Hanno contribuito a
questo testo, tra gli altri Paola Antonelli,
Adam Bly,
Lucas Dietrich,
Joseph Grima,
Dan Hill,
John Habraken,
Alex Haw,
John Maeda,
Nicholas Negroponte,
Hans Ulrich Obrist,
Carlo Ratti,
Casey Reas,
Marco Santambrogio,
Mark Shepard,
Chiara Somajni,
Bruce Sterling*
L'architettura Open Source (OSArc) è un paradigma emergente
che descrive nuovi metodi per la progettazione, costruzione
e funzionamento degli edifici, le infrastrutture e gli spazi
architettonici in generale. Prendendo spunto da svariate
fonti quali, per esempio, la cultura open source, le teorie
architettoniche d'avanguardia, la fantascienza, le teorie del
linguaggio e molte altre, OSArc è caratterizzato da un approccio
inclusivo alla progettazione degli spazi, dall'uso collaborativo
dei software progettuali e dal funzionamento trasparente degli
edifici e delle città durante il loro ciclo di vita.
Cucinare è spesso considerato una delle prime forme di opensource;
l'architettura vernacolare, condividendo in modo libero
l'ottimizzazione delle tecnologie edilizie e producendo ricette
per gli edifici di tutti i giorni, è un'altra forma antica di cultura
open source a bassa tecnologia. Una forma contemporanea
di architettura vernacolare open source è quella praticata
dall'Open Architecture Network fondato da Architecture for
Humanity, la quale ha sostituito i vincoli tradizionali dei diritti
d'autore con delle licenze 'Creative Commons', dando così libero
accesso alle informazioni progettuali. In modo più ampio,
OSArc si basa su una piattaforma digitale comune e sugli
spazi condivisi del Worldwide Web per favorire collaborazioni
istantanee aldilà dei consueti regimi di competizione e
di profitto. Gli strumenti tradizionali della progettazione
architettonica, disegni, piante eccetera, sono integrati e via via
sostituiti da applicazioni software interattive che si avvalgono
di dati relazionali e della connettività parametrica in rete.
OSArc non riguarda solamente la produzione; il modo in cui
un determinato progetto è percepito, da parte della critica, del
pubblico, della clientela e dei ricercatori, spesso può fare parte
del processo progettuale, creando una sorta di circolo critico
che può far decollare, o affondare, un'idea, e in definitiva può
entrare a far parte integrante dello stesso processo.
OSArc sostituisce l'architettura statica, fatta di forme geometriche,
con dei processi dinamici e partecipativi, network e sistemi
informatici. I suoi sostenitori riconoscono una chiara
dominanza del codice sulla materia, dei sistemi relazionali
sulla composizione architettonica, dei network sulle griglie
strutturali, della capacità di adattarsi sulla statica, della vita
stessa rispetto alla pianificazione. Il suo fine è di trasformare
l'architettura da un meccanismo produttivo immutabile,
dall'alto verso il basso, in un sistema trasparente ed ecologico,
inclusivo, dal basso verso l'alto anche se comprende ancora dei
meccanismi dall'alto verso il basso.
OSArc si appoggia sia sui dilettanti, sia sull'esperienza dei
professionisti, sia sulla genialità delle masse, sia su quella
individuale, erodendo la distinzione binaria tra l'autore e la sua
audience. Così come i software sociali, OSArc riconosce il ruolo
fondamentale di tutti i partecipanti a ogni fase progettuale, dal
committente ad altri tipi di comunità, dai progettisti agli utenti
finali, e cerca di sfruttare al meglio l'incredibile capacità dei
network di proporzionare i sistemi in modo efficace.
Custodendo i principi dell'accesso libero e della partecipazione
pubblica, OSArc è tipicamente democratica, anche se bisogna dire
che esistono varie sfaccettature politiche che vanno considerate,
dal subdolo autoritarismo al consensualismo comunitario.
L'architettura open source rivoluziona ogni fase del processo
edilizio tradizionale, dalla preparazione delle direttive di
progetto alla demolizione e dalla programmazione al recupero e
riuso, includendo i seguenti elementi:
Finanziamento
Destabilizzando la tradizionale gerarchia feudale del
committente/architetto/utente, gli ultimi modelli economici,
come per esempio le microdonazioni incrementali e le strategie
di crowd-funding come Sponsume e Kickstarter, offrono nuove
vie per l'avvio e lo sviluppo di un progetto. Il finanziamento dei
progetti privati si sposta sempre più verso lo spazio pubblico,
offrendo la proprietà diffusa piuttosto che quella individuale;
d'altra parte, il finanziamento di progetti pubblici può derivare
da un sistema più flessibile e comprensivo rispetto alle imposte
e alla tassazione fiscale. OSArc è particolarmente adatta per
quei costruttori, gli squatter, i rifugiati o l'esercito, che sono al
di fuori dei meccanismi economici convenzionali.
