I migliori interni del 2018

Uno sguardo ai migliori interni pubblicati quest’anno con una selezione dei dicei grandi trend del 2018.

De Vylder Vinck Tailleu, 2018

Spazi bui

Dopo un secolo di luce e bianco, torna un certa propensione all’oscurità. Che sia una metafora dei tempi o semplicemente un trend poco esplorato, sono molti i progetti di quest’anno che utilizzano toni scurissimi ma dall’effetto caldo. I colori chiave sono il nero, il burgundy, il blu notte e il verde velluto, sempre accompagnati da accenti oro. Un esempio per tutti il progetto di un appartamento a Kiev di Studio Marra Group.

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Sci-fi e retrofuturismo

Spazi culturali, uffici, bar e perfino aeroporti. Un po’ ovunque si sperimentano timidi tentativi di linguaggi nuovi, ma sempre entro il sicuro “riferimento al passato”. Dopo la mania anni ’30 e ’40, c’è chi ha osato di più prendendo in prestito lo sguardo al futuro degli anni Sessanta (gli anni più innovativi di sempre) e Ottanta, per dar forma a nuove visioni. Rappresentante del genere è l’interno di Didier Fiuza Faustino per lo spazio culturale Zebrastraat a Ghent, in Belgio.

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Collage

Anche per il 2018 i maestri dell’arte del collage sono gli studi spagnoli, con progetti sempre più raffinati e definiti. Si tratta di spazi domestici che mettono in equilibrio soluzioni low cost, riferimenti storici e usi innovativi dei materiali da costruzione tradizionali, con il tipico effetto finale ‘non-finito’. Ogni centimetro è su misura e personalizzato in modo creativo, facendo presumere una certa armonia tra committente, progettista e costruttore. Qui sotto, la casa a schiera di SMS Architects a Palma di Mallorca.

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Ancora rosa

Il millenial pink, che dai toni pastello è passato al fluo e al recentissimo “corallo vivente” di Pantone, è un fenomeno culturale che sopravvive anche quest’anno. Nel 2016 avevamo raccolto un campione di progetti impregnati di rosa ma nel frattempo la lista si è allungata. L’interno rosa che proponiamo è una residenza per anziani che usa il colore per il suo carattere caldo e calmante. Si tratta dell’edificio di Dominique Coulon & Associés a Huningue in Francia.

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Casa critica

Gli elementi d’arredo, l’illuminazione e il colore possono essere un modo per raccontare la società e la politica. La storia di un luogo può essere riletta e restituita in modi nuovi. L’architetto può usare gli strumenti a disposizione per affermazioni critiche sul suo tempo. È il caso di un’abitazione costruita durante il boom economico spagnolo degli anni ’90, ristrutturata dallo studio Casanovas Blanco a Barcellona.

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Cilindri

Inserire un grande corpo cilindrico negli interni è stato uno dei gesti del 2018. Oltre agli showroom, dove nel cilindro vengono ospitati i camerini, anche le case rinunciano allo spazio aperto a favore di più dinamismo. I flussi vengono ridefiniti, e le partizioni circolari creano spazi non convenizionali. Din-a-ka è un appartamento a Taipei disegnato da Wei Yi International Design Associates per una coppia di pensionati.

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Moderno rivisitato

Lo studio belga di interior design GoingEast ha trasformato un edificio in cemento degli anni ‘70 della capitale belga in un moderno e confortevole spazio di lavoro condiviso, mantenendo lo spirito originale. In molti progetti di ristrutturazione di quest’anno, come ad esempio la Demountable House di Jean Prouvé ripresa da Rogers, il moderno viene celebrato e reinterpretato lasciandone intatto lo spirito avanguardistico.

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Piastrelle stravaganti

Le piastrelle piacciono, e sempre di più. Se da un lato il mercato fatica a liberarsi del circolo vizioso che vede la ceramica come imitatore di un altro materiale (cemento, legno, o la ceramica stessa), i progettisti riescono a restituirne la bellezza con soluzioni originali e spesso inedite, usando le piastrelle come tavolozza colore per pareti e pavimenti. Tra i più rappresentativi, lo studio TEd’A arquitectos con il loro interno a Can Picaford, Mallorca.

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Interni esterni

Dopo gli esterni come interni – con luci decorative, arredo accogliente, perfino tappeti sul prato – si sono moltiplicati i progetti che leggono il giardino in modo opposto, con interni aperti e fluidi dai confini difficilmente identificabili. Negli anni scorsi abbiamo avuto case con alberi al loro interno, o le architetture di Junya Ishigami che addirittura sostituiscono i pavimenti con il terriccio. La novità, qui, sta nella tipologia: non solo case unifamiliari di committenti illuminati e facoltosi, ma interi edifici residenziali e spazi per la sanità, come nel caso del progetto Caritas di Vylder Vinck Taillieu in Belgio.

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Infinity wood

Il materiale “eco” per eccellenza – questione tuttavia controversa – è senz’altro il più caldo e tra i più costosi. Nel 2018 si moltiplicano gli interni che ne fanno un uso massivo: pavimenti, pareti, soffitti, serramenti, mobili si confondono tra loro perché realizzati con la medesima essenza. Non c’è spazio per molto altro se non pochi elementi di arredo e il tocco grafico dei sistemi di illuminazione filiformi, di solito neri. In Cile, l’architetto Alejandro Soffia ha disegnato una serie di case prefabbricate in “infinity wood”.

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