L’asilo di Le Corbusier e altri esperimenti didattici negli anni Settanta

Dall’Archivio Domus. Tre laboratori per bambini lavorano sulla percezione e la manipolazione dello spazio pubblico e abitativo.

Wiki Zellner, laboratorio per bambini a Monaco

Marsiglia
L’asilo di Le Corbusier, come viene chiamata a Marsiglia la Scuola Materna dell’ Unité d’Habitation, si è mantenuto quello che Le Corbusier stesso aveva definito e progettato avvalendosi della competenza pedagogica di Lilette Ougier Ripert. […] Lilette Rupert è da allora l’entusiasta direttrice e animatrice di questa scuola sperimentale e vivacissima e ne cura in particolare il laboratorio di grafica e pittura. L’attività scuola porta anche alla conoscenza e alla presa di coscienza dell’ambiente: dopo una visita guidata, infatti, i bambini riproducono con tecniche diverse, singolarmente o in gruppo, l’ambiente visitato. Questa volta è la stessa “Unité” di Marsiglia, dove l’asilo è collocato all’ultimo piano, ad essere stata oggetto di osservazione e successiva elaborazione grafica. È interessante notare come, pure con sensibilità ed interesse diversi, ogni bambino ha percepito e poi rappresentato gli elementi più significativi dell’edificio: la grande massa rettangolare, la tessitura della facciata, la vivacità dei colori dei balconi, il taglio del piano dei servizi, la rastremazione dei pilotis del basamento (schematizzati sovente in triangoli), la spirale della scala di sicurezza, la completa e libera articolazione del tetto, la forma a cono rovesciato del cammino e infine le tipiche colline marsigliesi che i bambini vedono all’orizzonte giocando sul terrazzo dell’edificio.

Monaco
“Creatività applicata” è la materia che Wiki Zöllner insegna alla Università di Monaco. “Creatività applicata” è quella esercitata da bambini di Monaco/Schwabing doveva essere demolita nel giro di una settimana. Avutone notizia, Wiki Zellner ha radunato sei bambini, da cinque a undici anni, che non avevano mai avuto esperienza di pittura, ha fornito loro pistole a spruzzo e colori in quantità e i sei, ricevuta qualche spiegazione sulla tecnica, in un solo pomeriggio hanno totalmente coperto di pitture l’esterno della casa. L’avvenimento ha fatto si che la casa rimanesse intoccata per un anno, meta delle gite e della curiosità di tutta la popolazione. È stata demolita solo pochi mesi fa. L’azione era stata ripresa e trasmessa dalla tv bavarese, e numerose sono state le richieste da parte di ragazzi e di genitori sul come eseguire operazioni del genere.

Arthur Erickson, Centro Informazioni alla Conferenza ONU, Vancouver. Domus 565, dicembre 1976. Immagine tratta dalle pagine interne della rivista
In apertura: Wiki Zellner, laboratorio per bambini a Monaco. Domus 565, dicembre 1976. Immagine tratta dalle pagine interne della rivista. Qui sopra: Arthur Erickson, Centro Informazioni alla Conferenza ONU, Vancouver. Domus 565, dicembre 1976. Immagine tratta dalle pagine interne della rivista

Vancouver
“Creatività applicata” anche in questo caso, protagonisti sempre i bambini. Si tratta della copertura del padiglione “Centro Informazioni alla Conferenza ONU sugli Insediamenti Umani che s’è tenuta a Vancouver in giugno. Progettata dallo studio Arthur Erickson, questa copertura, inedita, in soli tubi di cartone e cartapesta, è stata totalmente realizzata da bambini – 2000 bambini, di 73 scuole elementari di Vancouver – che l’hanno poi decorata: esempio concreto di “partecipazione”, come di “riciclaggio”, argomenti base della Conferenza. La copertura, di 900 mq, è composta da 112 gusci esagonali autoportanti, gusci “hexahypar”, cioè costituiti ognuno da sei paraboloidi uguali; la cartapesta dei gusci, spessa 0,2 cm, è decorata a collage.

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