Qualcuno li definisce semplicemente zoomers, ma l’etichetta più accattivante e gettonata è quella di Gen Z. Più semplicemente sono i ventenni di oggi, i cosiddetti “nativi digitali”, figli, sia biologicamente sia metaforicamente, della MTV generation. Sono ragazzi che le generazioni successive immaginano sempre connessi, abilissimi con le tecnologie e con lo smartphone sempre in mano, come un prolungamento naturale del braccio. Quasi dei cyborg: verità o stereotipo?
In occasione della inedita edizione settembrina della Design Week milanese, Domus in collaborazione con tre delle maggiori università della città, Naba, Politecnico e Università degli Studi di Milano, ha lanciato l’idea di un Osservatorio Gen Z. Ai ragazzi è stato chiesto di osservare cosa accadesse in città, attraverso foto, video verticali e brevi testi. E noi, in qualche modo, abbiamo osservato loro. Per capire come guardano le cose, come le raccontano, in che modo sono unici, freschi, diversi, “giovani” nel senso non abusato del termine. Sia singolarmente, sia come generazione.
Sei sono le tematiche che abbiamo consigliato agli studenti per la loro esplorazione: il design di un mondo post pandemico, la dialettica tra centro e periferia, la natura, la casa ideale, le vetrine e il colore. Quella che trovate qui è una selezione dei lavori che sono ne sono scaturiti: ci sono progetti più riusciti e forse altri meno, idee più o meno riuscite, e qualche spunto che speriamo troverà un seguito.
NO QR code_02: Materialized, 07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
NO QR code_03: Materialized, 07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
NO QR code_04: Audi, 07092021, via della Spiga 26
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
I nuovi accessori
Via Durini, 9 Settembre 2021
L’abbigliamento è sempre stato espressione di sé stessi e di ruoli, secondo il rispetto della società che un individuo abita. La pandemia ha inserito nelle abitudini dei cittadini l’utilizzo della mascherina come accessorio neutro o personalizzabile.
Il timore
Università Statale di Milano, 9 Settembre 2021
La pandemia ha lasciato un segno nelle abitudini dei cittadini e nell’atteggiamento degli stessi nei confronti di ciò che prima risultava scontato. L’abitudine del pericolo, della restrizione, fa parte delle persone, che tentennano davanti alla possibilità di toccare gli oggetti pubblici, dando ad essa forse un valore diverso rispetto a prima.
L'adattamento
Via Durini, Fendi, 9 Settembre 2021,
Ciò che prima non era rilevante, ora è necessario. Ciò che è necessario è oggetto commerciale redditizio.
Post-pandemia
Post-pandemia perché è il filtro che mi ha permesso di vedere il Salone e il Fuorisalone da una prospettiva diversa, da quella dei visitatori che mi circondavano. Seppur meno rispetto agli altri anni è proprio grazie a loro che ho percepito grandi l’importanza dell’evento e la passione per il design.
Show room, via Cernaia, 5/9/2021
Fila per green pass
Attraverso queste foto ho cercato di rappresentare il mio modo di osservare il mondo, sempre alla ricerca di luci e ombre.
Via durini 24. 05-09-21
SOGNI (Fabbrica Sassetti, Isola Design District)
La Stair Shelf è pensata per un pubblico sempre più digitalizzato, di cui la generazione Z è protagonista; attraverso la sua struttura, formata da parti modulari personalizzabili, esplora metaforicamente bisogni, desideri e futuro della società contemporanea.
UNCRACKED (Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono)
L’installazione è frutto della collaborazione tra il brand Fratelli Guzzini e Corepla. Colpisce il foglio stropicciato attaccato con lo scotch che recita “Capienza massima 2 persone”, in contrasto con l’eleganza della struttura e quasi a ricordare che il Covid è ancora presente tra noi.
TATTO (Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono)
Questi sacchi da boxe, ideati da Sara Ricciardi della Naba, rappresentano una sorta di allenamento con il proprio passato, in cui la pandemia è parzialmente compresa. La ragazza nella foto è libera di toccare l’installazione per comprendere al meglio il messaggio che essa vuole passare, un semplice gesto che fino a pochi mesi fa sembrava irrealizzabile.
GEL (Zetalab, via Cola Montano 2)
Nel mondo post pandemia i gel disinfettanti sembrano diventare parte delle installazioni e sono posizionati all’ingresso di ognuna di esse, come da Zetalab, alla mostra di The Milaneser.
