La reggenza di Anthony Vaccarello alla maison parigina del gruppo Kering continua a distinguersi per la sua trasversalità, esplorando tutti i campi in cui una direzione artistica può arricchirsi di nuovi stimoli. Saint Laurent Rive Droite – il contenitore culturale che evoca per simmetria l’ormai leggendaria linea Rive Gauche dei ’60, e che raccoglie sulla riva destra della Senna libri, arte, eventi, musica e un programma culturale di grande portata – prende forma proprio da questa visione allargata di un’identità, traducendola anche – e soprattutto – nel linguaggio dei suoi spazi.

Anche Donald Judd, l’artista americano figura centrale della Minimal Art, non si è sottratto agli sconfinamenti: dagli anni ‘70 disegnerà mobili prima per il suo loft di Spring Street a New York, e poi per lo studio di Marfa in Texas. Le estetiche li possono ad un primo sguardo assimilare alle opere della produzione artistica di Judd, ma c’è una distinzione nei due processi creativi che le rende appartenenti al campo del prodotto: “L’arte, in una sedia, non è la sua somiglianza all’arte, ma in parti uguali la sua razionalità, utilità e scala in quanto sedia”, scriveva proprio Judd nei primi ’90, nel suo “it’s hard to find a good lamp”. Dal 1984 infatti la produzione dei suoi arredi si era ampliata e formalizzata anche in termini di distribuzione, continuando fino a oggi con un brand gestito dalla Judd Foundation.

A febbraio 2025, poi, Saint Laurent Rive Droite riapre i battenti dopo un periodo di rinnovamento di concept e interni, e nella sua palette di segni minimali e geometrie nette sono proprio i mobili di Judd ad avere un ruolo centrale: tra muri e pilastri spogliati di rivestimenti, boiseries astratte e soffitti che diventano superfici di luce diffusa, prendono spazio le forme essenziali di sedute e, appoggi e piccole librerie, con una novità. La collaborazione tra Saint Laurent e Donald Judd Furniture si esprime in due nuove finiture per gli arredi metallici, il bianco e il nero ormai firma del progetto Rive Droite.

Una modalità di incrociare diverse ricerche, che avevamo incontrato anche nell’edizione Rive Droite di un’altra icona del design contemporaneo, la radio Tykho di Lexon, e che fa intravedere negli spazi di rue Saint Honoré una possibile nuovo capitolo per una saga iniziata col millennio: quella dei concept store, sempre più difficili da incasellare in una categoria e sempre più aperti a ibridazione di arti e produzione.