I fratelli Manuel e Francisco Mateus (Lisbona, rispettivamente 1963 e 1964) hanno fondato la loro azienda nel 1988, dopo una prima collaborazione con Gonçalo Byrne, con il quale continuano a interfacciarsi, condividendone l’approccio e la ricerca in materia di progettazione. Le soluzioni spaziali di Aires Mateus sono chiare e ben definite, ed enfatizzano la resistenza e la permanenza in quanto qualità fondamentali dell'architettura.
Da un lato, il loro lavoro può essere letto all'interno di un quadro più ampio dell'architettura portoghese contemporanea, mentre dall'altro, esplora il repertorio concettuale delle forme archetipiche. Con un progetto di edilizia abitativa a Leiria, in Portogallo (2010), caratterizzato dalla semplificazione e riduzione della complessità compositiva, i due architetti sono riusciti veramente a cogliere e trasmettere la quintessenza del concetto di casa.
L'archetipo della casa è infatti un elemento ricorrente nelle loro opere - basti pensare all'ingresso a forma di casa del campus dell'Université Catholique de Louvain a Tournai (Belgio, 2017). Qui, la sfida era quella di collegare tra loro due edifici industriali esistenti. Aires Mateus ha abbellito ciò che già esisteva aggiungendo semplici ma efficaci elementi scenografici. Il raffinato design dei loro progetti si basa spesso su un accurato equilibrio tra pieni e vuoti che punta a un'astrazione della forma. Questa qualità è sapientemente gestita per definire i volumi e le composizioni, come si vede per esempio nelle facciate del centro residenziale per anziani nel piccolo villaggio di Alcácer Do Sal, vicino a Lisbona (2010), così come in un edificio polifunzionale (2008) a Moura, Portogallo.
In questi edifici, la definizione formale delle facciate è caratterizzata dalla sottrazione di volumi dalla forma principale, dando così una forma al vuoto. Questo particolare approccio è stato illustrato dallo studio Aires Mateus nell’installazione “Voids” durante la Biennale di Architettura di Venezia 2010, dove i due architetti hanno spiegato la loro concezione di spazio, che si ottiene "aggiungendo una sottrazione, costruendo uno scavo".