Negli anni ’70, in Colombia, la parte meridionale di Cali, lontana dal degrado urbano dei quartieri sovrappopolati, congestionati e pieni di criminalità nelle zone della città in cui gli affitti avevano prezzi contenuti, divenne la zona residenziale più ambita. Tuttavia, l’architettura di questi quartieri esclusivi, concepita come strutture di protezionecontro le classi inferiori (recinzioni elettriche, alti cancelli e avamposti di sicurezza), è inevitabilmente difensiva.
Cali, la città bunker
I bunker sono parte integrante del paesaggio urbano della città colombiana, un patrimonio che risale agli anni del Cartello di Cali.
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- Kurt Hollander
- 30 settembre 2021
L’architettura difensiva che caratterizza Cali fu alimentata dai miliardi di dollari di profitti tratti dalla cocaina che caddero come neve sulla città. Negli anni ’80, all’apice del cartello colombiano, i re della cocaina invasero gli esclusivi quartieri residenziali nella parte meridionale della città, acquistando case lussuose o costruendo palazzi. Questi edifici si distinguevano per la quantità di colonne classiche, le favolose piscine interne ed esterne, i pavimenti, le pareti e i soffitti di marmo importato, ma anche per le strutture di sicurezza all’interno e all’esterno.
Nonostante i nouveau riche siano abituati a spendere molti soldi per realizzare le loro case al fine di ostentare lo status appena acquisito, a Cali questi edifici di lusso sono per lo più nascosti dietro alte mura fortificate. Anche le pareti interne sono particolarmente spesse, permettono di creare passaggi segreti e casseforti per conservare oro, gioielli, contanti e cocaina (per mantenere questi spazi segreti, molti dei lavoratori assunti per realizzarli furono uccisi). Investire immense somme di denaro nel settore immobiliare e nell’edilizia non era solo un modo veloce per avanzare nella scala sociale, ma era anche il modo migliore per riciclare i profitti illegali. Gran parte del denaro da riciclare veniva spostato grazie a veicoli blindati di proprietà del Cartello di Cali. Più che trasportare denaro sporco, questi quasi impenetrabili bunker su ruote erano ideali per il trasporto di grandi partite di cocaina e armi dentro e fuori la città.
Pur essendo tra gli abitanti più ricchi di Cali e proprietari di squadre di calcio, di una banca e di una catena di drogherie, i boss del cartello colombiano non hanno mai potuto inserirsi nella cerchia più alta della società caleña, in particolare il Club Colombia, un circolo d’élite sotto forma di un gigantesco fortino di cemento rivolto alla crème de la crème della società. Fondato nel 1930 e ispirato al Jockey Club di Bogotà, i membri del Club Colombia discendono dalle famiglie europee originarie della città, compresi i proprietari delle piantagioni e dell’industria della canna da zucchero (il cartello dell’altra polvere bianca) che ancora controllano la maggior parte dell’economia formale e della cultura di Cali.
Colpiti dal rifiuto dell’alta società, i boss del Cartello di Cali crearono una copia esatta del Club Colombia, conosciuta come il Bunker del Cartello di Cali. Parte di un grande complesso fortificato, l’edificio principale è un bunker alto 50 metri con finestre antiproiettile, un eliporto sul tetto, un parcheggio sotterraneo per venti auto con tunnel segreti e circondato da un muro esterno alto sei metri sorvegliato da telecamere a circuito chiuso. Quando il cartello colombiano fu smantellato, il bunker fu confiscato dal governo e ora ospita una squadra di polizia d’élite.
I bunker sono parte integrante del paesaggio urbano della città colombiana. Edifici amministrativi del governo, tribunali, prigioni, stazioni di polizia e basi militari, vale a dire l’intera architettura sociale legata alla detenzione e all’incarcerazione, sono tutte strutture fortificate. Nascosti dietro alte mura protette da torrette, camuffati per mimetizzarsi nella città, questi blocchi di cemento sono brutali nell’aspetto e nella funzione.
Difatti, di tutte le strutture architettoniche, i bunker urbani sono forse i più brutti, progettati con l’intenzione di seminare il terrore nel cuore dei cittadini. Questo è un aspetto particolarmente tangibile a Cali, dove migliaia di persone innocenti, una volta entrate in questi edifici, non hanno mai più fatto ritorno a casa. All’interno della città, vi sono due Palacios de Justicia dove il governo punisce i criminali. Il più antico e maestoso, conosciuto anche come il Palazzo Nazionale, una costruzione di cinque piani progettata in stile Luigi XVI nel 1928 da un architetto belga, con maestosi balconi e cupole di bronzo sul tetto, è uno degli edifici più emblematici ed eleganti di Cali. Il Bunker de Justicia, un monolite di cemento di tredici piani costruito negli anni ‘80 con minuscole finestre incastonate in un fortino di cemento, non ricorda in alcun modo una prigione.
Questo nuovo bunker della giustizia è situato proprio di fronte a El Calvario, un tradizionale quartiere operaio che a causa del disinteresse da parte del governo è diventato un importante centro di criminalità e spaccio di droga. Gli spacciatori di basuco, una tipologia di cocaina economica e che crea particolare dipendenza, presero il controllo di uno degli edifici più grandi del quartiere e lo fortificarono, sigillando le finestre e le porte e trasformandolo in un bunker inaccessibile. Quando El Calvario fu completamente raso al suolo nel 2019 per fare spazio a un futuro centro commerciale di lusso e ai condomini, il gigantesco bunker di basuco fu l’ultimo edificio a essere demolito, a eccezione di una stazione di polizia e una chiesa, entrambe rimaste intatte. In Colombia, la “riqualificazione urbana” può essere vista come l’equivalente architettonico della pulizia sociale in cui interi quartieri popolari sono “scomparsi”.
L’architettura difensiva di Cali è stata profondamente criticata nel corso degli anni. Nel 2007, la principale stazione di polizia nel centro della città è stata fatta saltare in aria da un’autobomba, attribuita alla guerriglia urbana. Da allora, un carro armato gigante parcheggiato sulla strada che porta a una stazione di polizia nel centro di Cali è diventato parte dell’anti-anti-architettura della città. Nel 2008, un’autobomba, anch’essa attribuita alla guerriglia urbana, fece tremare il Bunker de Justicia.
Durante le proteste dello sciopero nazionale di quest’anno, molti degli edifici governativi brutalisti sono stati attaccati e molte stazioni di polizia sono state distrutte. Per rappresaglia, la polizia di Cali ha creato spazi ad hoc in cui rinchiudere centinaia di persone rastrellate durante le proteste pacifiche, compreso un centro commerciale di lusso in cui un parcheggio è stato usato come camera di detenzione e tortura. I centri commerciali, in generale, possono essere considerati avamposti fortificati dell’economia post-coloniale degli Stati Uniti, motivo per cui molti di essi sono stati distrutti durante le proteste. Più che semplici critiche, il vandalismo degli edifici governativi e dei centri commerciali di Cali, specialmente durante lo sciopero nazionale, sono proteste contro le disuguaglianze sociali ed economiche, la corruzione e la violenza promossa dallo Stato all’interno di questi bunker.
Immagine di apertura: un bunker della polizia a Cali.