Il primo telefono pieghevole Samsung è stato presentato nel febbraio 2019. Non proprio un fulmine a ciel sereno, con gli “smartfold” etichettati come la next big thing della tecnologia di consumo oramai da un po’, rumors a tonnellate, prototipi di aziende più o meno oscure alle grandi fiere tecnologiche come CES e MWC, e le più alte aspettative per un dispositivo, lanciato da uno dei più importanti produttori di smartphone al mondo, che – mantra da ripetere in un ciclo ottimistico – avrebbe finalmente sottratto lo smartphone al suo noioso e oggi onnipresente fattore di forma originale. Insomma, in un mondo di smartphone tutti più o meno uguali, gli smartphone erano attesi su una scala che andava dalla boccata d’aria fresca all’avvento messianico. Il Galaxy Fold, poi ribattezzato Galaxy Z Fold, è stato il primo del suo genere. I primi mesi non sono stati i più facili: prima di tutto, il piccolo display esterno fu per molti una delusione. Ci furono recensioni miste sui primi sample, e l’arrivo sugli scaffali fu ritardato al settembre dell’anno scorso per problemi con il rivestimento dello schermo delle prime unità recensite. Infine il Galaxy Fold è stato messo in vendita, giusto in tempo per le vacanze di Natale. Qualche mese dopo, poco prima che la pandemia bloccasse l'Europa e circa nei giorni del primo compleanno del Fold, Samsung annunciò il Galaxy Z Flip, un telefono pieghevole più piccolo che sembrava meno ambizioso, forse, ma più semplice e snello, che poteva essere utilizzato anche mezzo piegato. Un telefono riuscito.
Come si disegna uno smartphone pieghevole
Una conversazione in 11 punti con Jun-yong Song, il designer che in Samsung ha avuto un ruolo centrale nella progettazione dei foldable.
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- Alessandro Scarano
- 09 ottobre 2020
Il design deve rendere bella la tecnologia, facendo in modo che se ne realizzino i benefici, e per questo non possiamo limitarci solo a una certa tecnologia o a un certo design.
L'erede dell'originale telefono pieghevole Samsung, il Galaxy Z Fold2, è ora in commercio: ha un display frontale più grande, una cerniera riprogettata e molte altre migliorie meno evidenti. È un dispositivo splendido, facile da usare in entrambe le modalità, chiuso e aperto, e che quando è piegato può sfruttare la personalizzazione di un software studiato ad hoc. Per farla breve, è qualcosa di molto simile al prodotto rivoluzionario che ci aspettavamo un anno e mezzo fa. Anche il prezzo intorno ai 2000 dollari non sembra così fuori scala per un dispositivo che, in fondo, fa il suo sporco lavoro sia come smartphone premium sia come tablet, tutto in un solo oggetto, soprattutto se si confronta il prezzo con quelli del mercato attuale.
“Ogni volta che viene lanciato un nuovo design, con una nuova tecnologia, i consumatori lo percepiscono come rivoluzionario. Pensano subito che sia divertente e nuovo. Ma la cosa più importante è la lineup che segue, il dispositivo successivo, perché deve continuare ad attrarre i consumatori e soddisfare una migliore usabilità", dice Jun-yong Song, Principal Designer Next Generation Product della divisione mobile di Samsung, l’uomo che ha avuto un ruolo centrale nella progettazione sia del Fold originale sia del suo successore, il quale sottolinea che quando è stata introdotta la prima generazione di Fold non c'era nessun prodotto anche solo vagamente simile sul mercato – in realtà, non è cambiato molto da allora –, e quindi Samsung ha dovuto sviluppare l'esperienza utente praticamente da zero. “La prima cosa a cui abbiamo pensato, quando abbiamo iniziato il progetto Foldable, è stata quella di identificare i valori che possiamo fornire ai nostri consumatori con un display flessibile. Come sapete, il display del Galaxy Z Fold può piegarsi e dispiegarsi, e questo riesce effettivamente a offrire un'esperienza utente senza precedenti”.
(continua nella gallery: tutte le citazioni sono di Jun-yong Song, tranne dove diversamente indicato)
“Abbiamo aumentato le dimensioni del display esterno (quello che Samsung chiama “cover screen”, NdR) in modo che lo smartphone abbia la massima usabilità anche quando è chiuso”, spiega il team di sviluppo Samsung. “Lo schermo da 6,2 pollici del Galaxy Z Fold2 offre un'esperienza smartphone completa, anche senza aprire il dispositivo. E il Galaxy Z Fold2 può vantare uno schermo di dimensioni maggiori rispetto ai dispositivi con cornici che la maggior parte delle persone usava solo pochi anni fa”. Ma lo schermo è utile anche per scattare un selfie ad alta risoluzione utilizzando la fotocamera posteriore, che permette di usarlo come mirino. “Inoltre la modalità flex, ottimizzata per questo dispositivo, permette di avere una buona usabilità anche quando il telefono è piegato, senza essere chiuso. Questo è stato davvero un grande miglioramento applicato a questo telefono, che ci permette di fornire i valori reali della categoria pieghevole”.
“Per alcuni progetti diamo più attenzione alla roadmap interna, per altri ci concentriamo sull'ascolto delle esigenze dei consumatori”, spiega Jun-yong Song. “La metodologia che adottiamo dipende davvero dalla natura del progetto. Se si parla di smartphone pieghevoli, allora i casi d'uso non saranno ancora stati sperimentati e provati sul mercato, perché si tratta di una categoria completamente nuova di prodotto, per cui poniamo una maggiore attenzione all'ascolto delle voci dei consumatori, in modo da poter identificare i bisogni e i valori che loro cercano. Ed è così che approcciamo il processo di sviluppo di tutti i nuovi prodotti”.
