Il tavolo è l’ultimo tra le grandi tipologie di arredo a venire definito autonomamente. Se infatti si può sostenere che la sedia fosse già conosciuta dagli antichi Egizi, il tavolo “non esiste” ancora nel XVIII secolo e persino i grandi banchetti reali vengono attrezzati con piani e strutture provvisorie, posizionate in centro ai saloni da ballo e coperte da lunghe tovaglie. Ecco dunque che il tavolo, come da noi conosciuto nell’epoca moderna, deriva piuttosto dalle scrivanie o da situazioni povere, quali i tavoli da stiro, da lavoro (in particolare da tappezziere) o i tavoli nelle cucine contadine.
Oggi la grande forbice che si presenta a chi dovesse scegliere un tavolo, oltreché nella scelta della forma del piano, dal rotondo, più conviviale, al quadrato, che condiziona fortemente la forma della stanza, al classico rettangolare, consiste nelle due opposte opzioni: tavolo “sculturale” o tavolo “minimale”.
Il primo si imporrà per il suo disegno, in particolare del basamento, e per la materia e/o il colore importanti. Ovviamente richiederà, in abbinamento, sedie molto semplici e austere. Il secondo invece, più funzionale, tenderà alla leggerezza e a un disegno “bidimensionale” e quindi potrà accettare anche sedie tessili dagli importanti rivestimenti.