Trasformare la musica in un’esperienza personale, con un’intera sala da concerti per uno spettatore solo. È davvero curiosa la storia delle cuffie, un dispositivo nato a fine Ottocento proprio per portare all’orecchio gli strumenti musicali e che per quasi mezzo secolo si dimenticò di questa sua funzione. L’invenzione affonda le proprie origini nell’Electrophone, un servizio britannico che in cambio di un abbonamento permetteva di ascoltare concerti a distanza tramite una cuffia al rovescio. Non aveva archetto e non si poggiava in testa (le acconciature dell’epoca non l’avrebbero permesso) ma i padiglioni erano montati su una struttura a Y da tenersi in mano. Dopo quella prima idea si aprì come una cesura. Le ricerche militari e la guerra sempre più vicina hanno fatto virare le cuffie verso servizi professionali, erano usate da operatori radio e telefonici e solo negli anni ‘50 si tornò a quel concetto primigenio che rimane ancora oggi. Sebbene il prodotto in sé sia cambiato, si sia miniaturizzato, abbia perso in molti casi i fili e adottato materiali innovativi, in realtà la funzione è rimasta identica: avere un’orchestra tutta per sé ovunque ci si trovi.
L’evoluzione delle cuffie in 10 modelli che hanno fatto storia
Nascono nell’Ottocento, vengono dimenticate, poi esplodono quando Sony lancia il Walkman. Oggi sono miniaturizzate e senza fili, ma la funzione resta la stessa.
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- Alessio Lana
- 12 febbraio 2021
Le cuffie vere e proprie hanno un nome e una data di nascita ben precisi. Siamo nel 1910 e l’ingegnere Nathaniel Baldwin crea un paio di cuffie che ricordano quelle che utilizziamo ancora oggi. Realizzate a mano in metallo, cuoio e tessuto, si chiamano The Navy e il nome è nato dal primo committente, la marina americana, che ne ordinò cento unità senza sapere che Baldwin le realizzava da solo sul tavolinetto della sua cucina. La marina aveva consigliato anche consigliato a Bladwin di brevettarle ma l’ingegnere si rifiutò considerando la propria innovazione banale.
L’evoluzione delle cuffie è piuttosto lenta se si pensa che ci sono voluti quasi cinquant’anni per arrivare al primo modello stereo. Parliamo delle Koss SP/3, uno dei pochi dispositivi tecnologici che è diventato un vero e proprio spartiacque, definendo in modo netto un prima e un dopo. Ideate da John C. Koss, oltre alla stereofonia erano le prime rivolte esclusivamente all’ascolto musicale. Erano state ideate a supporto di un piccolo sistema audio portatile, il Koss Model 390, che consentiva di passare dall’ascolto comunitario a quello personale attraverso le cuffie. Nessuno però se ne interessò al tempo: le persone volevano le cuffie.
Viste oggi non attraggono certo per la loro estetica né per la finezza costruttiva ma le Sony Mdr-3 sono diventate uno status symbol. Nessuno le conosce con questo nome e basta citare il loro partner in crime, il Walkman, per riaccendere la passione. È il 1979 e Sony punta alla leggerezza estrema, con ampio impiego in alluminio, un design lineare e padiglioni in economica spugna. Il varco che apre contaminerà tutti i produttori successivi: la musica diventa portatile e dilaga. Grazie anche a loro il Walkman diventerà uno dei prodotti più venduti di sempre con ben 400 milioni di unità.
Mentre il Walkman apriva alla musica di massa, i marchi di alta gamma puntavano al pubblico più raffinato con prodotti di design che coniugavano qualità ed estetica. Le B&O U70 sono tra le poche cuffie ad aver trovato posto al Moma e basta vederle per capirne il valore. Disegnate da Jacob Jensen, erano squadrate, leggere (300 grammi) e si adattavano alla testa dell’ascoltatore. I padiglioni potevano essere regolati autonomamente sia in altezza che in inclinazione, l’archetto di allungava o accorciava e il tutto poteva essere bloccato in posizione con dei geniali tasti laterali.
