10 case di Frank Lloyd Wright da visitare negli Stati Uniti

Tra praterie sconfinate, aridi deserti e sobborghi residenziali, le case di Wright sono un inno entusiastico alla vita e a un ideale abitativo di spazio libero, empatico ed avvolgente in accordo perfetto con gli elementi naturali.

Frank Lloyd Wright, Casa e Studio, Oak Park, Chicago, Illinois 1889 Tutto è partito da qui: la casa/studio che Wright progettò a soli 22 anni,  il primo edificio concepito in totale autonomia creativa. Realizzato secondo lo stile “shingle” al tempo molto diffuso nella East Coast e ispirato al gusto coloniale, l’opera è caratterizzata da una facciata asimmetrica, un'ampia veranda e involucri esterni in scandole di legno. Nonostante il linguaggio ancora acerbo, la costruzione ha in sé il germe di un pensiero rivoluzionario e apertamente critico verso la rigidezza e la pretenziosità delle case vittoriane, prediligendo una pianta libera e un rapporto più garbato e sostenibile con il contesto naturale: elementi fondativi, questi, delle future prairie houses.

Foto di Michael Clesle. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910 Robie House è la summa dei precetti che Wright elabora nella prima decade del XX secolo intorno al tema delle prairie houses, il modello di casa concepita in esplicita negazione del linguaggio magniloquente ed affettato del neoclassicismo allora imperante: un’abitazione che anticipa l’attenzione per la sostenibilità ambientale, fatta di volumi ribassati, coperture avvolgenti e protettive, materiali schietti e naturali (come il legno e il mattone), pianta libera, assenza di apparati decorativi e rapporto dialettico con il contesto naturale.

Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910

Foto David Arpi. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921 Nonostante il sole abbagliante e i cieli tersi della California, il periodo degli anni ‘20 che Wright trascorse sulla West Coast fu offuscato da umori foschi e pensosi, probabilmente a causa di travagliate vicende personali. Il risultato fu un linguaggio progettuale severo e inquietante che si concretizza in Hollyhock house, un’abitazione commissionata dall'ereditiera del petrolio, filantropa e mondana Aline Barnsdall nel quartiere di East Hollywood. L’edificio rimanda esplicitamente alla cultura precolombiana, con poderosi blocchi in cemento, bassorilievi e decori in stile “tempio azteco” (senza altari sacrificali, per lo meno ad una prima vista).

    Foto DB’s travels. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921  

  Foto Fæ- Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937   Wright diceva che Taliesin West è “uno sguardo oltre il bordo dei mondo“. In effetti si tratta di una realtà a sé stante che reclama una propria autonomia rispetto agli ordinari e spesso schiaccianti ingranaggi che governano la vita quotidiana. Qui, nel deserto, l’architetto ha ideato il suo buen ritiro dai rigidi inverni del Mid-West e dai convulsi ritmi metropolitani, nonché il laboratorio di formazione e sperimentazione per i suoi studenti. L’opera fu quasi tutta costruita dal maestro e dai suoi apprendisti ed è ispirata interamente al paesaggio desertico, con volumi bassi incorniciati da travi di sequoia e materiali autoctoni come roccia, cemento misto a materiali locali e sabbia. Oggi è la sede della Frank Lloyd Wright Foundation.

    Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937

  Foto Tatiana12. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937 Per essere una casa usoniana quindi caratterizzata da un design semplice, funzionale e accessibile alla classe media, Hanna-Honeycomb House - così chiamata per il suo impianto esagonale e prima opera di Wright a pianta non rettangolare da lui progettata - aveva in realtà molti optionals: il lotto di 1,5 acri includeva infatti una casa per gli ospiti, uno spazio per gli hobby, un deposito, un doppio garage e una casetta da giardino. L’aura domestica e famigliare dell’edificio a volume orizzontale è garantita, in sintonia con lo stile usoniano, da materiali schietti e naturali come il legno e il laterizio e da ambienti flessibili e luminosi, grazie alle finestre a tutta altezza che scandiscono i prospetti. Oggi l’edificio è di proprietà della Stanford University.

    Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937

Foto Wallyg. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pensylvania 1939 Wright diceva che “se ascolti il suono di Fallingwater ascolti la quiete della campagna”. E in effetti non c’è nulla di più meravigliosamente intimo e pacificante del reperire, comodamente adagiati nella protezione di un rifugio domestico, i suoni della foresta. Adagiata tra le colline di Mill Run sulla cascata naturale di Bear Run, la casa con i suoi dirompenti volumi a sbalzo rivestiti in pietra di cava è un’appassionata dichiarazione d’amore del progettista alla Natura e sottende una inesausta ricerca di un equilibrio tra Uomo, tecnologia e paesaggio.

Foto Orangejack. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pennsylvania 1939

Foto Kevinq2000. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940 Se uno pensa all’ architettura usoniana che raffigurava case concepite appositamente per la classe media americana, di piccola dimensione, semplici ma eleganti e di costo moderato, non può che ricordare Rosenbaum House, l’unica progettata dal maestro in Alabama e che acchiude in sé tutte le caratteristiche di questo “stile”: pianta ad “L”, livello unico, distribuzione funzionale e flessibile, finestre a tutta altezza, arredi incorporati nelle strutture e materiali semplici e naturali come legno e laterizio. Dopo la morte dei proprietari, è stata acquistata dall’ municipalità di Florence e oggi ospita un museo.

Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940

Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950 All’insegna della gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), in questa piccola dimora commissionata da un’abbiente famiglia locale nulla è stato lasciato al caso, dal disegno dell’architettura a quello degli arredi e delle stoviglie (tutto su progetto di Wright). L’edificio è un chiaro esempio di casa usoniana su un unico livello, con coperture piane a falde aggettanti e protettive, pianta libera e flessibile, muri in mattoni, serramenti in legno, finestre a tutta altezza e pavimenti di cemento. Dopo la morte del proprietario, la casa è stata donata allo stato dell'Iowa che ancora ne mantiene la proprietà.

  Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950

Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956 Progettata alla veneranda età di 86 anni dal maestro, Kentuck Knob fu una delle ultime case che Wright costruì. Di stampo usoniano, a un solo piano con le vaste coperture piane a sbalzo in lamiera di rame a contrasto con il tono neutro della pietra naturale dei muri, interni a pianta libera rifiniti in arenaria e legno di cipresso rosso della Carolina del Nord, la casa ha la particolarità di un impianto esagonale ma la consueta riconoscibile grazia nel fondersi con delicatezza nel paesaggio naturale.

Foto sarowen. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956

Foto sarowen. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953 L’abitazione, unica fattoria che Wright abbia mai progettato, è a tutti gli effetti un ranch adagiato in una prateria di 800 acri, all’insegna del lessico usoniano che qui impiega volumi squadrati ad un solo livello, generose coperture piane con massive quinte murarie in mattoni, finiture in cemento mescolato a materiali locali e cipresso rosso di Tidewater. L’edificio, soggetto a diversi interventi di ristrutturazione, è ancora oggi di proprietà della famiglia che lo rende visitabile in alcuni periodi dell’anno.

Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953

Courtesy Creative Commons

Nel 1900 Robert C. Spencer descriveva l’amico e collega Frank Lloyd Wright come colui che “disprezzando la via facile e comune e a suo agio invece tra lo splendore delle foreste e delle praterie in fiore del suo paese, ha dato un’interpretazione molto intelligente dell’odierno significato di architettura”.

In effetti Wright ha rifondato la cultura progettuale americana, facendo piazza pulita dei rigurgiti “in stile” per coniare un lessico originale concentrato su un unico grande obiettivo: instaurare un rapporto degno ed equilibrato tra artificio, tecnologia e natura. Da qui la genesi del suo pensiero, straordinariamente precursore dei tempi in relazione ai temi della sostenibilità ambientale e del rapporto con il contesto, che si concretizza in ambito residenziale nelle “prairie houses” (Robie House): abitazioni in totale sintonia con il paesaggio, fatte di volumi bassi e minimali e coperture a sbalzo spesso esorbitanti, a suggerire l’idea che la casa è uno spazio organico in sintonia con i ritmi dell’uomo e delle stagioni (Taliesin West, Fallingwater). Con la concezione delle case “usoniane” dagli anni ’30 in poi, Wright approda ad una versione di abitare più abbordabile per la “middle class”, perché nella sua visione di architettura “democratica” non concepiva che la qualità abitativa fosse appannaggio di pochi: tipicamente residenze a pianta regolare, libera e flessibile, ad un solo piano, con materiali semplici e naturali (Hanna-Honeycomb House, Rosenbaum House, Cedar Rock, Kentuck Knob, Muirhead Farmhouse).

Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pensylvania, 1939. Foto Orangejack

Un lavoro lungo settant’anni, dai deserti alle montagne, dalle metropoli alle foreste, tra milionari e ceto medio a significare che, come diceva l’architetto, “risultato dell’arte del costruire dovrebbe essere una poetica serenità anziché una “efficienza” mortale”.

Molte abitazioni di Wright oggi sono scomparse, alcune sono di proprietà privata, altre sono accessibili al pubblico. Di seguito, un breve viaggio attraverso le opere, visitabili, di un uomo e i suoi sogni.

Frank Lloyd Wright, Casa e Studio, Oak Park, Chicago, Illinois 1889 Foto di Michael Clesle. Courtesy Creative Commons

Tutto è partito da qui: la casa/studio che Wright progettò a soli 22 anni,  il primo edificio concepito in totale autonomia creativa. Realizzato secondo lo stile “shingle” al tempo molto diffuso nella East Coast e ispirato al gusto coloniale, l’opera è caratterizzata da una facciata asimmetrica, un'ampia veranda e involucri esterni in scandole di legno. Nonostante il linguaggio ancora acerbo, la costruzione ha in sé il germe di un pensiero rivoluzionario e apertamente critico verso la rigidezza e la pretenziosità delle case vittoriane, prediligendo una pianta libera e un rapporto più garbato e sostenibile con il contesto naturale: elementi fondativi, questi, delle future prairie houses.

Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910 Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

Robie House è la summa dei precetti che Wright elabora nella prima decade del XX secolo intorno al tema delle prairie houses, il modello di casa concepita in esplicita negazione del linguaggio magniloquente ed affettato del neoclassicismo allora imperante: un’abitazione che anticipa l’attenzione per la sostenibilità ambientale, fatta di volumi ribassati, coperture avvolgenti e protettive, materiali schietti e naturali (come il legno e il mattone), pianta libera, assenza di apparati decorativi e rapporto dialettico con il contesto naturale.

Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910 Foto David Arpi. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921     Foto DB’s travels. Courtesy Creative Commons

Nonostante il sole abbagliante e i cieli tersi della California, il periodo degli anni ‘20 che Wright trascorse sulla West Coast fu offuscato da umori foschi e pensosi, probabilmente a causa di travagliate vicende personali. Il risultato fu un linguaggio progettuale severo e inquietante che si concretizza in Hollyhock house, un’abitazione commissionata dall'ereditiera del petrolio, filantropa e mondana Aline Barnsdall nel quartiere di East Hollywood. L’edificio rimanda esplicitamente alla cultura precolombiana, con poderosi blocchi in cemento, bassorilievi e decori in stile “tempio azteco” (senza altari sacrificali, per lo meno ad una prima vista).

Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921   Foto Fæ- Courtesy Creative Commons

 

Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937     Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

  Wright diceva che Taliesin West è “uno sguardo oltre il bordo dei mondo“. In effetti si tratta di una realtà a sé stante che reclama una propria autonomia rispetto agli ordinari e spesso schiaccianti ingranaggi che governano la vita quotidiana. Qui, nel deserto, l’architetto ha ideato il suo buen ritiro dai rigidi inverni del Mid-West e dai convulsi ritmi metropolitani, nonché il laboratorio di formazione e sperimentazione per i suoi studenti. L’opera fu quasi tutta costruita dal maestro e dai suoi apprendisti ed è ispirata interamente al paesaggio desertico, con volumi bassi incorniciati da travi di sequoia e materiali autoctoni come roccia, cemento misto a materiali locali e sabbia. Oggi è la sede della Frank Lloyd Wright Foundation.

Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937   Foto Tatiana12. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937     Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons

Per essere una casa usoniana quindi caratterizzata da un design semplice, funzionale e accessibile alla classe media, Hanna-Honeycomb House - così chiamata per il suo impianto esagonale e prima opera di Wright a pianta non rettangolare da lui progettata - aveva in realtà molti optionals: il lotto di 1,5 acri includeva infatti una casa per gli ospiti, uno spazio per gli hobby, un deposito, un doppio garage e una casetta da giardino. L’aura domestica e famigliare dell’edificio a volume orizzontale è garantita, in sintonia con lo stile usoniano, da materiali schietti e naturali come il legno e il laterizio e da ambienti flessibili e luminosi, grazie alle finestre a tutta altezza che scandiscono i prospetti. Oggi l’edificio è di proprietà della Stanford University.

Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937 Foto Wallyg. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pensylvania 1939 Foto Orangejack. Courtesy Creative Commons

Wright diceva che “se ascolti il suono di Fallingwater ascolti la quiete della campagna”. E in effetti non c’è nulla di più meravigliosamente intimo e pacificante del reperire, comodamente adagiati nella protezione di un rifugio domestico, i suoni della foresta. Adagiata tra le colline di Mill Run sulla cascata naturale di Bear Run, la casa con i suoi dirompenti volumi a sbalzo rivestiti in pietra di cava è un’appassionata dichiarazione d’amore del progettista alla Natura e sottende una inesausta ricerca di un equilibrio tra Uomo, tecnologia e paesaggio.

Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pennsylvania 1939 Foto Kevinq2000. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940 Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons

Se uno pensa all’ architettura usoniana che raffigurava case concepite appositamente per la classe media americana, di piccola dimensione, semplici ma eleganti e di costo moderato, non può che ricordare Rosenbaum House, l’unica progettata dal maestro in Alabama e che acchiude in sé tutte le caratteristiche di questo “stile”: pianta ad “L”, livello unico, distribuzione funzionale e flessibile, finestre a tutta altezza, arredi incorporati nelle strutture e materiali semplici e naturali come legno e laterizio. Dopo la morte dei proprietari, è stata acquistata dall’ municipalità di Florence e oggi ospita un museo.

Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940 Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950   Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons

All’insegna della gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), in questa piccola dimora commissionata da un’abbiente famiglia locale nulla è stato lasciato al caso, dal disegno dell’architettura a quello degli arredi e delle stoviglie (tutto su progetto di Wright). L’edificio è un chiaro esempio di casa usoniana su un unico livello, con coperture piane a falde aggettanti e protettive, pianta libera e flessibile, muri in mattoni, serramenti in legno, finestre a tutta altezza e pavimenti di cemento. Dopo la morte del proprietario, la casa è stata donata allo stato dell'Iowa che ancora ne mantiene la proprietà.

Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950 Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956 Foto sarowen. Courtesy Creative Commons

Progettata alla veneranda età di 86 anni dal maestro, Kentuck Knob fu una delle ultime case che Wright costruì. Di stampo usoniano, a un solo piano con le vaste coperture piane a sbalzo in lamiera di rame a contrasto con il tono neutro della pietra naturale dei muri, interni a pianta libera rifiniti in arenaria e legno di cipresso rosso della Carolina del Nord, la casa ha la particolarità di un impianto esagonale ma la consueta riconoscibile grazia nel fondersi con delicatezza nel paesaggio naturale.

Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956 Foto sarowen. Courtesy Creative Commons

Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953 Courtesy Creative Commons

L’abitazione, unica fattoria che Wright abbia mai progettato, è a tutti gli effetti un ranch adagiato in una prateria di 800 acri, all’insegna del lessico usoniano che qui impiega volumi squadrati ad un solo livello, generose coperture piane con massive quinte murarie in mattoni, finiture in cemento mescolato a materiali locali e cipresso rosso di Tidewater. L’edificio, soggetto a diversi interventi di ristrutturazione, è ancora oggi di proprietà della famiglia che lo rende visitabile in alcuni periodi dell’anno.

Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953 Courtesy Creative Commons