In un anno denso di sfide come 2021, la redazione di Domusweb si è occupata di molti e svariati temi: dalle possibilità del design nel post-Antropocene, alla genealogia del metaverso. Ecco una lista, nel caso vi fossero sfuggiti, di 15 storie da leggere e con cui accompagnare questa pausa natalizia. Sfoglia la gallery per scoprirne di più.
15 articoli da leggere durante le vacanze
Ora che forse avete un po' più di tempo, ecco una selezione degli articoli più interessanti che abbiamo pubblicato quest'anno.
I robot aerei che costruiranno oasi utopiche sui nostri pianeti gemelli
Cofondatore di Gramazio Kohler Research, uno dei più importanti laboratori di robotica per l’architettura presso il Politecnico federale di Zurigo (in tedesco Eidgenössische Technische Hochschule, o ETH), Gramazio ricorda di aver avuto un’epifania non appena la NASA ha dato il via alle prove di volo del drone-elicottero Ingenuity sulle dune arancioni di Marte: un giorno, i suoi robot aerei potrebbero contribuire alla creazione dei primi insediamenti umani sul Pianeta Rosso.
Di Kevin Holden Platt
La critica si è infiltrata nel design, con lacune
Proponiamo in esclusiva, suddiviso in quattro puntate, un confronto avvenuto sotto forma di scambio epistolare tra Marco Petroni, Ani Liu, Giovanni Innella ed Emanuele Quinz sul futuro del design, intitolato Black Box Design. Qui il terzo episodio firmato da Emanuele Quinz. La critica si è infiltrata nel design. Anche se molto spesso le infiltrazioni teoriche provenienti da altri ambiti disciplinari come la filosofia, l’antropologia e le discipline umanistiche rimangono superficiali e, invece di suscitare discussioni approfondite, permangono in uno stato di sospensione non diluita, come corpi estranei.
Di Emanuele Quinz
Il metodo di Remo Buti, raccontato in un’intervista “radicale”
Parlano gli autori di Vari-età, il primo libro sull’universo di Remo Buti, una delle figure più interessanti del movimento radicale italiano, e non solo. E proprio in pieno spirito radicale, dove il collettivo era un valore, i tre autori rispondono insieme alle nostre domande. Buti, classe 1932, è architetto e designer oltre che grandissimo insegnante all’università di Firenze, dove lui stesso si laureò dopo aver frequentato i mitici corsi di Leonardo Ricci e Leonardo Savioli (di cui diventerà assistente), e proprio questo suo appassionato fervore nel darsi ai suoi studenti può considerarsi una delle sue più grandi opere – nel 1973 con gli amici radicali, è tra i fondatori della contro-scuola di design Global Tools.
Di Maria Cristina Didero
Aerodream, la spettacolare storia dei gonfiabili
Frederic Migayrou, curatore della mostra “Aerodream” al Centre Pompidou-Metz, ci racconta l’evoluzione estetica e sociale di queste grandi strutture gonfiabili, dalla Seconda Guerra mondiale a oggi. Abbiamo intervistato Frédéric Migayrou, curatore capo dell’Architettura e del Design e direttore aggiunto del Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou, nonché professore alla Bartlett School of Architecture di Londra, che ha curato l’esposizione insieme a Valentina Moimas.
Di Emanuele Quinz
Una casa nella metropoli: Paul Rudolph tra megastrutture e stravaganze domestiche
Quella di Paul Rudolph (1918-1997) è una traiettoria sfortunata. La sua ascesa è vertiginosa, e lo conduce dalle sue origini modeste (è figlio di un pastore del Kentucky) fino alla presidenza della Scuola di architettura di Yale, dal 1958, e alla costruzione del celebre edificio che la ospita (1958-1964). Il declino è altrettanto veloce, e comincia poco più di un decennio più tardi. L’architetto più potente d’America vede diminuire rapidamente le sue commesse per un’infausta combinazione di evoluzione del gusto e di complicazioni biografiche.
