La didattica museale dedicata al pubblico dei più giovani sta diventando un aspetto imprescindibile anche per la museologia italiana. I riallestimenti museali degli ultimi anni - come la recente sistemazione delle prime sale della Pinacoteca di Brera – puntano ai visitatori giovanissimi, supportandoli nell’esplorazione del museo con didascalie e percorsi specifici.
La XVI Biennale d’architettura spiegata ai bambini
Il Progetto Educational della Biennale, supportato da FILA, avvicina i bambini al mondo dell’architettura come disciplina progettuale.
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- Cristina Moro
- 23 novembre 2018
- Venezia
Anche per le manifestazioni artistiche temporanee si registra una proposta sempre maggiore e articolata d’iniziative che avvicinano i più piccoli a tematiche complesse: il Progetto Educational, pensato dalla Biennale di Venezia, offre una serie di laboratori per spiegare l’architettura e il concetto di Freespace, tema della Biennale di quest’anno, proposto dalle curatrici Yvonne Farrel e Shelley McNamara. Durante la visita ai Giardini e all’Arsenale, i bambini sono così portati a riflettere sul ruolo dell’architetto, “che non costruisce ma progetta”, sul concetto di spazio, libero e gratuito, e sulla sua qualità. I laboratori pratico-creativi, pensati per le scuole d’infanzia e primarie, prevedono una prima fase esperienziale e una di rielaborazione personale. I percorsi, differenziati per fasce d’età, partono dalla visita di alcuni padiglioni, come quello della Svizzera, vincitore del Leone d’oro di quest’anno. Gli spazi sproporzionati, le stanze vuote, le maniglie enormi e altissime incuriosiscono i bambini, a cui viene chiesto di riflettere sulla destinazione e la qualità dello spazio domestico.
La fase di rielaborazione ha luogo durante il laboratorio la Casa Matta: divisi in gruppi, i bambini scelgono che tipo di abitazione costruire e per quale abitante. Creano una casa senza vincoli di proporzioni, in totale libertà, con pennarelli, cartoncini colorati, carte metallizzate e carton plum, usato architetti proprio per fare plastici e modelli. I Laboratori Educational sono supportati da FILA, Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, storica azienda toscana attiva dal 1920, che mette a disposizione i materiali per la didattica per assecondare i bambini nello spirito creativo e avvicinarli al mondo delle arti.
Il pavimento della Sala Chini, atrio d’ingresso al Palazzo dell’arte, è il punto di partenza per il Laboratorio Pavimento in Movimento. Le bellissime piastrelle dell’atrio sono realizzate appositamente dal Gramby Workshop Liverpool, manifattura di ceramiche nata da un progetto di riqualificazione di un quartiere di Liverpool promossa dal gruppo Assemble, per essere poi donate alla VCA Foundation di Venezia. Durante il laboratorio i bambini manipolano das e terracotta per creare le mattonelle di uno spazio da condividere. Si riflette sul valore di un progetto comune e su ogni manufatto si incide cosa si vorrebbe regalare alla comunità: alberi, luce, prati… i pezzi saranno poi assemblati per creare un’ideale piazza comune. Attraverso le tecniche plastico scultoree, l’architettura viene intesa come dono generoso e condivisibile.
Attraverso le tecniche plastico scultoree, l’architettura viene intesa come dono generoso e condivisibile.
Anche tra le mura dell’Arsenale, nel grande spazio che accoglieva le Corderie della Serenissima, parte un percorso pensato per le scuole medie e personalizzabile per includere ragazzi disabili. Le grosse corde appese all’ingresso ricordano ai bambini l’antica destinazione del sito e il rapporto rispettoso che l’architettura deve avere con la storia del luogo. L’osservazione di alcune installazioni avvicina i bambini al concetto di architettura come disciplina progettuale: i Freespaces devono rispondere alle esigenze del territorio e rispettare i doni che la natura offre: luce, acqua, alberi, vento. I bambini osservano quindi il gioco di luci creato dalla traforatura del muro in mattoni pensato per una scuola indiana da Anne Geenen e Samuel Barclay, che permette una maggiore circolazione dell’aria in un paese dal clima torrido. Si passa poi al plastico del Fuji Kinder Garden degli Tezuka Architect; qui i bambini commentano l’innovativo asilo d’ispirazione montessoriana, il cui tetto è uno spazio libero di cui appropriarsi e che grazie alle sue inclinazioni favorisce lo sviluppo motorio.
I Freespaces progettati da Alvaro Siza e Toyo Ito aiutano a comprendere il concetto di spazio astratto e multisensoriale: le installazioni partono da una forma circolare che protegge e mette in comunione. Mentre Siza invita al distacco e all’evasione, attraverso un semicerchio in marmo che invita a sedersi e osservare la luce che filtra dalla finestra, Toyo Ito invita a spegnersi, in uno spazio raccolto definito da tessuti appesi, dove si osservano le luci in movimento distesi su grossi cuscini: la multisensorialità aiuta i bambini, il suono e le pareti in tessuto trasmettono sensazioni di pace e riposo.
Il percorso si conclude con il laboratorio Free Park, dove si rielabora il concetto di Free Space come spazio creativo aperto e condiviso. Si crea con la carta una chiocciola, animale che nasce già dotato di un’architettura, perché le architetture prima di tutto siamo noi, corpi sensibili con esigenze specifiche. La chiocciola è poi impiegata per un passaggio creativo ulteriore: dalla carta piegata si deve creare un’architettura, un piccolo spazio creativo aperto, che va a far parte di un Free Park ideale.
Il Progetto Educational della Biennale contribuisce ad avvicinare i bambini a diverse culture, proprio a partire dalla riflessione sulla progettazione architettonica: conoscere l’altro attraverso la comprensione del suo spazio domestico, delle caratteristiche della sua terra e delle sue esigenze. Si tratta di un progetto che incoraggia la conoscenza e il rispetto reciproco, valori cardine della missione museale.
- Laboratori Educational della Biennale di Venezia
- Yvonne Farrell & Shelley McNamara (Grafton Architects)
- Giardini della Biennale di Venezia e Arsenale
- 26 maggio – 25 novembre 2018