Villa Pisani e il Progetto Arte Contemporanea

La quinta edizione di Arte Contemporanea a Villa Pisani Bonetti si è aperta a fine giugno con i lavori di Niele Toroni e Arthur Duff: un dialogo con l'architettura cinquecentesca di Andrea Palladio che proseguirà fino a novembre.

Ciò che sta accadendo a Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo è tanto inaspettato quanto sorprendente, soprattutto se si considera che questa operazione di mecenatismo culturale, dove la committenza privata invita artisti contemporanei a dialogare con l'architettura palladiana, ha luogo nell'entroterra vicentino noto soprattutto per la piccola-media impresa e la laboriosità della popolazione. Progettata da Andrea Palladio nel 1541 e costruita tra i 1544 e il 1545, Villa Pisani è – molto probabilmente – l'opera più rappresentativa del periodo giovanile di Palladio. Ancora oggi in perfetto stato di conservazione grazie all'attento lavoro dei proprietari, la villa è diventata un interessante polo attrattivo grazie al Progetto Arte Contemporanea a Villa Pisani che fino al 10 novembre espone le opere inedite di Niele Toroni e Arthur Duff.

Il progetto, avviato nel 2007 da Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, collezionisti d'arte contemporanea e attuali proprietari della Villa, è coordinato da Luca Massimo Barbero e curato da Francesca Pola. Le opere realizzate dai due artisti sono pensate per dialogare con il luogo. Niele Toroni (Muralto-Locarno, 1937) individua come fulcro del proprio progetto il grande salone centrale, dove interviene sulla controfacciata della loggia e sulle due piccole porte con una serie di impronte di pennello n. 50, a intervalli di 30 cm l'una dall'altra.

In apertura: Arthur Duff. Qui sopra: Niele Toroni

Nella monumentalità dell'architettura palladiana, s'inserisce così un elemento di progressione visiva, un modulo in movimento regolare, che nel suo moltiplicarsi mette in discussione e complica l'equilibrio strutturale rinascimentale dell'edificio. L'artista interviene anche in cantina con l'opera ironicamente intitolata Angoli come angeli in cantina. Luce e movimento sono gli elementi fondanti dell'intervento che Arthur Duff (Wiesbaden, 1973) ha concepito per una delle grandi sale d'angolo. Qui l'artista ha scelto di agire sul soffitto creando un ambiente buio nel quale una proiezione laser di scritte a scorrimento modifica continuamente le coordinate spaziali e fisiche di esperienza del luogo.



Nell'ambiente buio un laser fa ruotare parole tra loro intrecciate ortogonalmente al loro centro, ma fuori asse rispetto al parallelismo delle travi. Proseguendo il percorso in una delle cantine, si incontrano alcuni lavori realizzati dall'artista con nodi stratificati e spazializzati secondo alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier.

Niele Toroni al lavoro a Villa Pisani

Sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, lavora anche il piccolo laser verde costituito dalla frase "the mind of the world, a cell in its brain", tratta da World Brain di Herbert Georg Wells, uno dei primi testi sulle ipotesi di accrescimento organico di connessioni e scambi d'informazioni al di fuori della coscienza individuale. Unicamente per la sera dell'inaugurazione, Duff ha anche realizzato una spettacolare proiezione laser verde di circa 80 metri all'aperto: un grande fascio di parole luminose, rotanti tra la facciata posteriore della Villa e l'intera estensione del prato retrostante, secondo un asse proiettivo diagonale e destabilizzante. La frase che la costituisce, "Sing about the past but feel it in the present" è tratta da un'intervista del cantante pop Damon Albarn ed è stata scelta per sottolinearne l'ovvietà e la potenziale adattabilità a qualsiasi situazione: in questo caso alla relazione attiva tra passato e presente a cui si riferisce l'intervento artistico stesso in dialogo con l'edificio storico.

Arthur Duff

La mostra accoglie il visitatore come vero e proprio ospite in una casa, nella quale le opere di Toroni e di Duff si integrano con la Villa, così come i lavori nati negli anni precedenti dal dialogo stabilito con questi spazi da altri otto artisti internazionali, quali Nelio Sonego e Michel Verjux (2007), Igino Legnaghi e François Morellet (2008), Alan Charlton e Riccardo De Marchi (2009), David Tremlett e Bruno Querci (2010). Alcune delle opere esposte sono ad oggi ancora parte della Villa e del parco, concepite per essa e inserite armoniosamente nell'intero complesso. Ciò che ne risulta è un luogo permanentemente attivo nel quale il presente della contemporaneità offre un'arricchita esperienza della storia.