Di Alessandro Benetti
Che cos’è il metaverso? Una breve storia dal cyberpunk a Mark Zuckerberg
Tra i colossi che oggi stanno lavorando alla costruzione di un metaverso ci sono Facebook/Meta e Microsoft, ma anche protagonisti del mondo dei videogiochi come Epic Games (che con Fortnite sta creando una sorta di metaverso dedicato al solo intrattenimento), la piattaforma Roblox, la cinese Tencent e addirittura realtà apparentemente estranee come Tinder.
Di Andrea Daniele Signorelli
La casa di Nanda Vigo per un film horror
Estranianti e avveniristici, tra ceramiche bianche, luci al neon e pellicce, i suoi interni hanno impreziosito diversi film, tra cui un seminale horror all’italiana. Una retrospettiva a Milano e una raccolta di colonne sonore ne celebrano l’eredità. “Uno scarabeo sotto una foglia: si può parlare seriamente di architettura anche con questo linguaggio, perché se l’architettura è seria, precisa, funzionale apre il discorso alla libertà delle immagini [...] La signora a cui è dedicato il disegno di questa casa consente generosamente che tutti se ne valgano, per dividere con tutti la sua felicità”. Così scriveva Gio Ponti su Domus 414 del Maggio 1964.
Di Lorenzo Ottone
Pratt Institute: “Imparare la diversità come base dell’architettura del futuro”
Dopo mesi di isolamento e lezioni da remoto, finalmente anche il mondo universitario sembra pronto a riappropriarsi dei suoi spazi fisici, tornando a ripopolare aule e laboratori. Il mondo della didattica si porta certamente a casa un bagaglio di sapienza digitale, facendo però i conti con una vera metamorfosi del linguaggio universitario. Abbiamo chiesto ad Harriet Harriss, preside della Pratt School of Architecture, e all'assistente preside Quilian Riano quale sia la visione dell’istituto newyorkese, divisa tra ibridazione tecnologica e impegno eco-politico.
Di Romina Totaro
Basement vs. garage, l’illuminismo del sottosuolo
In Europa, specialmente in Austria, il Seminterrato è un luogo di ossessioni, da quelle private e sospette a quelle più innocue e utilitaristiche. Alcune persone passano la maggior parte del loro tempo libero (Freizeit) nel seminterrato anziché nei loro salotti in superficie, preferendo al sogno di un conformismo socio-culturale la cruda realtà dell’ossessione e dell’oscurità. Mentre in Europa si punta a creare costruzioni in legno sostenibili che si innalzano fino alle nuvole, in California ci si affida al cemento per costruire sempre più in profondità.
Di Mark Mack
Alla riscoperta di Gigi Gho’, architetto della Milano del dopoguerra
La ricostruzione messa in atto al termine della Seconda Guerra Mondiale, figlia della necessità e delle politiche economiche attuate dalla neonata Repubblica, comporta una violenta accelerazione del settore edilizio e un rapido sviluppo del tessuto urbano delle città italiane. L’interesse nell’architettura moderna del dopoguerra milanese ha saputo coniugare normative, innovazioni tecnologiche e qualità formali con un approccio colto, ricco di concretezza e sapienza tecnica, come l’esempio di Gigi Gho’ ci insegna.
Di Marco Ornella
E se tutta la popolazione del mondo vivesse in un’unica città?
In seguito a secoli di colonizzazione, sfruttamento incessante del suolo, espansionismo economico e globalizzazione, abbiamo ricomposto la Terra dalla scala della cellula a quella della placca tettonica. Cosa accadrebbe se riuscissimo a invertire radicalmente questa espansione planetaria? E se fosse possibile raggiungere il consenso globale per abbandonare la nostra enorme, intricata rete di città e catene di approvvigionamento e ritirarci in una metropoli iperdensa, capace di ospitare ogni essere umano sul pianeta?
Di Liam Young
Civita di Bagnoregio, la città che muore tra spopolamento e troppo turismo
L’Italia è uno straordinario e complesso ecosistema caratterizzato dall’alternarsi di una varietà di ampie zone pianeggianti, aree urbane estese, valli e montagne, città, paesi e borghi. In questa dimensione unica ci sono luoghi straordinari e fragili che reclamano cura. Le questioni più urgenti e complesse da affrontare sono il depopolamento e gli effetti del cambiamento climatico. Uno dei casi più emblematici è Civita di Bagnoregio.
