ReMarkable ha creato il dispositivo che tutti chiedevano, ma ha perso la magia

Il nuovo reMarkable Paper Pro è una versione pompata del popolarissimo blocco digitale reMarkable 2, pieno di features richiestissime: eppure, messo alla prova, è una mezza delusione.

C’è un nuovo reMarkable. Si chiama reMarkable Paper Pro ed è il primo hardware che l’azienda lancia in quattro anni. L’obiettivo è sempre quello: il miglior tablet dedicato alla scrittura. Per capirlo bene, conviene riavvolgere la storia di reMarkable dal suo inizio.

ReMarkable nasce in Norvegia a metà anni dieci. Lancia il suo primo dispositivo in crowdfunding e il secondo, il reMarkable 2, nel 2021. E’ un tablet con schermo di inchiostro elettronico in scala di grigi, che fa bene soprattutto una cosa: scrivere. Non scrivere a macchina, come siamo oramai tutti abituati, ma scrivere a mano libera. Il dispositivo è relativamente piccolo, leggero, sottile (“il tablet più sottile del mondo”), ha una buona batteria e riesce a restituire in maniera incredibile l’esperienza di scrivere su carta, ma con i vantaggi del digitale. Ci puoi fare quello: scrivere, annotare documenti o un libro in formato ePub. Probabilmente l’hai visto scorrere nelle sponsorizzate di Instagram o in mano a qualche amico, in questi anni. 

ReMarkable 2. Courtesy reMarkable

Nelle recensioni, l’anno in cui esce, reMarkable 2 viene un po’ attaccato perché fa solo una cosa. Ma la fa dannatamente bene e funziona, cavalcando soprattutto l'ondata “distraction free”. Un pensiero che soprattutto in Occidente si fa largo in parallelo all'adozione di massa dello smartphone, che è un dispositivo, invece, che fa un po’ tutto. reMarkable insiste parecchio su questo: l’importanza della scrittura a mano libera, del pensiero, della concentrazione. Del resto scrivere è una attività fondamentale dell’essere umano, anzi dell’essere umani: non serve certo un phd in Ivan Illich per dirlo. Per non farsi mancare nulla, reMarkable lancia comunque una custodia-tastiera da usare con il tablet, sai mai che ti manca. Per il resto, dal 2021 a oggi, nessun aggiornamento software: come raccontato a Domus dal capo design Mats Herding Solberg, la startup aveva bisogno di concentrarsi sull’interfaccia, sulla connessione con altri dispositivi e in generale sull’esperienza d’uso, per creare un’esperienza che fosse “un miglioramento della carta”. Così è stato. 

Un dispositivo per fare bene una cosa

Quelli di reMarkable sono stati bravissimi nel trasmettere un messaggio molto chiaro. Questo è il dispositivo perfetto per chi vuole focalizzarsi sulla scrittura a mano. Per chi prende tanti appunti magari con qualche schizzo in bianco e nero di accompagnamento. Per chi non si sente a casa nella cultura del “quando c’è da prendere appunti apro excel” che sembra imperversare. Con tutti i vantaggi del digitale: sincronizzazione degli appunti per guardarli dal telefono o dal computer, pagina che scrolla all’infinito, accurata selezione di penne e pennini digitali tra cui scegliere anche se non sei passato a fare la spesa da Muji. Alla fine ha pagato: nonostante l’invasione di dispositivi con schermo eInk su cui scrivere a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, reMarkable 2 è diventato un cult. E un riferimento di un nuovo segmento di mercato.

ReMarkable Paper Pro. Courtesy reMarkable

Un nuovo reMarkable: Paper Pro

Ma che un nuovo reMarkable potesse essere all’orizzonte c’erano segni chiari: per esempio, con l’introduzione dei colori negli aggiornamenti recenti, che sul rM2 venivano simulati da una scala di grigi. Ed ecco quindi il reMarkable Paper Pro, appena lanciato: non un vero e proprio successore del tablet già sul mercato, ma una sua versione con più funzioni, che va ad arricchire il portfolio dell’azienda.

Lo schermo a colori è sicuramente la novità più evidente del nuovo reMarkable; è anche leggermente più grande (11,2 pollici) e illuminato. Resta comunque uno schermo eInk, quindi non aspettatevi di poterci guardare un film o le foto delle vacanze. E neanche leggere un fumetto che non sia in bianco e nero. L’uso dei colori è pensato per scrivere, annotare, evidenziare. Ed è gestito molto bene, bisogna dirlo.

