Le case in cui viviamo stanno diventando sempre più piccole. Come il peggior incubo di una persona claustrofobica o un romanzo di Edgar Allan Poe, sembra che le pareti delle nostre abitazioni si stiano restringendo sempre di più. Soprattutto nella maggior parte delle città, dove la densità abitativa è alta, i prezzi continuano a salire e vivere da soli è un lusso, la ricerca di case da pochi metri quadri - magari pure in condivisione - è sempre più crescente.

Se a questo aggiungiamo l’eredità della pandemia, con il bisogno di case più efficienti che all’occorrenza possono diventare anche luoghi di lavoro, la progettazione diventa un tangram, un gioco di incastri, che spesso ruota attorno a una singola, forte intuizione.

La ricerca sulla casa minima, o existenzminimum, è stata avviata all’inizio del secolo scorso dai protagonisti del Movimento Moderno, con l’intenzione di costruire alloggi ridotti ma dignitosi per la classe operaia, da poter replicare in serie con facilità. Nelle città europee sono nati interi quartieri popolati da piccole abitazioni, come le Siedlung di Stoccarda e Berlino, con l’intervento di architetti del calibro di Ludwig Mies van der Rohe e Bruno Taut, o l’intramontabile Unité d’Habitation di Le Corbusier a Marsiglia, un edificio con un’unità minima di 15,5 mq e l’ambizione di essere esso stesso un quartiere.

Oggi, al filone di micro appartamenti di città, che dovrebbero soddisfare le esigenze della “nuova classe operaia”, si aggiungono le piccole case immerse nel verde, appositamente di dimensioni ridotte per ritrovare il contatto con la natura e il vivere essenziale, ma anche progetti di mini case prefabbricate per le situazioni di emergenza, come quelle di Shigeru Ban per i rifugiati in Ucraina e in Marocco, fino alla Casita di Elon Musk, che quest’anno ha fatto tanto discutere. 

Il progetto firmato da Parramon + Tahull arquitectes agisce all’interno di un piccolo appartamento a Gracia, un quartiere di Barcellona. Qui, mantenendo un budget ridotto, sono state demolite le partizioni interne, mantenendo invece il caratteristico pavimento per l’intera abitazione, e lasciando a vista il soffitto di voltine catalane. Continua a leggere

La storia di questo miniappartamento completato dallo studio llabb è in realtà l’incrocio di una molteplicità di storie: quella del centro storico di Genova in trasformazione, quella dei suoi palazzi monumentali talvolta ampiamente rimaneggiati, quella dell’abitare contemporaneo fatto di case sempre più piccole, e quella di una coppia che chiedeva di poter lavorare da casa, ospitare amici e soprattutto poter raccogliere una gran collezione di libri, cataloghi e opere d’arte. Continua a leggere

In un edificio degli anni Venti, poco distante da piazza Cinque Giornate a Milano, compongono una serie di ambienti con sovrapposizioni, arredi su misura e una palette ridotta di materiali. Il tutto guarda, attraverso due grandi finestre, a una corte interna abitata da tre alberi di magnolia. Continua a leggere

Dopo le elezioni, Musk è l'uomo del momento: qualche tempo fa si era diffusa la voce che vivesse nella Casita di Boxabl. Non è vero. Ma quel progetto potrebbe rappresentare l’Existenzminimum di domani. Continua a leggere

Dopo un lungo intervento di restauro, iniziato con le indagini preliminari tra il 2012 e il 2013, la casa-barca progettata dai BBPR (Gian Lugi Banfi, Lodovico Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers) è oggi aperta al pubblico e visitabile a Ossuccio, lungo la riva occidentale del Lago di Como. 
Commissionata dai genitori di Aldo e Maria Luisa Norsa nel 1959, è stata utilizzata per molto tempo come casa vacanze, ospitando le più grandi personalità dell’epoca, tra cui Gio Ponti, Gillo Dorfles, Eugenio Montale, Lucio Fontana, Umberto Eco, e gli stessi progettisti. Continua a leggere

Quello di Towne Twin Village è un progetto che dà casa a chi non ne ha mai avuta una. Ikea U.S. ha collaborato con lo studio WestEast Design Group alla progettazione e la realizzazione di un modello di tiny house destinato agli anziani senzatetto della comunità di Sant’Antonio, in Texas. La sfida del colosso svedese nasce dalla volontà di impegnarsi nelle cause sociali a un livello più profondo e consistente rispetto alle donazioni occasionali. Continua a leggere 

È a Berlino, nel fitto tessuto costruito del centro dove è pressante la richiesta di alloggi economicamente accessibili, che Max Hacke e Leonhard Clemens hanno realizzato un prototipo insediativo che indaga il tema dello spazio minimo e residuale come risorsa, anziché come limite, per uno sviluppo urbano sostenibile e di qualità. Continua a leggere

Esigenze familiari hanno spinto il committente a rivedere lo spazio del giardino sul retro della propria casa, una costruzione bifamigliare vittoriana a Stockwell, per realizzarvi la piccola abitazione per la madre venuta a trasferirsi in città: uno spazio autonomo e appartato ma vicino alla famiglia, che potesse integrarsi armonicamente nel contesto. Continua a leggere