Cileno di origini croate, Smiljan Radic (Santiago del Cile, 1965) si laurea alla Pontificia Universidad Católica de Chile nel 1989 e per due anni prosegue gli studi a Venezia e in Grecia. Tornato in Cile, apre il suo studio professionale nella capitale nel 1995.
I suoi primi progetti sono tutti di piccola scala, una di rifugi sui monti, nella campagna o sul mare come la Copper House 2 o la Pite House a Papudo, entrambe del 2005. Questo confronto con il variegato paesaggio cileno lo porta a guardare a riferimenti più artistici che architettonici come la Land art.
Determinante in tal senso è la collaborazione con la scultrice Marcela Correa, che caratterizza in particolare le due installazioni che hanno posto Radic all’attenzione internazionale: la prima, The boy hidden in a fish, è un grande masso scavato con inserti di legno, è stata inserita all’ingresso delle Corderie dell’Arsenale durante la 12 Biennale di Architettura diretta da Kazujo Sejima nel 2010; la seconda, piuttosto simile ma di dimensioni più grandi, è stata realizzata nell’estate del 2014 per la Serpentine Gallery di Londra.
L’utilizzo delle rocce è dunque costante nella sua opera, sia come elementi strutturali come nella facciata del ristorante Mestizo di Santiago (2007) sia come parte del giardino zen che circonda la cantina Wik a Milhaue (2014). Più di recente, lo studio cileno si è confrontato anche con temi progettuali urbani come l’ampliamento e la ristrutturazione del Museo Chileno de Arte Precolombino (2014) sempre nella capitale, proseguendo dunque il filone di ricerca intorno al rapporto fra architettura e arte, oggetto anche dei suoi sporadici scritti e insegnamenti universitari in Texas.