessità di riparare la residenza dall’intensità degli elementi atmosferici. La costruzione si insinua quindi nella parete rocciosa dell’isola in un gioco di pieni e vuoti.
Il prototipo per un’unità abitativa collocato sul tetto di un edificio preesistente si propone come strumento per far fronte della crisi degli alloggi.
Il volume curvilineo della residenza è internamente uno spazio unico, attraversato da travi che definiscono la sovrapposizione dei piani e la distribuzione delle funzioni.
Un’abitazione sperimentale destinata a essere occupata saltuariamente è l’occasione per ripensare il progetto in forma rigenerativa rispetto all’ambiente naturale.
Regno felice o prigione? Luogo di affermazione di sé o emblema di frustrazione? Il territorio domestico è da sempre uno spazio nevralgico nel processo di decostruzione degli stereotipi di genere.
Sfumando i confini tra scultura, design e arti decorative, le due serie di arredi del designer australiano nascono come gioielli, per allargarsi poi alla scala del corpo uamano.
Sfidando i limiti tecnici delle capacità artigiane, questa serie di arredi acquista valore quando viene usata, proprio perché è stata realizzata interamente a mano.
Questa sezione vuole illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo nel numero. Per fornire una visione intergenerazionale e interdisciplinare del mondo del progetto, ogni volta ospiteremo gli elaborati di 10 autori. A questi creativi abbiamo chiesto di visualizzare liberamente idee astratte sotto forma di immagini, collage, disegni, schizzi e testi. Per questo numero, la ricerca si focalizza sulla domanda “che cosa è la casa?”
Non si può parlare della residenza di Raymond a Karuizawa, in Giappone, senza menzionare la mai realizzata Maison Errazuriz di Le Corbusier, progettata per un sito sulle rive del Pacifico, in Cile.
Un’imponente scalinata in cemento armato si allunga sotto il volume a L della Peninsula House a Kanto, in Giappone, e punta verso l’oceano. Un elemento scultoreo e funzionale di Mount Fuji Architects Studio.
Le dimensioni e il peso di due enormi sostegni di marmo hanno determinato la logistica e l’organizzazione del cantiere della House of Horns a Los Altos, in California.
A Medellín, l’“architettura del tropico” di Camilo Restrepo Ochoa nasce in un ex spazio domestico, aperto sulla natura, in cui opera un piccolo gruppo di lavoro.
Me l’hanno detto quand’ero giovane.
Ci sono due assi temporali in architettura.
La cronologia dell’edificio, generata negli anni, che cresce e cambia nel corso di decenni.
E la cronologia dell’albero, che mette radici e cresce nel corso di secoli e millenni.
La natura si è sempre allineata alla seconda, quindi dobbiamo ascoltare con attenzione le sue voci.
Dobbiamo rendere omaggio ai ricordi migliori e alla storia della vita.
Questi sono i precetti che continuerò a seguire.