Il numero di febbraio di Domus 1054 si concentra sul ruolo urbano delle architetture contemporanee. Nel suo editoriale il Guest Editor Tadao Ando ci parla della necessità di produrre dichiarazioni critiche nei confronti delle istituzioni urbanistiche esistenti. “Più questa critica sarà pura, più l’architettura che essa esprime sarà radicale e saprà sfidare l’ordinamento della società” spiega Ando. “Una rete di strutture critiche che superano questi conflitti può dare nuova vita all’ambiente costruito”.
Segue uno saggio di Rahul Mehrotra, architetto e urbanista indiano, osservando la forma fisica delle città indiane, esemplifica lo scontro tra due retoriche politiche contrapposte: costruire una città globale oppure equa e sostenibile. Markus Breitschmid, partendo dalle architetture di Valerio Olgiati, sostiene che un edificio radicale, capace di creare senso, è più inclusivo e più libero.
Domus 1054 è in edicola: “Stimolare la città”
Nel secondo numero curato da Tadao Ando, Markus Breitschmid difende il ruolo dell’architettura radicale; Rahul Mehrotra osserva la forma fisica delle città indiane; Michael Holland racconta le Watts Towers di Simon Rodia. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di febbraio.
Testo Tadao Ando. Foto Christian Richters
Testo Rahul Mehrotra. Foto Peter Bialobrzeski
Testo Markus Breitschmid. Foto Archive Olgiati
Testo Shigeru Ban Architects, Nao Tamura, Suppose Design Office, Akarui.co.jp. Foto Hiroyuki Hirai
Testo OFFICE Kersten Geers David Van Severen. Foto Bas Princen
Testo MAD Architects. Foto ArchExist
Testo Studio Sean Canty. Immagine © Studio Sean Canty
Testo Smiljan Radic. Foto Azeez Bakare
Testo OMA. Foto Laurian Ghinitoiu
Testo Angela Maderna. Foto Timothy Schenk. Courtesy of the High Line
Testo Gio Tirotto. Foto Eshu Adv — Davide Piras
Testo Manuel Aires Mateus, Dominique Perrault, Steven Holl, John Pawson, Balkrishna Doshi, Paul Smith, Sou Fujimoto, Erin e/and Ian Besler, Thom Mayne, Virgil Abloh. Immagine Besler & Sons
Testo Michael Holland. Foto courtesy di the Los Angeles City Archives – Office of the City Clerk
Testo Safdie Architects. Immagine © Safdie Architects
Testo Junya Ishigami+Associates. Foto © Junya.Ishigami+Associates
Testo Tadao Ando. Foto Shigeo Ogawa
Hans Hollein, Retti Candle Shop, 1964-1965, Vienna, Austria. Foto Franz Hubmann. Copyright Private. Archive Hollein
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- La redazione di Domus
- 05 febbraio 2021
Nella sezione Architettura vengono presentati sei progetti, caratterizzati da tre tipologie diverse di landmark. Come Gemme sono illustrate le toilette pubbliche realizzate nel 2020 a Tokyo - dagli studi d’architettura Shigeru Ban Architects, Nao Tamura, Suppose Design Office e Akarui - e Tondo, il passaggio sospeso progettato nel centro di Bruxelles da Office Kersten Geers David Van Severen. Le costruzioni, invece, raccolte sotto il nome Portagioielli sono il YueCheng Kindergarten di MAD Architects, un tetto galleggiante formalmente fluido, l’Arena Park Lumen dello Studio Sean Canty e il flagship store realizzato per Alexander McQueen a Miami da Smiljan Radic, il quale si pone in relazione con la città come un giardino animato. Infine come Forziere viene descritta la Sede di Axel Springer dello studio OMA, dove i nuovi uffici della casa editrice sono tagliati dalla direttrice che connette i due edifici preesistenti del campus.
Nelle pagine dedicate all’Arte, Angela Maderna cerca di delineare un ruolo per i monumenti, raccontando due esempi a Londra e New York, dove l’arte pubblica è motore di un’azione critica che stimola la riflessione e innesca un dialogo con il contesto, sollevando tematiche fondamentali per la collettività. Per Design Gio Tirotto illustra le 208 boe luminose a ridosso dello storico Ponte di Tiberio a Rimini. Come tante gemme urbane sospese sull’acqua, le boe sono una nota poetica che illumina la città. Sono anche però l’occasione di sviluppare una nuova tipologia di oggetto nautico.
La nuova sezione Creatori è stata istituita per illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo sul numero. Per questo numero abbiamo chiesto a progettisti come Manuel Aires Mateus, Dominique Perrault, Steven Holl, John Pawson, Virgil Abloh e altri di focalizzarsi sulla domanda “Che cosa stimola la città?”.
Nella rubrica Attorno al progetto, Michael Holland racconta le Watts Towers di Simon Rodia, costruite con le sue mani nell’arco di 33 anni, riconosciute come arte pubblica grazie al sostegno degli abitanti e delle autorità. Safdie Architects descrive il progetto in corso per il centro Jewel dell’aeroporto di Singapore, per il quale è stata ideata una copertura di vetro con pilastri discontinui a sostenerla. Per Junya Ishigami + Associates, invece, l’accurata gestione della realizzazione del controsoffitto nel Centro culturale di Shandong, in Cina, ha esaltato le potenzialità del cemento grezzo.
Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, una tavola rotonda tra Marco Alverà, Sara Hejazi, Elena Ostanel e Igiaba Scego si interroga sulle sfide e i limiti delle attuali pratiche d’inclusione, e su come si interpreta l’intersezionalità nei processi urbani e aziendali. Carlos D’Ercole visita la casa la residenza del collezionista e mercante d’arte Rafael Jablonka, omaggio agli artisti del cui percorso è stato complice: Philip Taaffe, Eric Fischl, Miquel Barceló, Mike Kelley e Richard Avedon. Valentina Petrucci incontra il fashion designer britannico Paul Smith, mentre Andrea Caputo visita la realtà anomala e antiurbana di Elasticofarm, studio fondato da Stefano Pujatti, Alberto del Maschio e Sara Dal Gallo con una sede in Canada, a Toronto, una base dispersa nelle campagne torinesi, completamente dissociata da qualsiasi immaginario metropolitano, e una a Budoia, in Friuli. Il direttore editoriale Walter Mariotti conclude la sezione con un incontro con Anna Zegna, presidente dell’omonima Fondazione, la quale ci racconta la sua visione green del mondo: economica, sociale e ambientale.
Nell’editoriale di febbraio il guest editor Tadao Ando parla della necessità di produrre dichiarazioni critiche nei confronti delle istituzioni urbanistiche esistenti e di fare in modo che gli edifici agiscano come “emissari di uno spirito che non accetta compromessi”.
L’osservazione della forma fisica delle città indiane è lo strumento adottato da Mehrotra per esemplificare lo scontro tra due retoriche politiche contrapposte: costruire una città globale oppure equa e sostenibile.
Partendo dall’architettura di Valerio Olgiati, il teorico svizzero- americano sostiene che un edificio radicale, capace di creare senso, è il più inclusivo e il più libero: è quello dove chiunque può esprimere appieno la propria creatività.
L’anno scorso, la città di Tokyo ha assistito a un incremento significativo, per tipologia e varietà, di nuovi servizi gienici pubblici. Vari mecenati, dalle organizzazioni private all’amministrazione comunale,
si sono assunti il compito di tutelare il tessuto urbano collettivo di Tokyo, andando oltre i requisiti previsti dal programma delle toilette pubbliche.
Il passaggio sospeso connette un edificio governativo e la sua recente estensione. La sua presenza si attesta a livello formale e nella reciprocità del rapporto visivo con la strada.
Un tetto galleggiante formalmente fluido si sovrappone alla disposizione rigorosa di un complesso storico, integrando gli spazi dell’asilo con le residenze per anziani.
Il progetto unisce la tipologia della torre con quella del foro per dare forma a un catalizzatore di attività pubbliche per l’Arena Green Park.
Rievocando il Retti Candle Shop di Hans Hollein, questo flagship store si pone in relazione con la città come un giardino animato da una serie di elementi architettonici fra cui passeggiare
I nuovi uffici della casa editrice sono tagliati dalla direttrice che connette i due edifici preesistenti del campus: qui prende forma una ‘valle’ di spazi informali connessa alla città.
A Londra e New York, l’arte pubblica è motore di un’azione critica che stimola la riflessione e innesca un dialogo con il contesto, sollevando tematiche fondamentali per la collettività.
Come tante gemme urbane sospese sull’acqua, le boe dell’installazione pubblica “208.” sono una nota poetica che illumina la città. Sono anche però l’occasione di sviluppare una nuova tipologia di oggetto nautico.
Questa sezione vuole illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo nel numero. Per fornire una visione intergenerazionale e interdisciplinare del mondo del progetto, ogni volta ospiteremo gli elaborati di 10 autori. A questi creativi abbiamo chiesto di visualizzare liberamente idee astratte sotto forma di immagini, collage, disegni, schizzi e testi. Per questo numero, la ricerca si focalizza sulla domanda “che cosa stimola la città?”
Uscite incolumi da terremoti e da una rivolta urbana, le Watts Towers di Simon Rodia – che le ha costruite con le sue mani nell’arco di 33 anni – sono state riconosciute come arte pubblica grazie al sostegno degli abitanti e delle autorità, che hanno guardato oltre la burocrazia.
Il Vortice di pioggia del centro Jewel dell’aeroporto di Singapore s’inserisce in una copertura di vetro con pilastri discontinui a sostenerla. Una struttura spettacolare, che riformula il concetto di polo urbano, di Safdie Architects.
Nel Centro culturale di Shandong, in Cina, l’accurata gestione in loco della realizzazione del controsoffitto ha esaltato le potenzialità del cemento grezzo.
Di notte, il mondo si colora di bianco e argento. Un’atmosfera polare, bellissima, domina l’inverno del Nord. L’umanità non è diversa da fiocchi di neve che danzano nel vento. Il paesaggio riporta tutto a zero, rivelando l’orizzonte desolato. Un vuoto senza fine ravviva le nostre aspettative per il mondo che si estende davanti a noi. Alimenta la nostra brama di resistere al nulla dell’ambiente. Testimonianza degli esseri umani che vivono sulla Terra.