Di Marco Petroni
Arcosanti, 15 anni dopo: “Soleritown” torna in mostra
Negli anni ’50, reduce dalla sua esperienza alla corte di Wright a Taliesin West, l’architetto torinese Paolo Soleri sta sviluppando la sua teoria dell’Arcologia (l’unione di architettura ed ecologia), e la realizza in un primo insediamento autocostruito, la comunità di Cosanti (cosa-anti) presso Phoenix. Nel 1970 partirà invece, su una mesa nel pieno del deserto dell’Arizona, l’esperienza della comunità aperta di Arcosanti, tuttora in corso. Le fotografie di Emanuele Piccardo e Filippo Romano indagano le comunità ideate da Paolo Soleri in Arizona, e ora sono di nuovo in esposizione, a Genova.
Di Giovanni Comoglio
Cali, la città bunker
Negli anni ’70, in Colombia, la parte meridionale di Cali, lontana dal degrado urbano dei quartieri sovrappopolati, congestionati e pieni di criminalità nelle zone della città in cui gli affitti avevano prezzi contenuti, divenne la zona residenziale più ambita. Tuttavia, l’architettura di questi quartieri esclusivi, concepita come strutture di protezionecontro le classi inferiori (recinzioni elettriche, alti cancelli e avamposti di sicurezza), è inevitabilmente difensiva.
Di Kurt Hollander
Milano, luci e ombre sulla più grande riqualificazione urbana della città
È stato avviato in aprile il piano di riqualificazione di Giambellino-Lorenteggio, frutto dell’accordo di programma da 100 milioni di euro siglato tra Comune di Milano e Aler (Azienda Lombarda di Edilizia Residenziale) nel 2016 e cofinanziato con fondi europei. La stazione coincide con il capolinea della nuova metropolitana (M4), che servirà il quartiere con due fermate. Il progetto di Studio Oma e Laboratorio Permanente, vincitori del concorso internazionale (2018), trasformerà l’ex scalo ferroviario in un parco acquatico lineare.
Di Marta Bravi
I robot aerei che costruiranno oasi utopiche sui nostri pianeti gemelli
Cofondatore di Gramazio Kohler Research, uno dei più importanti laboratori di robotica per l’architettura presso il Politecnico federale di Zurigo (in tedesco Eidgenössische Technische Hochschule, o ETH), Gramazio ricorda di aver avuto un’epifania non appena la NASA ha dato il via alle prove di volo del drone-elicottero Ingenuity sulle dune arancioni di Marte: un giorno, i suoi robot aerei potrebbero contribuire alla creazione dei primi insediamenti umani sul Pianeta Rosso.
Di Kevin Holden Platt
La critica si è infiltrata nel design, con lacune
Proponiamo in esclusiva, suddiviso in quattro puntate, un confronto avvenuto sotto forma di scambio epistolare tra Marco Petroni, Ani Liu, Giovanni Innella ed Emanuele Quinz sul futuro del design, intitolato Black Box Design. Qui il terzo episodio firmato da Emanuele Quinz. La critica si è infiltrata nel design. Anche se molto spesso le infiltrazioni teoriche provenienti da altri ambiti disciplinari come la filosofia, l’antropologia e le discipline umanistiche rimangono superficiali e, invece di suscitare discussioni approfondite, permangono in uno stato di sospensione non diluita, come corpi estranei.
Di Emanuele Quinz
Il metodo di Remo Buti, raccontato in un’intervista “radicale”
Parlano gli autori di Vari-età, il primo libro sull’universo di Remo Buti, una delle figure più interessanti del movimento radicale italiano, e non solo. E proprio in pieno spirito radicale, dove il collettivo era un valore, i tre autori rispondono insieme alle nostre domande. Buti, classe 1932, è architetto e designer oltre che grandissimo insegnante all’università di Firenze, dove lui stesso si laureò dopo aver frequentato i mitici corsi di Leonardo Ricci e Leonardo Savioli (di cui diventerà assistente), e proprio questo suo appassionato fervore nel darsi ai suoi studenti può considerarsi una delle sue più grandi opere – nel 1973 con gli amici radicali, è tra i fondatori della contro-scuola di design Global Tools.
