Questo articolo è stato pubblicato su Domus 946, aprile 2011
Se è corretto riconoscere nella rivoluzione digitale l'epicentro del
movimento che sta ridisegnando l'universo del design, bisogna
anche considerare il ruolo giocato da molte altre grandi forze.
La consapevolezza della scarsità delle risorse e del costo delle
nostre abitudini di vita per l'ambiente ci sta lentamente
conducendo a un ridimensionamento del desiderio fisico di
possesso. Parte del senso di appagamento e di evasione che
eravamo abituati a procurarci lasciandoci pervadere dai piaceri
del consumo è stato assorbito dalle esperienze, anche dello
stesso consumo, che possiamo vivere online.
E gli eserciti di designer, ingegneri e imprenditori che operano
negli spazi liminali dei nostri schermi sfruttano le proprie
competenze tecniche e la scienza cognitiva per plasmare
ambienti che integrano e ampliano la nostra vita terrena.
Il design della visualizzazione svolge un ruolo cruciale in questo
percorso d'integrazione.
Il design della visualizzazione esiste dalla notte dei tempi:
è un'espressione diretta del nostro desiderio di comprendere,
descrivere e ricondurre a scala umana fenomeni complessi.
Se le sue manifestazioni più ovvie sono mappe e diagrammi,
la storia moderna del design della visualizzazione ha le sue
pietre miliari nei noti schemi di Charles Joseph Minard delle
campagne militari di Napoleone e di Annibale (1869), oppurenei diagrammi dell'epidemia di colera di Londra di John Snow
che dimostrarono come il contagio si diffondesse con l'acqua
(1854), o ancora nella mappa, immortale, della metropolitana
di Londra disegnata da Harry Beck (1933). Ha anche i suoi critici
illustri, divulgatori come Edward Tufte e Peter Hall.
Se mappe e diagrammi sono esempi classici, la visualizzazione
può anche prendere forma di installazione o narrazione
dinamica, come accade per il film Powers of Ten (1968) e
l'installazione Matematica (1961) di Charles and Ray Eames.
Il design della visualizzazione vive oggi una fase di rapida
espansione, affidandosi sempre più spesso a collaborazioni
dirette tra designer e ricercatori scientifici e tentando di tenere
il passo con computer di potenza sempre crescente in grado
di distillare dati grezzi a velocità stupefacente. Il lavoro sui
dati in un mondo padrone di Internet richiede, tuttavia, oltre
a una grande abilità nella progettazione grafica, anche uno
spiccato senso dello spazio e del tempo unito al dono della
sintesi. È per questa ragione che tanti architetti e designer si
stanno cimentando con questa nuova forma di comunicazione,
che viene anche vista come un'alternativa alla produzione e
costruzione di un mondo fisico nel quale le crisi, sia economiche
che ambientali, rappresentano un limite al loro lavoro.
Gli esempi descritti in queste pagine rappresentano un
modello di qualità in una gamma di soggetti diversi mentre
in molti altri funzionano come elementi di paragone. Con
una sola eccezione. Non dimenticate di dare un'occhiata al
memorabile diagramma redatto nel 2010 per il generale Stanley A. McChrystal sulla strategia americana in Afghanistan,
salutato da Elisabeth Bumiller come un esempio negativo nella
visualizzazione di informazioni [1].
States of Design 01: Visualizzazione
In una serie di articoli per Domus, la curatrice del MoMA riflette sui risultati raggiunti dai designer negli ultimi venti anni e sul percorso che devono ancora compiere. Qui la prima puntata.
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- Paola Antonelli
- 13 maggio 2011
- New York
Ben Fry, laureatosi presso l'Aesthetics and Computation Group
del mit Media Lab all'epoca in cui John Maeda era impegnato
a continuare l'eredità della grande e compianta Muriel Cooper
(fondatrice del programma), è il riferimento col quale, nel
corso dell'ultimo decennio, tutti i designer di grandi ambizioni
devono confrontarsi. I suoi progetti sono rappresentazioni
grafiche di insiemi di dati di grande complessità in grado
di spaziare dalle collaborazioni scientifiche sull'omologia strutturale delle proteine alle analisi speculative di correlazioni
dinamiche, come quella tra l'evoluzione di un sito web e il suo
utilizzo, oppure quella tra le linee del codice del videogioco Pac-
Man. Innegabilmente, sono anche stupendi.