Difficile pensare a qualcosa di meno placido di un elicottero eppure se oggi ci godiamo musica e podcast in silenzio è merito proprio dei rumorosi velivoli. Erano decenni che Bose realizzava cuffie con la cancellazione attiva del rumore per i piloti ma solo nel 2000 pensò di proporle anche al grande pubblico. Con il claim “Escape the noise”, lanciò le prime QuietComfort, delle cuffie dal design fortemente business che avevano sempre il cielo nell’anima. Si rivolgevano infatti a chi effettuava lunghi viaggi aerei: se il rumore dà fastidio ai piloti, era il pensiero del fondatore dell’azienda, Amar Bose, darà fastidio anche ai passeggeri.
Dopo la lunga parentesi del Walkman, le cuffie si miniaturizzano, diventano quelli che chiamiamo auricolari e i modelli più grandi sembrano ormai essere limitati ai viaggiatori di business class e agli audiofili. L’inversione di tendenza però arriva con Beats, una linea nata nel 2008 dal rapper Dr. Dre e dal produttore discografico Jimmy Iovine che ha il suo esordio con il modello Studio. Puntando su bassi esagerati e un’estetica street, fanno innamorare anche gli sportivi che non mancano di esibirle in ogni occasione, anche prima di una gara. I cuffioni al collo diventano così uno status symbol che rivela i gusti musicali e lo stile di vita di chi li indossa. Il rapper Lil Wayne, per esempio, nel 2012 commissionò un modello tempestato di diamanti pagandolo un milione di dollari.
L’iPod è stato il nuovo Walkman e il primo modello del 2001 portava con sé degli auricolari tutti bianchi che lo rendevano unico. La vera innovazione della Apple però arriva più avanti, nel 2016. Cinque anni fa venivano rivelate al mondo le AirPods. Piccole e leggere, hanno avuto il merito di diffondere l’idea del true wireless, di cuffie in-ear senza cavi di collegamento al dispositivo né tra tra loro. Non è un’invenzione della Mela: il primato nel settore spetta alle Onkyo W800BT, uscite nel 2015 ma nel silenzio generale.
Se da una parte c’è chi lotta per cancellare i rumori esterni, dall’altra c’è chi sta facendo di tutto per farceli sentire. Talvolta è comodo ascoltare ciò che accade nei dintorni, pensiamo a quando si corre o si va in bicicletta, ed ecco che la conduzione ossea diventa una delle possibilità offerte dalle cuffie. Gli altoparlanti poggiati sulla pelle che trasmettono il suono tramite vibrazioni è un’idea molto vecchia ma solo negli ultimi anni è diventata di massa. Anche se incomparabile con quello emesso dai dispositivi tradizionali, il suono oggi è piuttosto nitido e gradevole, basta non esagerare con i bassi.
L’aspetto è quello degli occhiali da sole, la funzione ricorda le cuffie. Nel 2019 Bose lancia i Frames, un ibrido molto originale. Realizzati nella versione squadrata Alto o nella più circolare Tondo, le aste integrano due altoparlanti che permettono di ascoltare musica o effettuare chiamate lasciando le orecchie libere di sentire i rumori esterni. La vera innovazione però è la loro piattaforma smart: nelle intenzioni di Bose, il sensore di movimento dei Frames e il Gps dello smartphone a cui sono collegati permetterebbero di ricevere informazioni audio su ciò che si sta guardando.
Chiudiamo con una vera opera d’arte che coniuga audiofilia e design. Nate per essere “le migliori cuffie del mondo, a qualsiasi prezzo”, le Sennheiser HE1 sono un unicum nel settore. Le cuffie sono solo parte di un sistema completo composto da un amplificatore con otto valvole a vista e un Dac che converte l’audio digitale in analogico. Entrambi sono stati incastonati in un unico blocco di marmo di Carrara con i piedini ammortizzati per evitare le vibrazioni. Il peso di 20 chili è stellare come il prezzo, 59.900 euro.