Di Maria Cristina Didero
Aerodream, la spettacolare storia dei gonfiabili
Frederic Migayrou, curatore della mostra “Aerodream” al Centre Pompidou-Metz, ci racconta l’evoluzione estetica e sociale di queste grandi strutture gonfiabili, dalla Seconda Guerra mondiale a oggi. Abbiamo intervistato Frédéric Migayrou, curatore capo dell’Architettura e del Design e direttore aggiunto del Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou, nonché professore alla Bartlett School of Architecture di Londra, che ha curato l’esposizione insieme a Valentina Moimas.
Di Emanuele Quinz
Una casa nella metropoli: Paul Rudolph tra megastrutture e stravaganze domestiche
Quella di Paul Rudolph (1918-1997) è una traiettoria sfortunata. La sua ascesa è vertiginosa, e lo conduce dalle sue origini modeste (è figlio di un pastore del Kentucky) fino alla presidenza della Scuola di architettura di Yale, dal 1958, e alla costruzione del celebre edificio che la ospita (1958-1964). Il declino è altrettanto veloce, e comincia poco più di un decennio più tardi. L’architetto più potente d’America vede diminuire rapidamente le sue commesse per un’infausta combinazione di evoluzione del gusto e di complicazioni biografiche.
Di Alessandro Benetti
Che cos’è il metaverso? Una breve storia dal cyberpunk a Mark Zuckerberg
Tra i colossi che oggi stanno lavorando alla costruzione di un metaverso ci sono Facebook/Meta e Microsoft, ma anche protagonisti del mondo dei videogiochi come Epic Games (che con Fortnite sta creando una sorta di metaverso dedicato al solo intrattenimento), la piattaforma Roblox, la cinese Tencent e addirittura realtà apparentemente estranee come Tinder.
Di Andrea Daniele Signorelli
La casa di Nanda Vigo per un film horror
Estranianti e avveniristici, tra ceramiche bianche, luci al neon e pellicce, i suoi interni hanno impreziosito diversi film, tra cui un seminale horror all’italiana. Una retrospettiva a Milano e una raccolta di colonne sonore ne celebrano l’eredità. “Uno scarabeo sotto una foglia: si può parlare seriamente di architettura anche con questo linguaggio, perché se l’architettura è seria, precisa, funzionale apre il discorso alla libertà delle immagini [...] La signora a cui è dedicato il disegno di questa casa consente generosamente che tutti se ne valgano, per dividere con tutti la sua felicità”. Così scriveva Gio Ponti su Domus 414 del Maggio 1964.
Di Lorenzo Ottone
Pratt Institute: “Imparare la diversità come base dell’architettura del futuro”
Dopo mesi di isolamento e lezioni da remoto, finalmente anche il mondo universitario sembra pronto a riappropriarsi dei suoi spazi fisici, tornando a ripopolare aule e laboratori. Il mondo della didattica si porta certamente a casa un bagaglio di sapienza digitale, facendo però i conti con una vera metamorfosi del linguaggio universitario. Abbiamo chiesto ad Harriet Harriss, preside della Pratt School of Architecture, e all'assistente preside Quilian Riano quale sia la visione dell’istituto newyorkese, divisa tra ibridazione tecnologica e impegno eco-politico.
Di Romina Totaro
Basement vs. garage, l’illuminismo del sottosuolo
In Europa, specialmente in Austria, il Seminterrato è un luogo di ossessioni, da quelle private e sospette a quelle più innocue e utilitaristiche. Alcune persone passano la maggior parte del loro tempo libero (Freizeit) nel seminterrato anziché nei loro salotti in superficie, preferendo al sogno di un conformismo socio-culturale la cruda realtà dell’ossessione e dell’oscurità. Mentre in Europa si punta a creare costruzioni in legno sostenibili che si innalzano fino alle nuvole, in California ci si affida al cemento per costruire sempre più in profondità.
