OMA ha completato il restauro del Fondaco dei Tedeschi a Venezia, risalente al XVI secolo, commissionato dalla famiglia Benetton nel 2009 per trasformarne i 9.000 metri quadrati in uno spazio commerciale.
Fondaco dei Tedeschi
Costruito per la prima volta nel 1228, uno degli edifici più grandi e riconoscibili di Venezia è stato ristrutturato da OMA per ospitare uno spazio commerciale.
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- 08 giugno 2016
- Venezia
Lo schema per la ristrutturazione si basa su un numero ben definito di interventi strategici, implementati da una distribuzione verticale che apre a una sequenza di percorsi e spazi pubblici. Ogni intervento è concepito come uno scavo della massa esistente, liberando nuove prospettive e svelando ai visitatori la vera natura del palazzo, come accumulo di autenticità.
Costruito originariamente nel 1228, e situato ai piedi del ponte di Rialto di fronte al mercato del pesce, il Fondaco dei Tedeschi è uno degli edifici più grandi e più riconoscibili di Venezia. È stato utilizzato come luogo di scambio per i commercianti tedeschi, dogana sotto Napoleone, e ufficio postale sotto Mussolini. Rappresentato da Canaletto e altri maestri, e fotografato innumerevoli volte come un’imponente ma anonima cornice del ponte di Rialto, il Fondaco si erge come un testimone muto dell’epoca mercantile veneziana, il cui ruolo è via via diminuito con il progressivo spopolamento della città.
Distrutto due volte da un incendio e poi ricostruito nella sua forma attuale risalente al 1506, fu manipolato nel XVIII secolo, per poi aver subito interventi architettonici radicali nel XX secolo in modo da ospitare l’ufficio postale centrale sotto il regime fascista. Il Fondaco incarna in qualche modo la brutalità segreta di Venezia. Quasi completamente ricostruito col calcestruzzo moderno negli anni Trenta, il Fondaco è un palinsesto storico di sostanza moderna che ha attraversato cinque secoli di tecniche costruttive. A prescindere dalla storia dei suoi riadattamenti (torri rimosse, cortili coperti di vetro, nuove apertura, strutture ricostruite e così via) e dalla carenza di autenticità della struttura, il suo status giuridico di ‘monumento’, concesso nel 1987, ne ha impedito ulteriori pesanti modifiche.
Il progetto di Ippolito Pestellini Laparelli – partner di OMA – con Silvia Sandor comprende sia l’architettura che il programma logistico, aprendosi verso la piazzetta pedonale mantenendo il suo ruolo storico di ‘campo’ urbano coperto. Il nuovo tetto è stato ottenuto ristrutturando il padiglione preesistente del XIX secolo, posizionato su un nuovo pavimento in acciaio e vetro, sospeso sopra il cortile centrale, con l’aggiunta di una grande terrazza panoramica in legno, che offre una vista spettacolare della città. Il tetto, insieme al cortile sottostante, diventerà un locale pubblico, aperto alla città e accessibile in ogni momento.
I nuovi ingressi dell’edificio sono stati posizionati in corrispondenza di Campo San Bartolomeo e di Rialto, mentre i passaggi preesistenti verso il cortile, usati dagli abitanti come scorciatoia, sono stati mantenuti intatti. Gli architetti hanno inserito delle scale mobili per creare un nuovo percorso pubblico attraverso l’edificio, consolidando le stanze in modo da rispettare le sequenze originali. Gli elementi storici fondamentali, come le camere ad angolo, non hanno subito modifiche, mentre alcuni elementi architettonici rimasti abbandonati per secoli hanno ripreso vita. È questo il caso delle pareti delle gallerie, che torneranno ad ospitare affreschi in chiave contemporanea.
Fondaco dei Tedeschi, Venezia, Italia
Tipologia: ristrutturazione di un edificio storico
Committente: Edizione S.r.l.
Architetti: Rem Koolhaas, Ippolito Pestellini Laparelli
Architetti Associati: Francesco Moncada, Silvia Sandor
Team per il concept: Marco De Battista, Andrew Chau, Paul Feeney, Alice Grégoire, Ricardo Guedes, Andreas Kofler, Kayoko Ota, Pietro Pagliaro, Miriam Roure Parera, Carlos Pena, Ciprian Rasoiu, Agustín Pérez Torres
Team di progetto: Giacomo Ardesio, Paul Feeney, Alice Grégoire, Ricardo Guedes, Giulio Margheri, Pietro Pagliaro, Cecilia del Pozo, Ciprian Rasoiu, Jan de Ruyver, Miguel Taborda
Team di costruzione: Aleksandar Joksimovic, Leonardos Katsaros, Francesco Moncada, Federico Pompignoli
Architetto per la conservazione: TA Architettura S.r.l.
Ingegneria strutturale: Tecnobrevetti S.r.l.
Ingegneria degli impianti: Politecnica Ingegneria e Architettura
Sicurezza e coordinamento: Antonio Girello
Antincendio: Sicurtecno
Impresa: SACAIM S.p.A.
Illuminazione: Viabizzuno
Area: 9.000 mq
Completamento: 2016