“Il ciclo della progettazione inizia ascoltando le esigenze dei consumatori, testando i prototipi, ascoltando più consumatori e così via, in un ciclo senza fine, in modo da poter continuare ad aggiornare e identificare nuovi valori di consumo fino all'ultimo”.
“Se si pensa ai motivi per cui è nata una categoria di smartphone pieghevoli, in primo luogo è stato quello di offrire due valori ai consumatori: in primo luogo, fornire un dispositivo compatto quando viene piegato, e seconda cosa, fornire uno schermo abbastanza grande da migliorarne l'usabilità. Questo è il linguaggio di progettazione che avevamo quando abbiamo sviluppato il Fold. Abbiamo testato diversi prototipi per trovare il giusto equilibrio, e alla fine abbiamo individuato queste dimensioni dello schermo come quelle ottimali”.
“Non definiamo mai a priori un progetto o lo sviluppo o qualsiasi elemento del dispositivo. Siamo sempre aperti a ciò che è nuovo, a ciò che c'è là fuori, a ciò che i clienti possono desiderare. Non pensiamo mai a un certo dispositivo o a un certo design perché siano definitivi, continueremo sempre a cercare un migliore valore futuro.Il design deve rendere bella la tecnologia, facendo in modo che se ne realizzino i benefici, e per questo non possiamo limitarci solo a una certa tecnologia o a un certo design”.
“Abbiamo scoperto che alcuni degli utenti erano soddisfatti dalle dimensioni che ha lo schermo di uno smartphone tradizionale, ma desideravano un telefono che fosse più compatto e garantisse una migliore portabilità”.
“A differenza di quanto succede con i tablet, per un telefono pieghevole dobbiamo tenere conto della transizione senza soluzione di continuità tra lo schermo esterno e lo schermo principale”, spiega Samsung. “Nella prima generazione dei foldable, con il Galaxy Fold, ci siamo concentrati sulla creazione di una user experience ottimizzata, che mettesse in connessione l'esperienza da uno schermo all'altro nel momento in cui il dispositivo viene aperto, sfruttando al meglio le dimensioni da tablet dello schermo interno. Questo ha portato allo sviluppo di “app continuity”, la continuità nell'uso dell'applicazione che garantisce una transizione fluida tra gli schermi, e una finestra multiattiva che consente all'utente di dividere lo schermo più grande in tre per il multitasking. Dopo il lancio del Galaxy Fold, abbiamo analizzato i dati qualitativi e quantitativi degli utenti Fold e abbiamo scoperto la fruibilità positiva dell'UX da parte dei nostri utenti. Abbiamo scoperto che i casi d'uso del multitasking per scopi multimediali erano abbastanza comuni. Una parte significativa degli utenti, il 20%, voleva vedere l'applicazione in continuità quando si piega il dispositivo. Ciò ha portato al miglioramento della finestra multiattiva per integrare la suddivisione verticale dello schermo in due e la suddivisione in tre, e a un'impostazione personalizzata della continuità delle app per soddisfare tutte le esigenze dei consumatori che vogliano continuare a utilizzare o viceversa chiudere le app quando si piega il dispositivo”.
Piegato, aperto o... a metà. Samsung ha sviluppato una esperienza utente completamente nuovo per la sua linea di smartphone pieghevoli, che si è vista per la prima volta sul Galaxy Z Flip, grazie all'implementazione di una “cerniera a scomparsa”. La modalità flex consente, per esempio, diverse personalizzazioni per l'applicazione fotocamera.
“Abbiamo una lunga storia di ricerca e di sviluppo di svariati fattori di forma, a partire dai primi feature phone, fino ai telefoni a conchiglia, passando per gli schermi a rotazione”. Per Jun-yong Song, gli smartphone pieghevoli sono nati in piena continuità con la storia progettuale di Samsung. “Avevamo già dati e soluzioni per creare un telefono pieghevole. La questione più importante nel design è stata l'identificazione del valore per il consumatore e le migliori soluzioni per identificare questo valore. La nostra sfida di design era identificare come il telefono potesse esserepiegato e aperto, come un libro, o qualsiasi alternativa che potesse fornire un valore migliore. E avevamo una ricca quantità di dati per rispondere a questa domanda”.
“Esistono due strade che si possono imboccare quando c'è da creare un nuovo design. Quando si ha già il fattore forma si fa il design semplicemente lavorando sullo stile. Altrimenti, ci sono situazioni in cui è il fattore forma stesso a influenzare il design e questo è il caso dello smartphone pieghevole. Qui il fattore di forma influenza tutti gli altri elementi del disegno. Nel caso dei telefoni pieghevoli la semplice creazione di un design grafico non è sufficiente, bisogna ricorrrere a un processo più complesso che riguardi il fattore di forma stesso, l'usabilità e infine lo styling. In questo caso realizziamo più prototipi o mockup, effettuiamo test, poi realizziamo nuovi prototipi, ripetendo questo ciclo in modo da poter effettuare un test completo sull'usabilità del fattore di forma così come di tutto quello che riguarda lo stile del telefono. Possiamo dire che durante la fase di prototipazione il design trasforma l'immaginazione in realtà. Un ottimo prototipo è molto utile quando iniziamo a collaborare con gli sviluppatori per creare fisicamente il prodotto finale”.
“Tutti i materiali che ci sono sul pianeta possono essere utilizzati per la progettazione, ma ci sono importanti considerazioni da fare affinché quello scelto sia giusto. Altrimenti ci ritroviamo con un'opera d'arte. E con questo in mente, continuiamo a sperimentare ed esplorare tutti i materiali che sono là fuori perché, come ho già sottolineato, siamo davvero ottimisti quando si tratta di progettazione”.