Di Mark Mack
Alla riscoperta di Gigi Gho’, architetto della Milano del dopoguerra
La ricostruzione messa in atto al termine della Seconda Guerra Mondiale, figlia della necessità e delle politiche economiche attuate dalla neonata Repubblica, comporta una violenta accelerazione del settore edilizio e un rapido sviluppo del tessuto urbano delle città italiane. L’interesse nell’architettura moderna del dopoguerra milanese ha saputo coniugare normative, innovazioni tecnologiche e qualità formali con un approccio colto, ricco di concretezza e sapienza tecnica, come l’esempio di Gigi Gho’ ci insegna.
Di Marco Ornella
E se tutta la popolazione del mondo vivesse in un’unica città?
In seguito a secoli di colonizzazione, sfruttamento incessante del suolo, espansionismo economico e globalizzazione, abbiamo ricomposto la Terra dalla scala della cellula a quella della placca tettonica. Cosa accadrebbe se riuscissimo a invertire radicalmente questa espansione planetaria? E se fosse possibile raggiungere il consenso globale per abbandonare la nostra enorme, intricata rete di città e catene di approvvigionamento e ritirarci in una metropoli iperdensa, capace di ospitare ogni essere umano sul pianeta?
Di Liam Young
Civita di Bagnoregio, la città che muore tra spopolamento e troppo turismo
L’Italia è uno straordinario e complesso ecosistema caratterizzato dall’alternarsi di una varietà di ampie zone pianeggianti, aree urbane estese, valli e montagne, città, paesi e borghi. In questa dimensione unica ci sono luoghi straordinari e fragili che reclamano cura. Le questioni più urgenti e complesse da affrontare sono il depopolamento e gli effetti del cambiamento climatico. Uno dei casi più emblematici è Civita di Bagnoregio.
Di Marco Petroni
Arcosanti, 15 anni dopo: “Soleritown” torna in mostra
Negli anni ’50, reduce dalla sua esperienza alla corte di Wright a Taliesin West, l’architetto torinese Paolo Soleri sta sviluppando la sua teoria dell’Arcologia (l’unione di architettura ed ecologia), e la realizza in un primo insediamento autocostruito, la comunità di Cosanti (cosa-anti) presso Phoenix. Nel 1970 partirà invece, su una mesa nel pieno del deserto dell’Arizona, l’esperienza della comunità aperta di Arcosanti, tuttora in corso. Le fotografie di Emanuele Piccardo e Filippo Romano indagano le comunità ideate da Paolo Soleri in Arizona, e ora sono di nuovo in esposizione, a Genova.
Di Giovanni Comoglio
Cali, la città bunker
Negli anni ’70, in Colombia, la parte meridionale di Cali, lontana dal degrado urbano dei quartieri sovrappopolati, congestionati e pieni di criminalità nelle zone della città in cui gli affitti avevano prezzi contenuti, divenne la zona residenziale più ambita. Tuttavia, l’architettura di questi quartieri esclusivi, concepita come strutture di protezionecontro le classi inferiori (recinzioni elettriche, alti cancelli e avamposti di sicurezza), è inevitabilmente difensiva.
Di Kurt Hollander
Milano, luci e ombre sulla più grande riqualificazione urbana della città
È stato avviato in aprile il piano di riqualificazione di Giambellino-Lorenteggio, frutto dell’accordo di programma da 100 milioni di euro siglato tra Comune di Milano e Aler (Azienda Lombarda di Edilizia Residenziale) nel 2016 e cofinanziato con fondi europei. La stazione coincide con il capolinea della nuova metropolitana (M4), che servirà il quartiere con due fermate. Il progetto di Studio Oma e Laboratorio Permanente, vincitori del concorso internazionale (2018), trasformerà l’ex scalo ferroviario in un parco acquatico lineare.
Di Marta Bravi
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