BUBBLE (PLAN X art gallery, via Marsala 7)
La bolla intorno alla scritta può assumere diversi significati a seconda di chi la osserva; io personalmente ho pensato alla pandemia e a come se l’essere umano non riuscirà a rispettare le regole, la bolla scoppierà e rimarremo tutti fregati. Il design è molto accattivante soprattutto per la condivisione su Instagram tramite post o storie.
Desiderio
Fabbrica Sassetti - via Filippo Sassetti, 31 - 08/09/2021
Una serie di scaffali regolabili per i realisti, una scala verso un futuro luminoso per i sognatori. In comune ci sono le diverse prospettive sotto cui vedere l’oggetto e la possibilità di modularlo per raggiungere bisogni e desideri.
Separazione
Alcova - via Simone Saint Bon, 1 - 08/09/2021
Proteggere senza isolare. I divisori colorati dello studio SPREAD non chiudono ma creano spazi dove poter comunicare e stare insieme in sicurezza. Il distanziamento ha tutto un altro aspetto.
Solitudine
SIAM - via Santa Marta, 18 - 08/09/2021
Di fronte allo specchio di CELO.1 si può vedere il proprio riflesso, osservare l’ombra e guardare oltre l’oggetto. Ognuna delle tre situazioni è però accomunata da un unico orizzonte: sé stessi. Un mezzo per continuare ad esplorare l’individualità.
Viaggio
BASE Milano - via Bergognone, 34 – 08/09/2021
Viaggiare stando seduti, quello che la pandemia ci ha costretto a fare e quello che il progetto Cross Cultural Chairs ha proposto per scoprire culture lontane. La società in continuo movimento ha subito un arresto.
Non ti vedo
Università Statale, PURA by Guglielmi
Tra le limitazioni e la voglia di scoprire, segnali spesso contrastanti e alcuni momenti avvolti nell’imbarazzo per cosa si può fare e cosa no. Non mettiamo più barriere del necessario, tocchiamo i materiali e proviamo i prodotti, guardiamoci in faccia e pensiamo al futuro.
NO QR code_02: Materialized, 07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
NO QR code_03: Materialized, 07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
NO QR code_04: Audi, 07092021, via della Spiga 26
New technologies, new products, new materials always touch hearts the quickest, and in a post-pandemic world, people still get excited about new things even when they're wearing gloves. The QR codes and messages on line that are visible everywhere at Design Week never get the most enthusiastic attention.
I nuovi accessori
Via Durini, 9 Settembre 2021
L’abbigliamento è sempre stato espressione di sé stessi e di ruoli, secondo il rispetto della società che un individuo abita. La pandemia ha inserito nelle abitudini dei cittadini l’utilizzo della mascherina come accessorio neutro o personalizzabile.
Il timore
Università Statale di Milano, 9 Settembre 2021
La pandemia ha lasciato un segno nelle abitudini dei cittadini e nell’atteggiamento degli stessi nei confronti di ciò che prima risultava scontato. L’abitudine del pericolo, della restrizione, fa parte delle persone, che tentennano davanti alla possibilità di toccare gli oggetti pubblici, dando ad essa forse un valore diverso rispetto a prima.
L'adattamento
Via Durini, Fendi, 9 Settembre 2021,
Ciò che prima non era rilevante, ora è necessario. Ciò che è necessario è oggetto commerciale redditizio.
Post-pandemia
Post-pandemia perché è il filtro che mi ha permesso di vedere il Salone e il Fuorisalone da una prospettiva diversa, da quella dei visitatori che mi circondavano. Seppur meno rispetto agli altri anni è proprio grazie a loro che ho percepito grandi l’importanza dell’evento e la passione per il design.
Show room, via Cernaia, 5/9/2021
Fila per green pass
Attraverso queste foto ho cercato di rappresentare il mio modo di osservare il mondo, sempre alla ricerca di luci e ombre.
Via durini 24. 05-09-21
SOGNI (Fabbrica Sassetti, Isola Design District)
La Stair Shelf è pensata per un pubblico sempre più digitalizzato, di cui la generazione Z è protagonista; attraverso la sua struttura, formata da parti modulari personalizzabili, esplora metaforicamente bisogni, desideri e futuro della società contemporanea.
