Milano Design Week

Salone del Mobile e Fuorisalone 2025


Weekend al Fuorisalone: le cose da vedere prima che la Design Week finisca

Mancano pochi giorni alla fine della  Design Week. Per chi avrà solo il fine settimana per vederla, abbiamo selezionato il meglio del meglio. 

Se vi siete tenuti la Design Week per il weekend, non siete i soli. Anzi, siete in ottima compagnia: quella dei ritardatari ottimisti, dei fan della procrastinazione e di chi la settimana l’ha passata in ufficio con Instagram aperto a metà schermo. Per voi, questo è il momento di recuperare. 

La buona notizia è che, per quanto le daily guide e la Fomo possano rincorrervi, quasi tutto è ancora lì. La cattiva è che probabilmente ci sarà più gente di quanta ne avete vista in metropolitana a Natale. Quindi, vi serve una selezione, rapida ma ragionata, con l’unico obiettivo di uscirne vivi e, possibilmente, un po’ ispirati.

Milano Design Week 2025. Foto Francesco Secchi

Partiamo dalle installazioni monumentali, quelle che da sole valgono il tempo (anche quello passato in fila). Su tutte, Gucci ai Chiostri di San Simpliciano: si entra solo su prenotazione, ma se avete fortuna (o un amico furbo) vi troverete immersi in Bamboo Encounters, un progetto firmato 2050+ che ripensa lo spazio con il ritmo lento del bambù. Molto contemplativo, molto silenzioso, molto Instagram.

Gucci - Bamboo Encounters, Milano Design Week 2025. Foto Francesco Secchi

All’opposto, ma sempre di alto impatto, c’è Es Devlin a Brera, con la sua Library of Light. Qui la fila è garantita, ma lo è anche l’esperienza: un’installazione luminosa che trasforma il chiostro dell’Accademia in una macchina del tempo emotiva. 

Es Devlin, Library of Light. Milano Design Week 2025. Foto Daniele Ratti

Altra tappa “da fila ma ne vale la pena” è Hermès a La Pelota: ambientazione magica, volumi sospesi, palette cromatica da sogno. E come sempre, la sensazione di vedere qualcosa di altissimo senza sentirsi piccoli.  

Hermès a La Pelota. Foto Francesco Secchi

Se invece non volete passare la giornata in coda, il consiglio è puntare su luoghi meno gettonati ma curatissimi. Uno su tutti: Capsule Plaza allo Spazio Maiocchi. È una mostra collettiva, ma con un’identità forte, diffusa in più venues tra cui il centro culturale Spazio Maiocchi.

Ad animare Capsule, progetti come il dancefloor sospeso di Nike x Pan o lo spazio dedicato alle gallerie in Piazza Risorgimento. Si gira bene, non è ancora preso d’assalto e ha anche un ampio cortile per un sabato che si aspetta di sole (domenica sii clemente).

La buona notizia è che, per quanto le daily guide e la Fomo possano rincorrervi, quasi tutto è ancora lì. La cattiva è che probabilmente ci sarà più gente di quanta ne avete vista in metropolitana a Natale.
Nike x Pan, Milano Design Week 2025. Foto Daniele Ratti

Sempre sulla linea del “più contenuto, ma concettualmente ricco”, segnatevi 6:AM alla Piscina Cozzi. Una delle location più sorprendenti di quest’anno: ex bagni pubblici trasformati in spazi immersivi di vetro e luce. Si esce con la sensazione di aver visto qualcosa di davvero diverso, e forse in questa Design Week è questo quello che conta.

Two–Fold Silence di 6:am, Milano Design Week 2025. Foto Daniele Ratti

Poi ci sono i progetti che funzionano anche solo come pretesto per vedere l’edificio che li ospita. Per esempio, la Fondazione Albers alla Torre Velasca: l’allestimento è sottile, fatto di tessuti e silenzi, ma lo skyline fuori dalle finestre basta a riempire gli occhi. 

Weaving Anni Albers: Dedar in collaborazione con la Fondazione Josef & Anni Albers. Milano Design Week 2025. Foto Francesco Secchi

Stessa cosa vale per Campeggi nella Torre al Parco progettata da Magistretti, che vi dà almeno due buoni motivi per salire: i cinque prototipi di arredi trasformabili realizzati dal progettista quand’era ancora in vita, e la vista.

Vico e Campeggi alla Torre, Milano Design Week 2025. Foto Daniele Ratti

Infine: se vi avanza tempo (e energia), lasciatevi portare dove vi va. Fatevi un giro nei giardini di Porta Venezia, nei cortili nascosti del distretto 5Vie, o andate a dare un’occhiata al cantiere di Citywave a CityLife, firmato Big (Bjarke Ingels Group). Non è ancora finito, ma è già uno spettacolo.

Alcova, Milano Design Week 2025. Foto Luca Ronzoni

Niente vi vieta di tentare l’impresa Alcova, ma sappiate che a questo punto della settimana richiede tempo, pazienza e un certo spirito di sopravvivenza urbana (ed extraurbana). Se non l’avete, tranquilli, non vi giudicheranno.

Alcova, Milano Design Week 2025. Foto Luca Ronzoni

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