Partecipazione
L'edilizia tradizionale postula programmi di partecipazione
in cui il pubblico deve essere 'consultato', spesso con
strumenti rozzi come i gruppi di discussione. Questi spesso
non rappresentano l'intera comunità e forniscono input
limitati, o, peggio, danno sfogo a un'attitudine 'Non Nel Mio
Cortile'. Con i modelli economici di crowd-funding, i mezzi di
partecipazione fanno parte dello stesso processo, favorendo
un tipo di urbanizzazione emergente, in cui l'uso dello spazio
è ottimizzato nei termini fissati dagli stessi utenti. Questa
rivendicazione di potere popolare può essere interpretata
come una leggera versione di Hacktivismo territoriale. OSArc
probabilmente incontrerà alcune delle difficoltà organizzative
tipiche dei software open source, quali la biforcazione dei
progetti, l'abbandono degli stessi, l'emergenza di fazioni
e un'incompatibilità con le strutture territoriali esistenti.
Campagne organizzate all'insegna della paura, dell'incertezza
e del dubbio saranno altrettanto probabili.
Standard
Un importante aspetto di OSArc è l'emergenza di standard di
collaborazione. La costituzione di standard comuni, aperti e
modulari (come la griglia proposta dal progetto OpenStructures)
affronta i problemi di compatibilità dell'hardware e le interfacce
tra i vari elementi, permettendo così una collaborazione
collettiva attraverso le reti in cui ognuno progetta per l'altro. La
costituzione di standard universali incoraggia anche la crescita
delle reti di scambi non monetarie (conoscenze, elementi, pezzi,
idee) e le collaborazioni a distanza.
Progettazione
Grazie agli algoritmi che permettono la produzione di oggetti
di design che sono imparentati fra loro, ma appartengono a
categorie diverse, la personalizzazione di massa ha sostituito la
standardizzazione. Gli strumenti di progettazione parametrica
come Grasshopper, Generative Components, Revit e Digital
Project permettono a nuovi gruppi di utenti di esplorare,
modificare e interagire con il design virtuale, di sperimentare
e collaudare una moltitudine di opzioni a un costo che non è
mai stato così basso come oggi: i non addetti ai lavori diventano
così soggetti partecipanti al processo decisionale del progetto,
piuttosto che dei semplici consumatori. I codici e gli schemi
open source permettono alle pluralità progettuali di condividere
e comparare informazioni e ottimizzare collettivamente
la produzione attraverso elementi modulari, accelerando
così l'accumulazione storica di una cultura di fondo. BIM
(Building Information Modelling), insieme con altri strumenti
e modi simili di collaborazione, permette la co-localizzazione
multidisciplinare delle informazioni di progetto e l'integrazione
di una serie di piattaforme e programmi cronologici. La
realizzazione rapida di prototipi e le tecnologie di stampa
3D permettono a un'audience sempre più vasta di produrre
istantaneamente artefatti materici, sia rappresentativi sia
funzionali, anche a scala architettonica.
Costruzione
Lo spuntare del movimento Open Source Hardware permette
la collaborazione e la condivisione dell'hardware utilizzato
nella realizzazione di spazi cinetici o intelligenti, che integrano
intimamente tra loro meccanismi, software e hardware.
Attraverso i dati forniti da vari sensori e l'uso di questi
strumenti, la progettazione diventa un continuo processo
evolutivo piuttosto che una metodologia straordinaria e
reinventata ogni volta, tipica dell'architettura tradizionale.
Questo è anche un riconoscimento del fatto che la progettazione
è sempre stata un processo senza fine così come anche una
collaborazione tra utilizzatori e progettisti. I sistemi operativi
per le diverse fasi (progettuali, costruttive e d'uso) prendono la
forma di piattaforme aperte che creano un vasto ecosistema
di 'applicazioni'. Vari soggetti sono in competizione tra loro
per diventare i Linux, i Facebook o gli iTunes del software
architettonico occupandosi di 'platform plays' a scale diverse
piuttosto che alla tipica produzione di piante e sezioni. I
sensori integrati e l'uso di computer assorbono sempre più i
vari materiali all'interno del più ampio 'Internet delle cose',
evolvendosi verso quello che Bruce Sterling ha definito 'un
mondo di Spime'. I materiali comunicano la loro posizione e il
loro stato durante la loro manifattura e costruzione, aiutando
il loro posizionamento, fissaggio e i susseguenti collaudi,
continuando poi a comunicare con i database distribuiti lungo
tutto il loro ciclo di vita.