UNCRACKED (Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono)
L’installazione è frutto della collaborazione tra il brand Fratelli Guzzini e Corepla. Colpisce il foglio stropicciato attaccato con lo scotch che recita “Capienza massima 2 persone”, in contrasto con l’eleganza della struttura e quasi a ricordare che il Covid è ancora presente tra noi.
TATTO (Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono)
Questi sacchi da boxe, ideati da Sara Ricciardi della Naba, rappresentano una sorta di allenamento con il proprio passato, in cui la pandemia è parzialmente compresa. La ragazza nella foto è libera di toccare l’installazione per comprendere al meglio il messaggio che essa vuole passare, un semplice gesto che fino a pochi mesi fa sembrava irrealizzabile.
GEL (Zetalab, via Cola Montano 2)
Nel mondo post pandemia i gel disinfettanti sembrano diventare parte delle installazioni e sono posizionati all’ingresso di ognuna di esse, come da Zetalab, alla mostra di The Milaneser.
BUBBLE (PLAN X art gallery, via Marsala 7)
La bolla intorno alla scritta può assumere diversi significati a seconda di chi la osserva; io personalmente ho pensato alla pandemia e a come se l’essere umano non riuscirà a rispettare le regole, la bolla scoppierà e rimarremo tutti fregati. Il design è molto accattivante soprattutto per la condivisione su Instagram tramite post o storie.
Desiderio
Fabbrica Sassetti - via Filippo Sassetti, 31 - 08/09/2021
Una serie di scaffali regolabili per i realisti, una scala verso un futuro luminoso per i sognatori. In comune ci sono le diverse prospettive sotto cui vedere l’oggetto e la possibilità di modularlo per raggiungere bisogni e desideri.
Separazione
Alcova - via Simone Saint Bon, 1 - 08/09/2021
Proteggere senza isolare. I divisori colorati dello studio SPREAD non chiudono ma creano spazi dove poter comunicare e stare insieme in sicurezza. Il distanziamento ha tutto un altro aspetto.
Solitudine
SIAM - via Santa Marta, 18 - 08/09/2021
Di fronte allo specchio di CELO.1 si può vedere il proprio riflesso, osservare l’ombra e guardare oltre l’oggetto. Ognuna delle tre situazioni è però accomunata da un unico orizzonte: sé stessi. Un mezzo per continuare ad esplorare l’individualità.
Viaggio
BASE Milano - via Bergognone, 34 – 08/09/2021
Viaggiare stando seduti, quello che la pandemia ci ha costretto a fare e quello che il progetto Cross Cultural Chairs ha proposto per scoprire culture lontane. La società in continuo movimento ha subito un arresto.
Non ti vedo
Università Statale, PURA by Guglielmi
Tra le limitazioni e la voglia di scoprire, segnali spesso contrastanti e alcuni momenti avvolti nell’imbarazzo per cosa si può fare e cosa no. Non mettiamo più barriere del necessario, tocchiamo i materiali e proviamo i prodotti, guardiamoci in faccia e pensiamo al futuro.
Un modo nuovo di guardare
Si dice colpito positivamente prima di tutto da come i ragazzi hanno approciato il tema della natura Claudio Larcher, area leader Design di Naba. Quella che viene restituita nelle foto e nei video dai suoi studenti, spiega Larcher, è una visione della natura in trasformazione, incorporata nella nostra vita. Una natura rielaborata, lontanissima dagli stereotipi.
“È un tema che sentono molto vicino e vivono in maniera progettuale”, spiega Larcher, per cui è tutto sommato “un messaggio positivo” se si pensa cosa aspetta questi ragazzi. Il design e i designer avranno un ruolo cardinale nel fronteggiare un futuro su cui aleggiano scenari apocalittici causati dalla crisi climatica. Per Larcher, la responsabilità del progetto va data ai giovani, “perché saranno loro i protagonisti del mondo tra pochi anni”. Un mondo che avrà bisogno di cure intense.
La responsabilità del progetto va data ai giovani, perché saranno loro i protagonisti del mondo (Claudio Larcher)
“Che bello, sai quante stories ci tiro fuori da qui?”, esclama una ragazza entusiasta varcando l’ingresso dell’installazione di Hermes alla Design Week. È l’aneddoto con cui Claudio Larcher introduce il fondamentale tema del rapporto tra Gen Z e immagine, nel quale – spiega – “c’è il cuore del loro approccio anche nella percezione della vita reale”. Rispetto alle generazioni che li hanno preceduti, sono più abituati a leggere le immagini, a farle loro attraverso mediazioni, commenta Larcher, aggiungendo che agire sulle foto è alle fondamenta del codice culturale della Gen Z, e scattarne di molto belle un dono piuttosto frequente tra questi ragazzi.
