“Un apprendistato di cultura italiana”: così Bjarke Ingels ha raccontato il suo lavoro come guest editor 2025 per Domus, davanti al pubblico riunito nell’aula magna del Trifoglio – un’altra creazione di Gio Ponti, dopo la nostra rivista – al Politecnico di Milano.
Ingels ha trascinato tutti in una full immersion serratissima dentro la “pragmatic utopia” da cui è scaturita l’idea della sua Domus: Ingels è l’architetto che ha trasformato un termovalorizzatore in una montagna su cui sciare, un enorme traghetto dismesso in una casa urbana che proprio su quella montagna si affaccia, e l’accesso trasporti di uno stabilimento in una cattedrale.

In questo quadro, anche l’idea di un “nuovo materialismo” prende la dimensione di un manifesto: “Abbiamo pensato che potesse essere interessante prendere la parola materialismo” ha detto Ingels “che oggi è per lo più associata a un’idea negativa di consumismo vuoto e cercare di creare un punto di vista secondo cui il nostro mondo, la nostra società, sono stati plasmati dai materiali che conosciamo”. E ha spiegato: “Ci è sembrato un punto di partenza interessante”. Sono nati così i dieci numeri di Domus 2025, ognuno dedicato a un materiale, come la pietra, la terra, il cemento, il metallo. Rappresentano un “razionalismo piranesiano” – ecco un altro dei suoi tanti ossimori – dove i materiali si mostrano nell’onestà della loro trama e soprattutto del loro funzionamento, della loro capacità di ampliare il concetto di tecnologia.
Abbiamo pensato che potesse essere interessante prendere la parola materialismo che oggi è per lo più associata a un’idea negativa di consumismo vuoto e cercare di creare un punto di vista secondo cui il nostro mondo, la nostra società, sono stati plasmati dai materiali che conosciamo
Perché design, nel pensiero di Ingels, è trasformazione del proprio mondo e del proprio futuro, proprio come il Lego, brand di cui ha progettato la sede, non è un gioco ma uno strumento per dar forma. Questa è la cifra umanistica della tecnologia, quella che intercetta nell’universo il potenziale di armonia tra le cose, che le porta ad evolvere.
La lecture di Bjarke Ingels è stato introdotto da Maria Giovanna Mazzocchi Bordone, Cavaliere del Lavoro e presidente di Editoriale Domus, Emilio Faroldi, Prorettore Vicario del Politcanico di Milano e da Walter Mariotti, direttore editoriale del sistema Domus.
Davanti a un’aula gremita, Bjarke Ingels ha concluso il suo discorso tra gli applausi. L’ultimo numero di Domus dedicato al metallo è in edicola questa settimana.

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