Da fotografo amante del brutalismo aspettavo da tempo di poter vedere con i miei occhi la sede dell’associazione degli architetti di Tenerife e di potermici cimentare. Il suo nome completo è Colegio Oficial de Arquitectos de Tenerife, La Gomera y El Hierro è stato realizzato tra il 1966 e il 1971 da un gruppo di lavoro diretto da Javier Díaz-Llanos La Roche e Vicente Saavedra Martínez, entrambi architetti, entrambi nati a Tenerife e laureati alla Scuola Superiore di Architettura di Madrid nel 1960.
L’esperienza nella capitale spagnola esercitò una forte influenza sugli architetti isolani, che al ritorno a Tenerife lasciarono a loro volta una profonda impronta duratura sull’eredità moderna delle Canarie in generale.

L’esterno dell’edificio principale, imponente e scandito da finestre inclinate di 45 gradi rispetto al prospetto e disposte in modo irregolare tra i piani, è uno degli aspetti più interessanti. Da fotografo, nel comporre le immagini, si percepisce subito il rapporto tra la verticalità di questa struttura e l’orizzontalità del vasto piazzale antistante, che gioca un importante ruolo visivo oltre che funzionale.
Il cemento a vista è senza dubbio l’elemento materico più importante dell’intero edificio, con le ben visibili impronte delle casseforme in legno, che trovano espressione anche nell’ambiente del vano scala con le scanalature verticali delle sue pareti.

Fotografando all’interno, ci si rende immediatamente conto del costante rapporto cromatico tra gli elementi grigi in cemento e quelli bruni delle piastrelle che ricoprono scale, pavimenti e alcune pareti. Gli stessi toni sono poi ripresi con il legno di corrimano, porte e modanature, e nella sala riunioni sorprendentemente organica.
La sede dell’associazione degli architetti di Tenerife di Saavedra e Díaz-Llanos svolge tuttora la medesima funzione per cui è stata realizzata. Ha subito modifiche molto limitate dal 1971 a oggi ed è ancora possibile apprezzare molto bene la cura di moltissimi dettagli del progetto, rappresentando un interessante testimone del suo tempo.
Tutte le foto sono state scattate da Roberto Conte

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