Nato nel 1990, l'artista e designer argentino Andrés Reisinger è stato tra i primi a spingersi oltre i confini tra l'arte digitale e il design, definendo un fertile spazio di ricerca e sperimentazione in bilico tra il virtuale e il reale. Le sue visioni creative, sia giocose che immersive, sono un ponte tra questi due mondi apparentemente opposti che, nella pratica di Reisinger, si fondono in modo efficiente nella pratica, coesistendo e completandosi a vicenda.
A tu per tu con Reisinger, che aveva fatto il botto con un design solo digitale
È diventato famoso vendendo una collezione Nft di arredi impossibili per 450mila euro. Che cosa è rimasto di quel periodo e cosa sta combinando ora?
Courtesy Andrés Reisinger
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- Laura Cocciolillo
- 22 ottobre 2024
Le sue opere più recenti sono in mostra al Moco Museum di Amsterdam, dove la mostra Dreams raccoglie quattro interventi che accolgono i visitatori in un mondo in cui si intersecano paesaggi immaginativi, installazioni immersive e arte digitale.
Ma quali sono le pratiche che portano a superare la dicotomia tra fisico e virtuale, così profondamente radicata nella nostra cultura? La premessa per rispondere a questa domanda è che bisogna essere consapevoli, racconta Reisinger a Domus, che questa divisione tra fisico e virtuale non è esattamente una “realtà”, ma piuttosto un costrutto che abbiamo ereditato. Pertanto, "per superare questa dicotomia bisogna cambiare la nostra prospettiva e abbracciare il fatto che entrambi i mondi sono intrinsecamente collegati", spiega l'artista.
Abbiamo bisogno di tracciare dei confini tra il conosciuto e l’ignoto, tra ciò che ci sembra familiare e ciò che ci sembra estraneo.
Andrés Reisinger
“Nel mio lavoro” prosegue, “esploro come la tecnologia possa migliorare, piuttosto che sostituire, la nostra realtà materiale. Gli strumenti digitali, l’IA e gli ambienti immersivi non sono separati dalla creatività umana, ma intrecciati con essa. Quando lavoriamo con la tecnologia considerandola come un nostro collaboratore attivo, piuttosto che solo uno strumento, allora cominciamo a dissolvere i confini”. In ogni caso, c’è un motivo se la maggior parte di noi – con delle eccezioni sempre più frequenti nelle generazioni più giovani – ha ancora bisogno di concepire il virtuale e il reale come due entità opposte.
Secondo l’artista, questa tendenza deriva dal “nostro istinto umano naturale di categorizzare e definire il mondo che ci circonda: abbiamo bisogno di tracciare dei confini tra il conosciuto e l’ignoto, tra ciò che ci sembra familiare e ciò che ci sembra estraneo”. Il desiderio inconscio di mantenere il controllo sulla nostra comprensione del mondo (ovvero “definire ciò che è reale, sicuro, umano”, dice Reisinger) e persino la paura ancor più profonda di perderci nel l’ignoto: questo è quello che, secondo il progettista, ci impedisce di accettare il virtuale e il reale come due facce della stessa medaglia.
Tutti questi concetti sono ben espressi nella mostra di Reisinger ad Amsterdam, per la quale ha creato ambienti immersivi in cui il virtuale e il reale coesistono e si impegnano a vicenda. È il caso di opere come A Dream e How I Write My Stories, in cui l’artista sfrutta i media digitali per esplorare le complessità della psiche interiore, invitando i visitatori a navigare paesaggi surreali che si sviluppano attraverso narrazioni digitali. D’altra parte, Take Over Elastic presenta invece monumentali strutture rosa che creano un senso di calore e risonanza emotiva: “rendendo il mondo digitale tangibile e relatable”, spiega l’artista, “il mio obiettivo è quello di ridefinire la relazione tra questi spazi, incoraggiandoci a percepirli non come entità distinte ma come dimensioni interconnesse della nostra esperienza quotidiana”.
Con la serie Take Over, in particolare, Reisinger è stato anche uno dei primi artisti a coinvolgere l’IA, suscitando una divisione dell’opinione pubblica tra chi l’apprezzava e chi la criticava: ancora una volta, la chiave è riconoscere che l’intelligenza artificiale è uno strumento, e in quanto tale può offrire incredibili opportunità di innovazione ed efficienza, ma non è un sostituto delle competenze umane: “nella mia esperienza, l’IA agisce come collaboratrice, estendendo le mie capacità creative.
La tecnologia offre infinite possibilità, e una sovrabbondanza di scelte che non sempre favorisce la creatività; ma la vera arte viene dalla comprensione e dall’utilizzo di questi strumenti, e dalla pratica della disciplina anche davanti a opzioni illimitate.
Andrés Reisinger
L’imprevedibilità dei suoi contributi”, afferma Reisinger, “può portare a scoperte inaspettate, spingendomi oltre la mia zona di comfort e verso idee audaci. In definitiva, mentre l’IA offre ispirazione, è prerogativa umana scegliere quali idee si allineano con la nostra visione. Questa infinità di possibilità impreviste diventa un esercizio continuo nella fase della creazione, permettendo finalmente di abbracciare un approccio libero e liberatorio”.
Come artista digitale, Reisinger ha prodotto nft che hanno spesso infranto i record, raggiungendo cifre raramente viste all’asta. Oggi – dopo che, come sappiamo, la bolla speculativa è scoppiata – gli abbiamo chiesto cos’è rimasto di tutto il clamore che nft e metaverso hanno avuto negli ultimi anni, e se questi strumenti hanno ancora potenziale per l’arte digitale. L’artista ci ricorda, prima di tutto, che anche questi non sono altro che strumenti, e come tali continueranno ad essere utilizzati fino a quando non saranno obsoleti.
E anche dopo, saranno semplicemente sostituiti da una tecnologia più moderna, ma questo non influenzerà l’arte stessa: “ho sempre apprezzato l’uso di tutti gli strumenti a mia disposizione, in quanto ciò offre una sfida e un’opportunità per la crescita creativa”, spiega l’artista. “La tecnologia offre infinite possibilità”, continua, “e una sovrabbondanza di scelte che non sempre favorisce la creatività; ma la vera arte viene dalla comprensione e dall’utilizzo di questi strumenti, e dalla pratica della disciplina anche davanti a opzioni illimitate. Queste opzioni illimitate possono essere trasformate in semplici strumenti a nostra disposizione. Dobbiamo imparare a pensare e agire in questo modo; capire come aumentare e aiutare la mente umana e lo spirito creativo, veramente insostituibili”.
- Andrés Reisinger, Dreams
- Moco Museum, Amsterdam
- dal 25 ottobre 2024 al 5 maggio 2025