È una generazione questa, spiega Larcher, che surfa su piani diversi e diverse superfici con estrema scioltezza. Ma la conseguenza di giocare su così tanti tavoli, e di trovare tutto così facilmente accessibile, è che l’investimento sulla ricerca, e di conseguenza la sedimentazione dei concetti, risulta inversamente proporzionale. “Si rischia che tutto diventi fatto per emulazione, come fondamentalmente accade su Instagram”, e quindi se un tempo per visitare il Fuorisalone leggevi la guida, “ora invece tutti fanno le stesse foto durante la Design Week”. Al tempo stesso, questo cambio d’approccio non è per forza negativo. “Non vorrei che sembrasse una critica passatista: non lo è affatto”. E la capacità di produrre, leggere e trasformare immagini rappresenta un valore su cui gli studenti potranno lanciare una carriera, che per molti di loro potrebbe essere nell’art direction prima ancora della progettazione in senso stretto. “Prenderei subito alcuni di loro per valorizzare i miei lavori a livello di immagini”, conclude l’area leader design di Naba.
FOAMY (Studio Finemateria, via Pola 11, Isola)
L’installazione mostra un dialogo diretto tra design e industria, con particolare attenzione al riutilizzo dei materiali. In questo caso la sedia in primo piano esposta in vetrina è il risultato del riciclo di scarti di poliuretano espanso.
COUCH-19 (Fabbrica Sassetti, Isola)
Geniale l’interpretazione di Tobia Zambotti che tocca diversi aspetti legati alla crisi climatica: dal riciclo e riutilizzo dei dispositivi al coinvolgimento attivo dei cittadini nella raccolta dei rifiuti, fino alla forma emblematica del pouf che ricorda un iceberg, simbolo del riscaldamento globale. Il design risulta inoltre molto accattivante all’occhio dei giovani.
TAPPETO DI ORCHIDEE (Palazzo Turati)
La manifestazione Masterly-The Dutch in Milan punta sulla connessione tra materiali ma soprattutto tra le persone, al suo interno infatti si trovano diversi spazi dove i visitatori possono fermarsi a conversare. Il tema centrale rimane la sostenibilità, con uno sguardo all’economia circolare.
PRATONE (Piazza San Fedele)
La versione maxi della scultura di Gufram dona un tocco di verde in una zona in cui il verde latita. L’opera attira sicuramente l’attenzione dei passanti e viene offerta loro anche la possibilità di “calpestare” il prato e perdersi fra i suoi steli alti circa 5 metri.
MAPPAMONDO (Moscova)
Posizionati in diversi punti di Milano, questi mappamondi (50 circa), del progetto WePlanet, servono a sensibilizzare le persone sul tema del cambiamento climatico; ognuno rappresenta a modo proprio un tema, dall’uso della plastica alla raccolta differenziata, con l’obiettivo di smuovere la coscienza dei passanti.
Natura siciliana rinchiusa
È una natura maestosa quella rinchiusa negli spazi espositivi, una natura che si racconta di dover ascoltare, ma che appare finta e sofferente. La natura vera l’ho trovata nelle piccole cose, nella papera spaventata all’Orto Botanico, una natura incontrollabile ma sincera.
Officina Milano, spazio MOHD, progetto “Botanica Collettiva”
FOAMY (Studio Finemateria, via Pola 11, Isola)
L’installazione mostra un dialogo diretto tra design e industria, con particolare attenzione al riutilizzo dei materiali. In questo caso la sedia in primo piano esposta in vetrina è il risultato del riciclo di scarti di poliuretano espanso.
COUCH-19 (Fabbrica Sassetti, Isola)
Geniale l’interpretazione di Tobia Zambotti che tocca diversi aspetti legati alla crisi climatica: dal riciclo e riutilizzo dei dispositivi al coinvolgimento attivo dei cittadini nella raccolta dei rifiuti, fino alla forma emblematica del pouf che ricorda un iceberg, simbolo del riscaldamento globale. Il design risulta inoltre molto accattivante all’occhio dei giovani.