Uso
Gli OSArc di oggi permettono agli utenti di controllare e
dare forma al loro ambiente personale. Come afferma John
Habraken: 'Abitare vuol dire progettare'. Quest'aspetto è
sottolineato dai moderni network sensibili, che trasmettono
costantemente le loro proprietà, condizioni e vari attributi,
spesso attraverso sistemi decentralizzati e autonomi. La
varietà di utenti e utilizzatori fornisce cruciali informazioni
sul funzionamento del sistema, spesso attraverso minuscoli
dispositivi elettronici o telefoni cellulari, generando un crowdsourcing
(come crowd-funding) fatto di una miriade di microdati
in grado di diffondere informazioni accurate ed estese in tempo
reale. La personalizzazione sostituisce la standardizzazione,
poiché gli spazi sono in grado di riconoscere e rispondere 'in
modo intelligente' ai singoli occupanti. La rappresentazione
degli spazi diventa importante alla fine della fase costruttiva,
tanto quanto durante la progettazione; il monitoraggio in
tempo reale, il feedback e la visualizzazione dell'ambiente
diventano parte integrante della vita degli oggetti e dello
spazio architettonico. La manutenzione e la gestione diventano
fasi estese e inseparabili dal processo edilizio; nell'universo di
OSArc, costituito da continui cambiamenti evolutivi, un edificio
non è mai 'finito'.
Se gli edifici e le città di domani saranno come dei 'computer
in cui vivere' (con le dovute scuse a Le Corbusier), OSArc offre
una struttura aperta e di collaborazione per la scrittura del loro
sistema operativo.
Bibliografia
— R. Botson, R. Rogers, What's Mine is Yours: The Rise of
Collaborative Consumption, HarperCollins, New York City 2010
— M. Fuller, U. Haque, "Urban Versioning System 1.0", in Situated Technologies Pamphlet Series, Architectural League of New York, New York City 2008
— J. Habraken, Supports—An Alternative to Mass Housing, The
Architectural Press, London 1972
— U. Haque, Open Source Architecture Experiment,
2003-05
— D. Kaspori, "A Communism of Ideas: towards an
architectural open source practice", in Archis, 2003
— K. Kelly, Out of Control: the rise of neo-biological civilization,
Perseus Books, New York City 1994
—C. Leadbeater, We-think: The Power of Mass Creativity, Profile
Books, London 2008
—Nettime mailing lists: mailing lists for networked cultures,
politics, and tactics
—Open Building Network / Working Commission W104,
"Open Building Implementation" of the CIB, The International
Council for Research and Innovation in Building and
Construction (meets in a different country every year since its
first meeting in Tokyo in 1994)
—C. Price, R. Banham, P. Barker, P. Hall, "Non Plan: an
experiment in freedom", in New Society, no. 338, 1969
—M. Shepard (editor), Sentient City: Ubiquitous Computing,
Architecture, and the Future of Urban Space, MIT Press,
Boston 2011
—B. Sterling, "Beyond the Beyond", blog on Wired
Magazine
* All'interno di uno speciale dedicato al tema del progetto open-source pubblicato sul numero di giugno (n. 948), Domus ha chiesto a Carlo Ratti di scrivere un editoriale sull'architettura open-source. Ratti ha risposto con una proposta insolita: scrivere un testo in forma collaborativa, come se fosse un documento open-source. Nell'arco di qualche ora, ha avviato una pagina su Wikipedia e invitato a contribuirvi una rete iniziale di collaboratori. Il risultato di questo sforzo congiunto è proposto qui sopra. L'articolo è una fotografia del testo aggiornato all'11 maggio 2011, ma la pagina di Wikipedia resta online come una bozza aperta—un manifesto di genere del XXI secolo, che per definizione è in costante evoluzione.
Open Source Architecture (OSArc)
Un diverso approccio alla progettazione degli spazi: non più il singolo autore ma i molti che con strumenti e attitudini provenienti da fonti eterogenee pensano e producono un processo nuovo.
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- 15 giugno 2011
- Milano