Dopo le collaborazioni per i brani "1999" e "2099", Charli Xcx e Troye Sivan sembravano aver preso strade separate. Quest'anno sono tornati a unire le forze con Sweat, il tour che ha toccato 22 città e attirato oltre 300.000 spettatori, consolidando ulteriormente il loro status di pop star tra le più influenti del momento. Il tour nasce da una domanda ambiziosa: come tradurre due fenomeni musicali che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama visivo, influenzando tendenze, generando nuove estetiche, creando meme e accese discussioni online, in uno show dal vivo? A raccogliere la sfida è stato il team di Cour Design, specializzato nella progettazione di concerti, eventi live, brand experience e installazioni immersive che sotto la direzione di Imogene Strauss, ha curato la scenografia, l’illuminotecnica e la produzione del tour: "all'inizio eravamo preoccupati che non avrebbe funzionato come un unico show, ma quando abbiamo visto il risultato finale sul palco, abbiamo capito di aver creato qualcosa di speciale."
Il tour di Charli Xcx con Troye Sivan ha disegnato una nuova estetica
Due identità visive fortissime, quella di Brat e del cantante australiano, si fondono nel setup disegnato da Cour, che racconta a Domus come ha creato uno degli show più rilevanti dell’anno.
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
Courtesy COUR Design
View Article details
- Giorgia Aprosio
- 23 dicembre 2024
Volevamo davvero che il pubblico sentisse di essere parte di una festa, come se fosse dentro un club con Charli e Troye.
Cour Design
Non chiamatelo solo "concerto"
Charli voleva sul palco il suo tipico stile "Brat", audace e futuristico, capace di unire pop, musica elettronica e club culture, con un’estetica visiva provocatoria. Per Sweat aveva immaginato uno show in cui gli schermi IMAG si trasformassero in una sorta di cartelloni pubblicitari. Troye cercava un’atmosfera più intima e sofisticata, rimanendo fedele al suo pop caratterizzato da toni nostalgici.
Mi sono concentrata molto sull'uso dell'automazione per trasformare il palco tra i due artisti. Più alto, grande e colorato per Troye, e più piccolo, intimo, con luci bianche e molti strobo per Charli.
Imogene Strauss, stage designer e direttrice creativa COUR Design
Elemento chiave del design è stato un palco dinamico e modulare, dotato di tralicci mobili che, abbassandosi, creavano un’atmosfera più intima, mentre sollevandosi ampliavano l’impatto visivo, cambiando la configurazione dell’allestimento durante lo spettacolo. A questi si aggiungevano impalcature a vista, torri LED, una caduta kabuki e passerelle su due livelli.
Una scenografia brutale
"In un normale concerto pop," ha spiegato il team di Cour Design, "si cerca di rendere tutto il più carino possibile. Si nascondono le attrezzature sul palco, i cavi, i tralicci, per farlo sembrare un sogno a occhi aperti, lucido e perfetto." In questo caso, invece, non è stato nascosto nulla. I componenti tecnici e gli elementi strutturali sono volutamente lasciati in vista, esaltati e ben illuminati, conferendo al palco un aspetto crudo e audace. Una scelta che Cour ha definito "un po' bratty", sottolineando non solo come rompa con la tradizione del palco perfetto, ma integri gli elementi scenici nella narrazione visiva, aggiungendo alla scena una sensazione di autenticità e non-conformismo.
Uno sguardo cinematografico
L'(IMAG) Image Magnification, tecnica che proietta immagini ingrandite degli artisti su schermi di grandi dimensioni, ha offerto nuove prospettive sulla performance, arricchendo la narrazione con riprese in diretta e angolazioni insolite.
Per Sweat l'obiettivo era creare un'esperienza cinematografica per il pubblico. Per questo motivo, abbiamo utilizzato steadi-cam, frame rate tipici del cinema, coreografie pensate ad hoc e una post-produzione del colore per le riprese.
Questa tecnica, comunemente utilizzata in spettacoli dal vivo, proietta immagini ingrandite degli artisti su schermi di grandi dimensioni, permettendo anche ai spettatori più lontani dal palco di cogliere dettagli altrimenti invisibili, come espressioni facciali o movimenti coreografici. "Solitamente si tratta di immagini riprese e riprodotte istantaneamente a 60 fotogrammi al secondo," spiegano i designer, "con uno stile simile a quello di una trasmissione televisiva, ma che richiama anche il dinamismo delle dirette sportive."
"Per Sweat l'obiettivo era creare un'esperienza cinematografica per il pubblico. Per questo motivo, abbiamo utilizzato steadi-cam, frame rate tipici del cinema, coreografie pensate ad hoc e una post-produzione del colore per le riprese."