Il tema dell’accoglienza, del ricevere, della casa in tutte le sue declinazioni incluso quella temporanea, è centro propulsore della più attraente fiera del design da collezione (2-6 dicembre 2015) dove i molti comprano per arredare e vivere nel bello, mentre i collezionisti più appassionati (e maniaci) acquistano per arricchire i preziosi magazzini privati – il visitatore quest’anno è stato coccolato da una serie di accessori che aumentavano il tempo di permanenza all’interno della tenda a due passi dal Convention Centre e che hanno reso l’esperienza ancora più stimolante.
Design Miami 2015
Il tema dell’accoglienza e della tolleranza – dallo stare insieme alla condivisione – hanno caratterizzato l’ultima edizione di Design Miami/ la più nota fiera del design da collezione.
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- Maria Cristina Didero
- 30 dicembre 2015
- Miami
Non solo, l’attenzione dedicata all’ospite è sacra, ma il fatto che lo diventi anche chi non si conosce è stato di per sé un gesto di fiducia 2.0 che ben restituisce la modalità del viaggio e del soggiornare contemporaneo. Proprio questo concetto dell’accoglienza e dell’altruismo in chi arrivava, chi veniva in visita, dovrebbe essere sempre più comune e quindi ben vengano le operazioni vicine alla tolleranza, allo stare insieme, alla condivisione. “Belong. Here. Now.” era il titolo dell’allestimento di 1.500 metri quadrati open-air presentato dall’inarrestabile colosso Airbnb fondato nel 2008 a San Francisco da Joe Gebbia e Brian Chesky (il claim sul sito è: casa tua ovunque nel mondo) progettato dallo studio di architettura di Chicago Design With Company, composto da Stewart Hicks e Allison Newmeyer; uno spazio dedicato al benvenuto e alla performance, animato da un’agenda di creativi tra cui i cileni Great Things To People e l’artista Emilie Baltz (ma soprattutto da improvvisazioni sorprendenti) e caratterizzato da grandi elementi architettonici giustapposti e scomposti, esattamente di fronte all’accesso principale di Design Miami/.
Per rimanere in tema, Revolution Precrafted Properties era invece una collezione di padiglioni e spazi vivibili prefabbricati pensati dal designer e imprenditore Robbie Antonio con ETN Design: due dei trenta esempi erano firmati da Zaha Hadid e Gluckman Tang. La galleria milanese Rossella Colombari ha presentato uno stand arricchito dai nomi più prestigiosi del design d’autore italiano (da Ponti, Mollino, Borsani e Mangiarotti) pensato proprio come il soggiorno di una casa raffinata nei toni dell’azzurro cielo, con tanto di caminetto disegnato a parete. Dalla casa all’ufficio – per tanti, la seconda casa. Dallo scorso ottobre, Fendi ha trovato un nuovo domicilio all’interno di uno degli esempi più straordinari dell’architettura del secolo scorso: la maison ha traslocato a Roma in zona EUR, negli spazi del Palazzo della Civiltà Italiana (1942) e ha proposto il progetto dal titolo suggestivo L’Altra Metà Del Sogno, Roma 1940-2015. Si trattava di arredi pensati negli anni Trenta da Guglielmo Ulrich, mai prodotti, realizzati ora dalla casa di moda con i migliori pellami e una manifattura tutta italiana. Dopo sette decadi, questi oggetti andranno finalmente ad arredare il nuovo Palazzo Fendi.
Capitanata da Yu Wang, ha solo due anni di vita e una seconda casa, la giovane Gallery ALL, con sede a Pechino e Los Angeles: ha esposto Off-Railing Series, serie di sedute arzigogolate e ingarbugliate (benché singolarmente comode, ma è necessario testarle) disegnate dagli architetti newyorkesi Aranda/Lasch, ispirate alla metro della loro metropoli oltre a una serie di specchi in argento con mappe tratte da Google Earth di Naihan Li, (City Landscape Mirror Series), architetto con formazione alla Bartlett School of Architecture di Londra, uno studio nella capitale cinese oltre a diverse collaborazioni con l’artista Ai Weiwei in occasione di progetti legati al mondo dell’architettura. Sold out per la galleria di Evan Snyderman e Zesty Meyers e il loro golden duo The Haas Brothers (Niki e Simon): la collezione Afreaks – composta da funghi giganti dal fusto in bronzo e largo cappello in perline multistrato, chaise longue coloratissime realizzate da un lavoro certosino e ottomani dalle forme antropomorfe di animali irreali, prodotti in Sudafrica in collaborazione con la piattaforma creativa di Southern Guild – ha trovato una “nuova casa” a poche ore dall’apertura delle porte.
I fratelli losangelini, che dividono l’opinione degli addetti ai lavori, ha un modo originale di relazionarsi con il mondo delle edizioni limitate; ciò che colpisce è la gioia e l’allegria delle loro produzioni oltre alla fervida immaginazione e alla ossessiva ricerca nella perfetta manifattura dei pezzi, dal gande impatto visivo. Un volume pubblicato da Damiani corredava la collezione. Deliziose le illustrazioni commissionate dalla fiera al francese Pierre Le-Tan, ispirate alla mitologia classica di Miami con coccodrilli, bikini e fette di torta al limone; in questa edizione Design Miami/ si avvicina ancora di più al mondo del retail con una piccola collezione di foulard, ombrelli e borse di piccolo taglio siglata dall’autore per J-Crew – anche questa andata a ruba. Altro omaggio alla Florida e al suo spensierato lifestyle, la design agency di Giovanni Beltran, di base a Miami, ha proposto The Storefront di Jonathan Gonzalez, designer cresciuto a Key West e co-fondatore di Everything Inc con Jieun Yang; si tratta di una serie di lettini con parasole (Over Under Chaise), panche destrutturate e modulari (Bench X/C), chaise longue dai toni pastello, dalle linee rigorose e dallo stile retrò dedicate all’outdoor – specialmente a bordo piscina. Lo stand stesso è concepito come un vero e proprio negozio.
Altra novità a testimoniare la grande affluenza (36.500 persone tra cui Elle Mac Pherson, Sylvester Stallone e Leonardo Di Caprio), è stato il Design Miami/ Market, mercatino patinato (disegnato da Emmett Moore) dove non si acquistavano solo libri d’eccezione selezionati da Artbook D.A.P., ma si poteva scegliere tra occhiali da sole (siamo sempre a Miami) ideati dal brasiliano Vik Muniz e una selezione di articoli del noto negozio Dean & Deluca con tanto d’installazione dedicata – Cheese di Adam Charlap Hyman e Andre Herrero con grandi fette di formaggio, simbolo della gastronomia dai prodotti epicurei, sedute su un podio ricoperto dalla carta da parati di Wallpaper Projects in marmo bianco – finto, a differenza del formaggio esposto dal profumo invitante. Omaggio design oriented alla prima sede fondata nel 1977 da Giorgio DeLuca a Soho, al 120 di Prince Street nel cuore di Mahattan e dall’insegna esplicativa The Cheese Store.
L’intersezione di design e cibo non è una novità, ma è interessante notare che brand di questo settore investano nella creatività – anche il talk FOOD+DESIGN/ era promosso da Dean & Deluca. Design Miami/ sembra quindi guardare al mondo di tutti i giorni: prodotti dal prezzo ragionevole condividono lo stesso palcoscenico di una vasca da bagno in ceramica da 60.000 euro del coreano Lee Hun Chung proposta da Seomi International.
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