Il gioco horror in cui l’architettura è il tuo vero nemico

Ambientato su una piattaforma petrolifera, Still Wakes the Deep riprende un tema classico dell’orrore, e mette la distorsione di uno spazio sicuro al centro del racconto.

Still wakes the deep

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È un cliché del racconto dell’orrore e di fantascienza. Prendi un gruppo di esseri umani. Chiudilo in un posto in mezzo al nulla. Può essere una base di ricerca, una nave o una astronave, o più semplicemente una casa. Succede nello spazio, nell’oceano, in mezzo a un bosco. A un certo punto una presenza mostruosa si insinua tra di loro. Da Gordon Pym all’ultimo True Detective, passato per Alien e Cabin in the Wood e The Fog, la fragilità di noi umani è esposta di fronte all'elemento naturale nella metafora del mostro. Andiamo a pezzi. Ed è proprio questo schema narrativo che cavalca Still Wakes the Deep, l'ultimo gioco di The Chinese Room, studio di sviluppo con alcune gemme in catalogo (Dear Eshter) e un titolo attesissimo in arrivo (il secondo Bloodlines, della serie di giochi di ruolo di Vampire the Masquerade). Still Wakes the Deep mischia La Cosa di Carpenter con Ken Loach, Midsommar con l’esplorazione in prima persona e un tocco di Die Hard. Il gioco è ambientato in una piattaforma petrolifera. Siamo nel 1975, è quasi Natale, il protagonista è un blue collar qualsiasi, Caz, un elettricista senza particolari doti fisiche, un uomo tra tanti in un mondo di maschi isolati nel mezzo del mare del Nord. Le voci sono marcatamente scozzesi. Il massacro è dietro l’angolo, ma sulla piattaforma, nella mensa come nelle aree di lavoro, sembra una normale giornata di lavoro.

A un primo approccio, il gioco può ricordare altri survival horror in prima persona, come la celebre serie Resident Evil o il capolavoro trascurato di Arkane Studios, Prey. Ma qui non si combatte: non c'è un combat system, cosa che ha mandato in sbattimento la maggior parte dei critici smanettoni di videogiochi. O meglio, si combatte, ma una battaglia più sottile. Quando una entità mostruosa si impossessa inesorabilmente della piattaforma petrolifera, Caz non ha molte scelte: deve salvarsi la pellaccia. Confrontandosi con l’architettura della piattaforma, meticolosamente ricostruita – e poi devastata – dal team che ha creato il gioco.

Il vero nemico di Caz non è il mostro in sé. Come sempre succede è piuttosto il suo nemico l'effetto devastante che l'evento mostruoso ha sulla realtà. La geografia della piattaforma non sarà più la stessa. Viene totalmente rigirata e messa in crisi. Ogni punto di riferimento slitta verso un universo di non senso. Ci sono sezioni che crollano, altre che sono conquistate dalla creatura. L'avventura di Caz è quella di un walking simulator estremo, a metà perso in un labirinto, in parte nel tentativo di costruire una nuova personale mappa. Salta lungo passatoie che crollano al suo passaggio, striscia nei condotti di ventilazione, ridisegna percorsi tra corridoi deformati e sale macchine dove si aggirano inquietanti creature. Gli amici e i colleghi, dispersi. Il mostro dietro ogni angolo. L’irrazionale ovunque.
 


L'architettura di una piattaforma petrolifera è una opera di funzionalità, dove c'è tanta ingegneria e tutto è nell'apparenza chiaro. La piattaforma offre un rifugio sicuro nel bel mezzo di un elemento ostile come l'oceano. Ci sono mappe, segnaletica precisa, porte a tenuta stagna. Per chi ci lavora, è l'alleato più affidabile. Still Wakes the Deep racconta cosa succede se questa casa nel mare diventa il tuo peggior nemico. E non c’è cosa più orrorifica della tua casa che non ti accoglie più, ma ti terrorizza. Abbiamo giocato a Still Wakes the Deep con un abbonamento Xbox Game Pass offerto da Microsoft.

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