La “scultura da viaggio” disegnata da Zaven per Valextra

La nuova valigia del brand milanese riprende un'idea di Bruno Munari. “Un oggetto aperto a ogni interpretazione e sensibilità con cui interagire”, spiegano i progettisti a Domus.

Era il 1958 quando Bruno Munari decise che l’arte poteva andare in vacanza, viaggiare e spostarsi con noi. Le sue Sculture da Viaggio erano un souvenir per menti curiose: leggere, pieghevoli, trasformabili. “Quando gli oggetti che usiamo quotidianamente e l'ambiente nel quale viviamo saranno anche opere d'arte, allora potremmo dire di aver raggiunto un equilibrio”, diceva Munari. Per lui, l’equilibrio non era un traguardo statico, ma un gioco continuo tra funzione ed estetica, tra struttura e immaginazione.

Oggi grazie a Valextra, quasi settant’anni dopo, un’intuizione ispirata al grande maestro prende forma alla Design Week milanese con Costa70 + Zaven. Qui, il duo veneziano Zaven, formato da Enrica Cavarzan e Marco Zavagno, rielabora quell’idea insieme alla maison milanese, storico brand della pelletteria di lusso. Se Munari partiva dalla carta, qui il gesto è più audace: pelle, vetro, metallo, resina. Oggetti solidi, quasi scultorei, ma che chiedono di essere assemblati, scomposti e ricomposti, come un castello di carte. Il tutto racchiuso nella storica Costa70, una valigia che sembra la custodia di uno strumento musicale, pronta a trasportare non note, ma forme in movimento. Prodotta in un’esclusiva serie limitata di dieci pezzi, Costa70 + Zaven è un oggetto sospeso tra memoria e innovazione, tra il rigore della progettazione e la libertà dell’immaginazione, pronto a trasformarsi con chi lo possiede. 

L’arte da una parte, il design dall’altra, la moda qui e l’arredo là – Costa70 + Zaven è tutte e nessuna di queste cose.
Valextra Vocabolario 2.0, Costa 70 + Zaven, 2025. Courtesy Valextra

“Con questo oggetto apriamo la sperimentazione anche al pubblico. Ci interessava creare un oggetto speciale, elegante che richiedesse un’interazione consapevole, che si potesse cambiare nel tempo, costruire una volta o mille volte. Un oggetto aperto ad ogni interpretazione e sensibilità con cui interagire”, spiegano gli Zaven. E il sodalizio con Valextra che incarna la milanesità più raffinata, ha dato vita a un oggetto matrioska: una valigia (scovata nell’archivio) con dentro un set di forme essenziali per costruire strutture in continua evoluzione, intime e su misura di chi le compone. Proprio come i mattoncini colorati con cui tutti siamo cresciuti, Costa70 + Zaven riaccende quella parte creativa che la vita adulta spesso mette in pausa.

Valextra Vocabolario 2.0, Costa 70 + Zaven, 2025. Courtesy Valextra

Costa70 + Zaven è anche un omaggio alla memoria progettuale dell’azienda – già vincitore del prestigioso premio Compasso d'Oro del 1954, assegnato alla borsa Ventiquattro, “nata a Milano, pensata a Milano e ispirata a Milano. Valextra è il riflesso della sua città natale in tutta la sua sobrietà e il suo splendore”, aggiunge Xavier Rougeaux, Ceo dell’azienda. La valigia si rifà ai modelli più iconici del brand, storicamente pensati per funzioni specifiche - porta-profumi, campionari di materiali, custodie per macchine da scrivere e computer. Ma questa volta il contenuto è un’idea: una creatività nomade e aperta, costituita da una base in alluminio, un’asta in acciaio lucido, elementi in resina dalle forme geometriche pure e un anello di gomma nera per domarle. Dispositivi per costruire architetture personali ed erranti. L’atto del montaggio diventa libertà ma anche rituale: avvita l’asta, posiziona gli anelli, incastra le resine, ruota, bilancia - ogni combinazione è un nuovo paesaggio da esplorare.

Anche l’allestimento nello store di Valextra in via Manzoni riprende gli stessi elementi geometrici all’interno della valigia, amplificandoli in uno spazio immersivo. Blocchi dai colori sgargianti e accesi si susseguono in un equilibrio cromatico studiato, creando un dialogo visivo con le architetture modulari dell’oggetto esposto. 

Valextra Vocabolario 2.0, Costa 70 + Zaven, 2025. Courtesy Valextra

Munari diceva che le sue Sculture da Viaggio servivano a creare un punto di riferimento, un piccolo rifugio visivo capace di portare con sé un pezzo della propria cultura, anche nella più anonima delle stanze d’albergo. Oggi, con le “architetture da viaggio” di Costa70 + Zaven, non ci si limita a un punto di riferimento: si porta direttamente un piccolo cantiere creativo, un kit di sopravvivenza estetica per chi non può fare a meno di costruire il proprio ordine.

Zaven e Valextra hanno trasformato il concetto in un gesto elegante e mutevole, un oggetto che si monta e si smonta come i pensieri migliori. Perché se c’è una lezione che possiamo imparare da Munari, è che il bello delle cose sta nel modo in cui le facciamo nostre. In un mondo che separa e incasella tutto con maniacale precisione – l’arte da una parte, il design dall’altra, la moda qui e l’arredo là – Costa70 + Zaven è tutte e nessuna di queste cose.

Immagine di apertura: Valextra Vocabolario 2.0, Costa 70 + Zaven, 2025. Courtesy Valextra

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