Starlab: come sarà abitare in orbita?

Hilton ha presentato il progetto di ospitalità della nuova stazione orbitante privata, nella quale ovviamente la forza di gravità sarà quasi inesistente.

La data è all’orizzonte, l’orizzonte più ampio che si possa immaginare, quello che contempla l’infinito. Seppur sia ancora lontano il momento in cui gli umani potranno soggiornare nello spazio siderale o su un altro corpo celeste, si avvicina, questa volta non come un cinematografico meteorite minaccioso ma come una realistica occasione tutta da esplorare, il momento della partenza di un lungo viaggio, il più lungo mai intrapreso dall’Ulisse contemporaneo. Per farsi un’idea, se per arrivare sulla Luna ci vollero circa 80 ore, per andare su Marte ci vorranno “probabilmente” 8 mesi.

A Milano si sono ritrovati i più importanti esperti del settore in occasione del 75° Congresso Astronautico Internazionale, che si intitolava “Spazio responsabile per la sostenibilità” con l’intento un po’ retorico di sottolineare l’importanza dello spazio come ambiente sicuro, aperto, pacifico e cooperativo.

Anche l’orbita terrestre è una risorsa limitata e forse questo dato è poco comprensibile da sotto, ma là sopra, oltre l’atmosfera, già migliaia di satelliti sovraffollano lo zenith. I sistemi spaziali sono ormai strumenti fondamentali per lo svolgimento delle attività quotidiane dall’energia all’agricoltura, dalle comunicazioni alla sicurezza, dall’economia all’industria in quello che chiaramente chiamiamo ormai da anni mercato “globale”, appunto.

Tra le tante novità presentate con innumerevoli innovazioni scientifiche e tecnologiche, una più di tutte ha attratto l’attenzione del mondo del design e dell’architettura per via dell’antico sogno, o utopia, di insediarsi su un altro pianeta.

Oltre alle agenzie governative internazionali sono sempre più i protagonisti privati che si impegnano per sviluppare nuove vie di esplorazione che possano anche riguardare direttamente l’umanità intesa come sommatoria di singoli individui, i cui più fortunati - che non saranno più astronauti militari ma civili - potranno a breve diventare turisti spaziali, visitando luoghi dove sicuramente l’over tourism non sarà un problema.
 


Annunciata nel 2022, la collaborazione tra Voyager Space e la catena alberghiera Hilton ha presentato a Milano le prime immagini del prototipo di abitazione Starlab, una stazione spaziale privata gestita tramite una cooperazione internazionale guidata dagli Stati Uniti tra Voyager Space, Airbus, Mitsubishi Corporation e Mda Space, a cui Hilton fornisce l’esperienza in materia di ospitalità, comfort e design.

La missione “progettuale” mira a sviluppare un abitacolo in assenza di gravità che possa garantire comfort per lunghe permanenze extra terrestri, con aree comuni per l’equipaggio, spazi per il benessere, luoghi per il riposo fluttuante e grandi oblò per ammirare il globo da ogni angolazione.

Vivere in assenza di gravità è qualcosa difficilmente comprensibile per i terrestri, ma questo prototipo ben chiarifica il potenziale nella ricerca di nuovi parametri spaziali abitabili. Si tratta di saper ridisegnare uno spazio modulare abitabile da nuovi principi, senza i tradizionali riferimenti euclidei che possano vincolare la percezione dello spazio.

Mentre si pensa al trasbordo disciplinare possibile dallo spatial design direttamente allo “space design”, alla mente torna l’immagine emblematica del modulo orbitante rappresentato da Kubrick nel film 2001 Odissea nello Spazio, dove il sopra e il sotto, la destra e la sinistra, e persino il concetto di avanti e indietro, diventano relativi.

Saranno pronti i marziani ad accogliere questi nuovi migranti di lusso, che vedremo luccicare lontani nel cielo stellato?

Tutte le immagini: Starlab space station renderings © 2024 Hilton

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