150 anni fa nasceva Guglielmo Marconi, e 100 anni fa avveniva la prima trasmissione radiofonica pubblica: da allora la radio è diventata sì un pilastro della comunicazione, ma anche subito un'icona del design, un simbolo del moderno di decennio in decennio.
I nomi di grandi aziende come Braun, Ducati (sì, Ducati) e Brionvega, come quelli di autorevoli progettisti quali i fratelli Castiglioni, Zanuso e Sapper, Le Corbusier, Starck, Panto e Loewy faranno la storia di questa innovazione, seguendo e valorizzando i cambiamenti di stampo tecnologico come l’invenzione dei transistor, la conseguente miniaturizzazione dei prodotti, ma anche quelli legati ai materiali con l’avvento delle plastiche nei prodotti di massa, dalla bachelite sino ai tecnopolimeri più moderni.
L'ADI Design Museum di Milano ha voluto dedicare a questo fondamento del design la mostra Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici (aperta fino al 27 settembre; poi a Bologna presso Fondazione Cirulli, dal 4 al 31 ottobre), dove più di cinquanta modelli della collezione privata di Davide Vercelli, progettista e curatore, raccontano questa storia di estetica e di innovazione.
Spicca il radiogrammofono Braun SK4, disegnato da Dieter Rams e Hans Gugelot, che rappresenta uno dei prodotti più influenti della filosofia funzionalista tedesca con il suo design minimale e l’uso pionieristico di materiali come il plexiglass: un nuovo standard con cui Rams, promotore del principio “Less, but better”, ha contribuito a ispirare intere generazioni di designer. Un altro capolavoro esposto è il Brionvega TS502, noto anche come “Cubo” di Marco Zanuso e Richard Sapper, affiancato dal contributo di Achille e Pier Giacomo Castiglioni con la radio Phonola 547, un esempio di innovazione nell’uso di materiali come la bachelite, che ha reso accessibile il design di qualità al grande pubblico. Ma ci sono anche Ekco A 22, progettata nel 1945 un maestro del moderno internazionale come Wells Coates del 1945, l’impianto stereo Space Age Radio Vision 2000 di Thilo Oerke per Rosita, il progetto La La La Radio di Starck per Thomson e il Pop Shop Transistor di Keith Haring, del 1985.
Non solo estetica quindi, ma anche impatto socioculturale: la radio come potente mezzo di comunicazione e intrattenimento, come strumento di propaganda politica, e come motore di innovazione nel pensiero progettuale. Da come Gio Ponti aveva lanciato attraverso Domus un concorso per la radio modernista, si è arrivati fino al design “Space Age” dei primi '70, e alle radio-oggetto da interni dei '90, così come dai primi apparecchi-mobile a valvole si è arrivati fino ai più microscopici dispositivi digitali. Abbiamo selezionato 5 tra questi progetti che sono capaci di raccontare al meglio questa storia ormai lunga più di un secolo.
Immagine d'apertura: Marco Zanuso e Richard Sapper, Radio Cubo, Brionvega. Courtesy Brionvega