TAPPETO DI ORCHIDEE (Palazzo Turati)
La manifestazione Masterly-The Dutch in Milan punta sulla connessione tra materiali ma soprattutto tra le persone, al suo interno infatti si trovano diversi spazi dove i visitatori possono fermarsi a conversare. Il tema centrale rimane la sostenibilità, con uno sguardo all’economia circolare.
PRATONE (Piazza San Fedele)
La versione maxi della scultura di Gufram dona un tocco di verde in una zona in cui il verde latita. L’opera attira sicuramente l’attenzione dei passanti e viene offerta loro anche la possibilità di “calpestare” il prato e perdersi fra i suoi steli alti circa 5 metri.
MAPPAMONDO (Moscova)
Posizionati in diversi punti di Milano, questi mappamondi (50 circa), del progetto WePlanet, servono a sensibilizzare le persone sul tema del cambiamento climatico; ognuno rappresenta a modo proprio un tema, dall’uso della plastica alla raccolta differenziata, con l’obiettivo di smuovere la coscienza dei passanti.
Natura siciliana rinchiusa
È una natura maestosa quella rinchiusa negli spazi espositivi, una natura che si racconta di dover ascoltare, ma che appare finta e sofferente. La natura vera l’ho trovata nelle piccole cose, nella papera spaventata all’Orto Botanico, una natura incontrollabile ma sincera.
Officina Milano, spazio MOHD, progetto “Botanica Collettiva”
L’incontro con la bellezza e la libertà ritrovata
“Dopo più di un anno di vita universitaria negata o limitata e ‘rinchiusa’ negli spazi digitali, nove studenti del corso di laurea in Comunicazione e Società dell’Università degli studi di Milano hanno accettano l’invito ad uscire e a muoversi nella città per raccontarci il punto di vista della Generazione Z”, scrive Angela Biscaldi, professore associato in antropologia culturale al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università Statale di Milano, che affida a un breve saggio che riportiamo qui integralmente il suo commento del progetto lanciato da Domus.
“Mi viene spontaneo leggere le fotografie e i video che ci hanno consegnato come indici più ampi della loro dimensione esistenziale: non tanto come la documentazione di un evento noto e rilevante (Il Salone del Mobile) prodotta a partire da uno sguardo particolare (quello dei giovani), quanto piuttosto come la possibilità di capire qualcosa di più del vissuto di una generazione a partire da ciò che questa stessa generazione ritiene degno di nota e visibilità sociale. In questo senso, nell’incontro con la bellezza – di cui ognuno dei ragazzi e delle ragazze coinvolti ha colto aspetti particolari – e nell’incontro con la libertà di movimento, in parte ritrovata, emergono alcuni campi semantici ricorrenti, trasversali rispetto ai temi proposti.
Sono le lunghe code per il controllo del Green Pass; il senso del limite e l’invadenza della regola esposta dai cartelli ‘capienza massima due persone’ e dai tracciati sul terreno che impongono un preciso distanziamento fisico; i gel disinfettanti che, come scrive uno studente, ‘sembrano diventare parte delle istallazioni’; le mascherine indossate e poi tolte e poi di nuovo indossate da visitatori e turisti, a volte riprese in primo piano, a volte sullo sfondo; il senso di separazione prodotto da vetri, vetrine, plexiglass, teche, bolle. Accanto a questi lasciti della pandemia – e in costante riferimento ad essa – non possiamo non notare la presenza costante del mondo digitale, di cui i giovani sembrano cogliere ad un tempo il senso di solitudine (immortalando uomini e donne ripiegati sul proprio smartphone, come chiusi in una bolla) e l’inevitabilità di uno stile di fruizione estetica e di narrazione sociale indispensabile e gratificante”.
I video realizzati dagli studenti
La Gen Z merita più spazio
“Settembre, è tempo di migrare, disse un tale. No, rispose Milano, è tempo di incontrarsi in un’insolita Design Week”, scrive Luca Fois, docente di Design degli eventi al Politecnico, il quale continua affermando che “ogni paragone con passate edizioni primaverili è fuorviante per l’assoluta specificità di questo evento”.
