In principio furono i pioneristici Stabilimenti Farina, che aprirono i battenti a Torino nel 1906 grazie a Giovanni Farina — anche padre di Nino, poi primo campione del mondo di Formula 1 — e rimasero in attività fino al 1953. Qui, facendo fronte a due guerre mondiali, lavorando per Fiat, Lancia. Ferrari e Alfa Romeo in primis, ma anche per Case automobilistiche straniere come Rolls-Royce, Hispano-Suiza e Jaguar, fecero gavetta parecchi designer.
Fra questi, ci furono Pietro Frua, Mario Felice Boano, Giovanni Michelotti, Alfredo Vignale e il fratello minore del fondatore: Giovanni Battista detto Pinin — soprannome attribuitogli a causa della somiglianza con il padre Giuseppe.

Nel 1930, grazie al grosso finanziamento concesso da una facoltosa zia della di lui moglie, Pinin decise di mettersi in proprio e fondare la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, insieme ad altri soci minoritari, tra cui Vincenzo Lancia — con cui aveva un rapporto di stima e amicizia nato durante la collaborazione della Casa torinese con gli Stabilimenti Farina — e Gaspare Bona. Tale società sarebbe poi divenuta celebre come Carrozzeria Pininfarina.
Forse non tutti sanno, però, che Pinin Farina non era un designer: non disegnò, infatti, alcuna delle vetture che popolano la gallery di questo articolo.

Per dieci anni Pinin Farina lavorò quasi esclusivamente per Lancia, realizzando prototipi, speciali e piccole serie, soprattutto su telai Aprilia, Astura e Augusta. Con la fine delle ostilità nel 1945, l'attività riprese e, dagli anni Cinquanta in poi, guadagnò una fama sempre crescente, anche per merito del figlio Sergio e del genero Renzo Carli, marito della figlia Gianna. Con il fallimento degli Stabilimenti Farina del 1953, molte maestranze furono assorbite dalla Pininfarina.
Forse non tutti sanno, però, che Pinin Farina non era un designer: non disegnò, infatti, alcuna delle vetture che popolano la gallery di questo articolo. Pinin, in realtà, padroneggiava un elevato senso estetico e, non senza l’expertise acquisita a stretto contatto con battilastra e carrozzieri nell’azienda del fratello Giovanni, riusciva — con strepitoso talento — a far evolvere, modificare e sviluppare prima i disegni su carta e poi i vari modelli in scala delle vetture commissionate al suo atelier dai vari clienti.

Immagine di apertura: Ferrari Berlinetta Boxer (1973). Courtesy Wikimedia Commons

Besenzoni porta i riflessi del mare al Fuorisalone
Un’installazione per la Milano Design Week 2025 celebra l’esperienza del navigare tra mare aperto e luce, resa unica dal carattere innovativo della poltrona pilota Manta.