Il Parco della Luce è l’ultimo tassello dell’ambizioso progetto di Renzo Piano Building Workshop che sancisce l’apertura definitiva dell’enorme complesso in via Monte Rosa 91 a Milano, trasformato in un nuovo campus urbano e inaugurato lo scorso giugno per iniziativa di Axa Im Alts. Un immobile con una storia complessa e stratificata per cui questa coraggiosa operazione immobiliare potrebbe forse rappresentare un punto di arrivo.
Il Parco della Luce di Renzo Piano inaugura a Milano
Renzo Piano Building Workshop torna all’edificio che aveva rigenerato come sede per il quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore: ora è una oasi urbana che riparte con le opere di tre artisti contemporanei.
Foto Enrico Cano
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Courtesy Studio Bams
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- Giorgia Aprosio
- 22 maggio 2024
Situato in zona Lotto, nella periferia nord-occidentale di Milano, nel corso del ‘900 l’edificio fu prima sede dell’azienda automobilistica Isotta-Fraschini e poi di Siemens-Italtel, l’azienda italiana leader nelle telecomunicazioni e nell’elettronica. Nel 1998 iniziano i lavori per trasformare gli ex stabilimenti industriali nella nuova sede dello storico quotidiano Il Sole 24 Ore a cura di Renzo Piano Building Workshop.
La struttura, con ingresso al civico 91 di Viale Monte Rosa, avrebbe inaugurato solo cinque anni dopo: un parallelepipedo di vetro contenente 40.000 mq di uffici su cinque livelli fuori terra, un piano giardino e due interrati, un auditorium in grado di ospitare circa 230 persone e una collina artificiale. Nel 2020 la redazione - assieme alla sua nuova costola educational, 24 Ore Business School, - lascia l’edificio che viene rilevato dall’asset manager globale Axa. Lo studio di Renzo Piano è chiamato nuovamente a mettere mano al progetto, con un risultato che supera le aspettative.
Monte Rosa 91 è molto di più che un semplice centro uffici: il progetto visionario di Rpbw trasforma l’architettura sia nei modi, grazie alla particolare attenzione all’efficientamento energetico, che negli scopi, facendone un luogo di relazioni e pause nel verde, che sfugge alla logica dell’alveare produttivo e vuole essere attraversato dalla vita tutta. A firmare il design dell’area verde è lo studio Ag&P greenscape, in un progetto di riqualificazione che ha visto il recupero di oltre 93 alberi già esistenti, 42 nuove alberature, 60 grandi arbusti e 13.800 fra piccoli arbusti e piante perenni. Mentre a curare il public program di quello che ambisce a diventare un grande nuovo centro culturale per la città di Milano è Gaia Manzini, a cui è affidata la riattivazione dello spazio attraverso incontri e iniziative interdisciplinari aperte alla cittadinanza.
Ma più di tutti, il Parco della Luce si pone come manifesto di questa nuova vocazione architettonica. Sorto su l'originaria collina artificiale, ora accoglie il progetto “Prima Luce” a cura di Helga Marsala. Tre artisti italiani di fama internazionale noti per l’inscindibile rapporto con la natura, presentano tre grandi installazioni permanenti posizionate in cima alla collina, attraverso gli spazi chiusi sottostanti e la grande scala centrale. Le tele antipolvere di Stefano Arienti ritraggono paesaggi artificiali, i diapason a led di Mario Airò catturano gli spettri di emissione elettromagnetica dell’oro e del piombo, mentre la scultura in acciaio inox composta da moduli dalla forma organica di Loris Cecchini riflette e si mescola con il giardino. Gli interventi si sommano a quello dell’artista giapponese Susumu Shingu, allestita nel corpo centrale dell’edificio già vent’anni fa.
Un corpus di opere che potrebbe crescere in futuro e che oggi diventa un piccolo modello di lavoro, un laboratorio per una nuova idea di rigenerazione urbana, sviluppata in armonia con la natura avvalendosi della collaborazione tra le diverse arti.