Continua così: “Era da fare per tanti motivi e interessi, particolari e generali, del Sistema Milano&Design, che funziona, perché, da sempre, nasce e si sviluppa dal basso e oggi, finalmente, incontra l’alto delle istituzioni. Un sistema che penso abbia bisogno di forti dosi giovanili a partire dalla generazione Z in grado di avere un ruolo innovativo nel design di prodotto e di servizio e soprattutto nei consumi. Dosi di valori nuovi, alternativi, per nuovi standard di qualità più che di quantità. Ampi settori di questa generazione sono in grado di influenzare la ricerca e la strategia delle aziende che, come si è visto in quei giorni, tardano nell’innovazione”.
Vision 1
Anche se ci sono innumerevoli trame e colori che i computer possono simulare, trame e colori naturali e casuali sono ancora ricercati dalle persone. Materialized ,07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
Alveare
Attraverso questa foto ho cercato di rappresentare il mio modo di osservare ilmondo, sempre alla ricerca di luci e ombre.. Via Festa del perdono, 7, 5 settembre
Vision 1
Anche se ci sono innumerevoli trame e colori che i computer possono simulare, trame e colori naturali e casuali sono ancora ricercati dalle persone. Materialized ,07092021, Spazio Gamma Via Pastrengo, 7
Alveare
Attraverso questa foto ho cercato di rappresentare il mio modo di osservare ilmondo, sempre alla ricerca di luci e ombre.. Via Festa del perdono, 7, 5 settembre
Poi, Fois entra si spinge oltre, per dire la sua: “Anche quest’anno ho fatto cose e visto gente, e ho osservato molti giovani, non solo studenti del ‘settore’, ma anche giovani nei primi anni di carriera. Non so dire quanti, non ci sono dati che lo dicano, ma ho percepito maggior consapevolezza nei comportamenti. Poca attenzione, al contrario, dalle aziende alle nuove generazioni”. Poi, il docente passa ad analizzare com’è stato vissuto il salone su Instagram e dintorni.
“Ovviamente centrale il ruolo dei social particolarmente adatti alle infinite immagini da condividere per invitare coetanei ad appuntamenti in “zona” dove era pure palpabile il piacere di esserci e di esserci in compagnia. Le location dove era rappresentata la progettualità giovanile sono state molto frequentate, ma erano poche e questo è un problema”. Fois si augura quindi “più spazio per stimolare e valorizzare i contributi creativi, progettuali, sperimentali e di linguaggio dei giovani, ‘materia prima’ poco e mal riconosciuta dalle aziende, ma fondamentale per l’evoluzione di un mercato un pò troppo conformista e a detta di molti ragazzi ‘datato’, non pensato per loro”.
Questo è un “mega dato”, spiega Fois, di cui i brand dovranno tenere conto. E i designer, pure.
Vegan-Star-Trek Heaven
unnecessary luxury v.s. necessary creativity
design that steals v.s. design that heals
Un esame critico dei diversi ideali manifestati attraverso il design in centro e in periferia.“Occhi che non vedono”. Mentre gareggiavano per aver distrutto la montagna più preziosa per il loro tavolo egocentrico, i soldati utopici emergenti hanno combattuto per trasmettere un messaggio importante per i visitatori: il design è capace di invocare la speranza.
Vegan-Star-Trek Heaven
unnecessary luxury v.s. necessary creativity
design that steals v.s. design that heals
Un esame critico dei diversi ideali manifestati attraverso il design in centro e in periferia.“Occhi che non vedono”. Mentre gareggiavano per aver distrutto la montagna più preziosa per il loro tavolo egocentrico, i soldati utopici emergenti hanno combattuto per trasmettere un messaggio importante per i visitatori: il design è capace di invocare la speranza.
Hanno partecipato all’Osservatorio Gen Z gli studenti del triennio di Design di NABA: Amerigo Girardi, Erik Mladenov, Nam Truong, Noemi Catalano e Camilla Vaghi, Sara Fesa, Zishan Liu.
Dalla Laurea Magistrale in Design della Comunicazione Politecnico di Milano e Laurea Magistrale di Integrated Product Design: Federica Vatri, Greta Pesarini.
Dal triennio di Comunicazione e Società, Dipartimento di Scienze Politiche, Economiche e Sociali presso Università degli Studi di Milano : Arianna Guadagno, Palina Birukova, Federica Saquella, Gabriele Coviello, Giulia Zotaj, Greta D'Addetta, Mattia Sormani, Silvia Babic, Sofia Ciccotta.