Progettare una sedia è considerato da sempre la sfida più ardua, e interessante, per un designer. Infatti è proprio la sedia l’oggetto che meglio rappresenta la nostra civiltà occidentale (se ci pensiamo non tutti i popoli della terra usano sedie per sedersi!). La sedia è in realtà un sistema, difatti solitamente il nome si usa al plurale: “le sedie”, e questo dà immediatamente conto dell’importanza di ottimizzare progetto ed esecuzione per un bene che verrà acquistato non singolarmente, ma in diversi esemplari: le sedie si contano in gruppi, da 4-6-8-12 (e, per di più, devono spesso “fare sistema” attorno a un tavolo).
Oltre a ciò la complessità del progetto della sedia sta nelle funzioni che essa deve espletare: destinata a sorreggere il corpo di un individuo che potrebbe pesare anche 120 chilogrammi e che comunque “non sta fermo mai”, anzi: si stira, si appoggia, si alza, si dondola. La struttura della sedia è, di conseguenza, sottoposta a sforzi incredibili, che il “non-designer” veramente fatica a immaginare.
Inoltre la sedia è una tipologia complessa che si arricchisce di numerose sotto-tipologie: le sedie impilabili, le sedie pieghevoli, le sedie imbottite, le sedie con braccioli, per non parlare delle sedie da ufficio.
La sedia è quindi un oggetto “riassuntivo”, un perfetto story-teller: tra la tradizionale sedia in legno, che ancora oggi troviamo nelle osterie fuori porta, e gli avveniristici modelli in fibra di carbonio scorre l’intera storia dell’umanità. Ecco perché, se dovessimo scegliere un unico oggetto mediante il quale raccontare quella storia, senza dubbio alcuno sarebbe la sedia!