Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1062, novembre 2021.
In seguito a secoli di colonizzazione, sfruttamento incessante del suolo, espansionismo economico e globalizzazione, abbiamo ricomposto la Terra dalla scala della cellula a quella della placca tettonica. Cosa accadrebbe se riuscissimo a invertire radicalmente questa espansione planetaria? E se fosse possibile raggiungere il consenso globale per abbandonare la nostra enorme, intricata rete di città e catene di approvvigionamento e ritirarci in una metropoli iperdensa, capace di ospitare ogni essere umano sul pianeta?
Planet City è un cortometraggio d’animazione e il racconto di un libro ambientato in una città immaginaria, costruita per ospitare 10 miliardi di persone, l’intera popolazione terrestre. In questo scenario, attraverso un processo d’inselvatichimento, tutto ciò che circonda la città su scala globale verrebbe reso alla natura, comprese tutte le terre che le sono state sottratte.
Il film segue una festosa sfilata, che danza attraverso la città in un ciclo di 365 giorni. Ogni giorno interseca e si collega a un carnevale, una cultura e una festa diversi, cambiando il ritmo e la cadenza mentre procede attraverso una sequenza infinita di nuovi colori, costumi e cacofonie. Pur essendo apertamente provocatorio, Planet City evita la fantasia tecno-utopica del disegno di un nuovo ordine mondiale. Non è inteso come un piano regolatore neocoloniale da imporre, ma è concepito come un’opera di architettura critica – una simulazione speculativa fondata su analisi statistiche, ricerca e conoscenza tradizionale.
Lavoro collaborativo composto da più voci e culture, il progetto è sostenuto da un team internazionale di acclamati scienziati ambientali, teorici e consulenti. Planet City dimostra che il cambiamento climatico non è tanto un problema tecnologico, quanto una questione ideologica, radicata nella cultura e nella politica. Fiction in forma di città, Planet City è allo stesso tempo una straordinaria immagine del domani e una disamina delle impellenti questioni ambientali che dobbiamo affrontare nel presente. (dal testo descrittivo dell’autore)
- Regia e scenografia:
- Liam Young
- Supervisione effetti speciali:
- Alexey Marfin
- Direzione e produzione costumi:
- Ane Crabtree
- Effetti speciali:
- Case Miller, Aman Sheth, Vivian Komati, Yucong Wang
- Colonna sonora originale:
- Forest Swords
- Voci:
- EMEL
- Ricercatori:
- Case Miller (capo), Pierce Myers
- Consulente sceneggiatura:
- Jennifer Chen
- Artisti dei costumi:
- Holly McQuillian, Karin Peterson, Kathryn Walters (Zero Waste Weavers), Aneesa Shami (High Altitude Bot Herder), Yeohlee Teng (Code Talker),Courtney Mitchell (Beekeeper), Ane Crabtree (Nomadic Worker, Algae Diver, Drone Shepard)
- Assistenti ai costumi:
- Courtney Mitchell (West coast) Ela Erdogan (East coast)
- Artista dei tessuti:
- Janice Arnold
- Artisti delle maschere :
- Liam Young (High Altitude Bot Herder, Code Talker, Algae Diver, Drone Shepard), Zac Monday (Zero Waste Weavers), Aneesa Shami (Zero Waste Weavers)
- Interpretati da:
- David Freeland Jr, AJ and Miguel Alejandro Lopez, Joy Brown of Jacob Jonas The Company
- Commissionato da:
- NGV Melbourne for the NGV Triennial 2020 – Ewan McEoin
- Anno:
- 2021