Grande quanto la punta di un dito, il coleottero delle nebbie della Namibia rappresenta un improbabile tipo di eroe. Nella prima mostra personale di Exploration, studio specializzato in bionica fondato nel 2007 dall’architetto britannico Michael Pawlyn, il più piccolo degli esemplari esposti potrebbe facilmente diventare il protagonista della mostra.
Progettare secondo natura
Equilibrando l’estetica con la funzionalità e combinando la natura con la tecnologia, Exploration Architecture propone alla Architecture Foundation una convincente e semplice sintesi dell’evoluzione.
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- Elizabeth Glickfeld
- 04 marzo 2014
- Londra
Il coleottero, i polmoni umani, il “pesce dagli occhi a botte” e i coccolitofori sono tutti organismi biologici che hanno in parte ispirato i quattro progetti in mostra all’Architecture Foundation di Londra. La ramificazione delle strutture che permette la circolazione dei fluidi nel corpo, per esempio, ha suggerito a Exploration una soluzione efficiente per la migliore disposizione ai fini della ventilazione dei server di una banca dati delle montagne norvegesi.
Altrove, un atrio costruito sul modello delle strutture speculari degli organi visivi del pesce dagli occhi a botte ha permesso allo studio di portare un flusso continuo di luce naturale nei piani inferiori della sua proposta di ufficio bionico. Il coccolitoforo, da parte sua, usa l’anidride carbonica eccedente nell’atmosfera per costruire strutture di carbonato di calcio nell’oceano. Il processo ha fatto da modello al progetto di Exploration per costruire un padiglione in mare usando l’elettrodeposizione per costruire un edificio per addizione di sostanze minerali.
Infine, irradiando calore nel cielo notturno dal suo carapace nero, il coleottero delle nebbie si è dimostrato utile per la sua capacità di trarre vantaggio dalla differenza di temperatura tra la sabbia e lo spazio esterno, al fine di procurarsi acqua fresca nel deserto. Exploration su questa base ha costruito serre con copertura a doppio strato, che agiscono in modo analogo come superfici di condensazione.
Comunque – si tratti di animali, vegetali o minerali – Exploration dimostra che, secondo il suo punto di vista, per i protagonisti non c’è spazio. In parte museo scientifico, in parte mostra d’architettura, il racconto di “Designing with Nature” è intenzionalmente più complesso di una corrispondenza univoca o di una traduzione simbolica. Il termine inglese biomimicry (in italiano bionica o “imitazione della natura”), coniato nel 1962, deriva dalla parola greca che significa “vita” (bios) e da mìmesis, che significa “imitazione”. Nel 2014 Pawlyn e il suo gruppo hanno fatto del loro meglio per comunicare che il settore ha fatto molta strada da quando le infiorescenze a uncino della bardana ispirarono l’invenzione del Velcro, e le microscopiche protuberanze superficiali delle foglie di loto permisero la creazione dei materiali autopulenti.
Ciascuno dei progetti in mostra coinvolge vari filoni di ricerca bionica. E se il messaggio più evidente parla dei miliardi di anni di evoluzione e di adattamento naturale che forniscono un modello di sostenibilità e di sopravvivenza, tali filoni sono ispirati a considerazioni di ordine sociale, economico e ambientale. Le serre, per esempio, sono solo uno dei componenti del Sahara Forest Project, ambiziosa iniziativa che usa le serre, la concentrazione dell’energia solare e altre tecniche di fertilizzazione del deserto per affrontare problemi di desertificazione, cambiamento climatico e instabilità politica causati dalla carenza di cibo e di acqua.
La decisione di privilegiare il flusso della luce naturale nel progetto dell’ufficio viene dall’intento di migliorare la produttività del lavoro. Secondo la mostra attualmente negli uffici si lavora mediamente al 65 per cento della capacità e, mentre agli edifici va attribuito un terzo del consumo mondiale di energia, i datori di lavoro investono dieci volte di più sui salari che sugli affitti e sull’energia.
La mostra si snoda in una serie di tavoli collegati in forma di viticcio, così che il racconto di un progetto si fonde organicamente con quello seguente. Il coleottero delle nebbie della Namibia è una delle numerose meraviglie biologiche, tra cui rocce, teschi, conchiglie, baccelli e piume, ospitate in contenitori di plexiglas appesi al soffitto. Il che non significa che la mostra sia confusa. Anzi, è un esercizio di comunicazione accurato nei particolari e attentamente orchestrato, espresso in una combinazione di linguaggio preciso, affascinante fotografia naturalistica, infografica e modelli realizzati con stampanti tridimensionali, insieme con video che alternano spezzoni di vita della natura a schizzi animati a mano e commenti d’ingegneri e biologi.
Un trio di stampanti tridimensionali è al lavoro nel vano di una finestra della sala. Insieme con i tavoli – che iniziano come volumi massicci, ma diventano via via più scheletrici – ricordano il rapporto simbiotico tra natura e tecnologia. I tavoli sono stati progettati ispirandosi agli schemi di crescita di ossa e alberi. Così come la natura, attraverso altri esempi come il teschio del corvo e la seppia, nel corso di milioni di anni ha elaborato per evoluzione forme biologicamente ottimizzate, oggi l’informatica permette di sperimentare strutture architettoniche per la concentrazione delle spinte. Così la stampante tridimensionale permette la fabbricazione di forme complesse. Il risultato è la drastica riduzione dell’uso dei materiali. Lo stesso principio opera in alcuni degli edifici in mostra.
In generale Pawlyn e il suo gruppo esprimono una visione ottimista del mondo naturale e del suo rapporto degli uomini, fondato sulla reciproca dipendenza: “Gli ecosistemi maturi sono sistemi complessi, fittamente collegati tra loro e ciclici, che funzionano con l’energia solare, non producono rifiuti e sono ottimizzati in quanto sistemi complessivi”. Attenendosi rigidamente a questa definizione, equilibrando costantemente l’estetica con la funzionalità e combinando la natura con la tecnologia, Exploration Architecture è uno studio professionale che unisce la ricerca alla sua applicazione e che realizza soluzioni pulite. “Designing with nature” è una convincente e semplice sintesi dell’evoluzione.
© riproduzione riservata
fino al 15 marzo 2014
Exploration Architecture: Designing with Nature
The Architecture Foundation
Ground Floor East
136–148 Tooley St, Londra