ReMarkable Paper Pro with Type Folio. Courtesy reMarkable

Anche la penna (il Marker, disponibile anche in versione Pro con gomma integrata) cambia. Ha una punta diversa e una batteria interna, che si ricarica wireless quando la agganci al tablet. La nuova custodia Folio mette in sicurezza la penna così agganciata con una apposita linguetta magnetica. Ci saranno meno Marker che si spaccano cadendo o semplicemente che perdi inesorabilmente nell’abisso insondabile che c’è in fondo a ogni zaino, grazie a questo semplice ed elegante accorgimento.  

La nuova custodia folio con la linguetta “proteggi-stilo”. Courtesy reMarkable

La nuova penna

Ma ricominciamo proprio da qui, dalla penna. reMarkable ha sostituito con una tecnologia studiata appositamente per il nuovo tablet la vecchia penna emr, compatibile con una vasta serie di ottime alterative come la Noris Digital di Staedler o la Al-Star di Lamy. Nel 2021, pochi giorni dopo avere intervistato Solberg, il Marker del reMarkable che stavo provando è caduto, la punta si è disfatta. Ero a New York e il giorno dopo Amazon mi ha recapitato una Noris Digital al grocery store sotto casa, costata meno di 20 dollari. Mi ha conquistato con la sua estetica da matita delle elementari, ma soprattutto per l’effetto della punta sullo schermo, più morbido dello stilo originale, simile un po’ alle matite 2B. 

Staedler Noris Digital Pen

Da allora quello strano piccolo tablet mi ha accompagnato in mezzo pianeta, ovunque dovessi andare per lavoro. Ho cambiato svariati laptop in questi anni, lavorato usando l’iPad Pro e recensito praticamente tutte le alternative possibili. Eppure il reMarkable 2 è diventato il dispositivo da lavoro per me più longevo di sempre - e quello che ho “sponsorizzato” di più, del resto tutti vanno in visibilio quando lo sfodero e tra i miei appunti spuntano le prove di scrittura di designer, artisti e creativi di tutto il mondo.

Il reMarkable 2 ha una qualità unica. Quella che ha conquistato me e tanti altri in giro per il mondo: sembra effettivamente carta quando lo usi. Forse è anche meglio. Sarà la frizione, il tratto, il formato, ma ci scriveresti per ore. In qualche modo, è magico. 

Eppure il reMarkable 2 è diventato il dispositivo da lavoro per me più longevo di sempre - e quello che ho “sponsorizzato” di più, del resto tutti vanno in visibilio quando lo sfodero e tra i miei appunti spuntano le prove di scrittura di designer, artisti e creativi di tutto il mondo.

Tutti i limiti di un dispositivo “migliore”

Il nuovo reMarkable si chiama “Paper”, ma sembra una excusatio non petita, perché la sensazione del nuovo pennino sulla sua superficie non ha molto a che vedere con la carta. Le dimensioni certo non aiutano, lo schermo è davvero tanto grande per chi vuole focalizzarsi sullo scrivere. E poi la penna scivola troppo veloce sulla superficie, è dura, ha poco di analogico e molto di digitale. Sembra quella dell’iPad. Di sicuro sotto questo aspetto è un passo indietro rispetto al più modesto e oramai non giovanissimo reMarkable 2.

Intendiamoci, il Paper Pro è un ottimo dispositivo. Elegante, suntuoso, migliora sicuramente la lettura anche grazie alla luce integrata e per chi cerca un dispositivo per annotare documenti o disegnare mappe mentali con il supporto dei colori senza ombra di dubbio sarà un valido aiuto (anche se forse per farlo sono meglio un iPad o uno dei nuovi tablet Huawei con l’incredibile nuova tecnologia antiriflesso Papermate). 

ReMarkable Paper Pro. Courtesy reMarkable

Ci sono dei nuovi strumenti di scrittura, che sono ora 9 in tutto (tanti… e il focus?), ci sono i colori (troppi?), che lasciano una scia quasi magica sullo schermo mentre li usi. Il reMarkable Paper Pro delinea il nuovo scenario di quello che può fare un dispositivo con schermo di inchiostro elettronico - anche nei suoi limiti -, lavorando sulla semplicità dell’interfaccia, sui servizi di connettività e tanti altri dettagli che tengono l’azienda scandinava una spanna sopra la concorrenza. Con l’augurio che presto arrivino aggiornamenti che permettano di sfruttare al meglio uno schermo così grande, per esempio prendendo appunti mentre si legge un documento o un libro, o creando dei post-it virtuali. Ci sono tanti “pro”, insomma, e tanto potenziale nello sviluppo software, ma l’elemento “paper" risulta deludente. E quando si tratta di scrivere, ovvero la cosa che faceva meglio, reMarkable purtroppo ha perso la magia. Purtroppo il troppo stroppia, anche e soprattutto nella progettazione della tecnologia. 

Immagine di apertura: ReMarkable Paper Pro. Courtesy reMarkable

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