Fry, da solo, ha dimostrato ciò che David McCandless ha
trasformato in un motto, oltre che in un sito web e in un libro, e cioè che 'l'informazione è bella' (information is beautiful), anche quando è di difficile accesso. Nel suo tentativo di fornire
nuovi strumenti ai designer di talento che non hanno paura di
apparire eleganti, Fry insieme Casey Reas, suo collega al Media
Lab, ha sviluppato Processing, un linguaggio di programmazione
open source basato su Java. Sufficientemente semplice da essere appreso anche dai non programmatori, ma anche
sufficientemente sofisticato da essere adoperato
in design, architettura, visualizzazioni e progetti di animazione
d'alto livello, Processing ha già avuto un impatto notevole quale
potente strumento di design e fonte d'ispirazione.
Commissionato dalla Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi nell'ambito della mostra intitolata Terre natale e realizzato da una squadra eccezionale di architetti, designer e programmatori, Exit è una prova del potere politico del design. Concepita per illustrare l'idea del curatore, il teorico e critico Paul Virilio, secondo la quale 'l'umanità è oggi definita dalle migrazioni', questa installazione 'quantifica gli spostamenti attraverso il globo (sia quelli volontari sia quelli imposti da fattori politici, economici e ambientali)' attraverso sei narrazioni dinamiche basate sulla visualizzazione di dati proiettati su uno schermo panoramico nel corso di 45 minuti. In una di esse viene proiettata una mappa luminosa del mondo nella quale l'emissione di anidride carbonica dei vari paesi, calcolata tenendo conto della densità della popolazione, viene indicata da esplosioni di luce di dimensioni variabili; in un'altra vengono rilevati i flussi delle rimesse dei lavoratori migranti verso i paesi di origine e viene dimostrato che in alcune nazioni la somma di denaro supera l'importo degli aiuti dall'estero. Il progetto del teatro e dell'installazione era inteso ad avvolgere, letteralmente, i visitatori in un universo di informazione, trasmettendo sia un senso della scala globale dei fenomeni descritti sia un senso di immediatezza che manca quando questi fatti sono presentati attraverso i tradizionali canali d'informazione. Exit ha anche presentato modi innovativi di fondere dati e geografia in mappe dinamiche multidimensionali.
Un buon sistema di visualizzazione, una delle forme più promettenti e significative della professione contemporanea, aiuta a combinare quantitativo e qualitativo, conferendo ai dati un volto attraente, e, perciò, umanamente comunicativo.
Passando dal globale al personale, l'information designer Nicholas Felton pubblica ogni anno il proprio Annual Report (con il nome Feltron, che suona più corporale) con la stessa cura ed eleganza che le aziende impiegano nel loro principale strumento pubblicitario rivolto a clienti e investitori. Ne pubblica addirittura un'antiquata, nostalgica, dispendiosa versione albericida (che nel gergo degli attivisti verdi significa 'stampata su carta'). Il suo primo rapporto uscì nel 2005. Se il rapporto del 2009 tornò a occuparsi della sua vita, l'edizione del 2010 fu invece dedicata al padre, scomparso nel settembre dello stesso anno.
Uno dei siti web meglio progettati degli ultimi anni, we feel fine, opera di Jonathan Harris e Sep Kamvar (definito 'un'esplorazione dell'emozione umana, in sei movimenti') perlustra sistematicamente Internet alla ricerca di tutte le parole riconducibili alla radice 'Feel' in ogni angolo del pianeta. I dati vengono successivamente presentati in forma di archivio organizzato, resi rintracciabili in base a criteri geografici e meteorologici o secondo l'età e il genere, e visualizzati sotto forma di diagrammi e tavole di grande bellezza.
La grande diffusione di mappe interattive open source ha suggerito a molti designer di compiere una selezione di informazioni da sovrapporre per strati sopra di esse per scopi diversi che vanno dal puro turismo alla gestione delle crisi. Gli esempi che seguono sono tra i più importanti. Locals and Tourists utilizza dati di identificazione geografica (geotagging) tratti da siti di condivisione di materiale fotografico come Flickr e Picasa per localizzare luoghi di particolare interesse turistico e punti di ritrovo conosciuti solo alla gente del luogo in 126 città, tra cui, per esempio, Milano, New York e Salisburgo. Dopo avere raccolto milioni di dati, Eric Fisher li accorpa per nome del fotografo e data dello scatto e, quindi, li traccia sulla griglia OpenStreetMap di una città. Un fotografo con molti scatti della stessa città e una lunga attività fotografica può essere classificato come persona del luogo e viene rappresentato in blu; una persona le cui fotografie sono state scattate in un limitato lasso di tempo viene classificato come turista, e rappresentato in rosso.
TrashTrack, un progetto del SENSEable City Laboratory del
MIT, descrive le infrastrutture invisibili della raccolta della
spazzatura urbana nel loro percorso dai cestini ai centri di
trattamento dei rifiuti. Alcuni rifiuti prodotti a New York, Seattle
e Londra sono stati marcati con chip elettronici personalizzati
e non tossici e i segnali inviati da questi marcatori sono stati
collocati in tempo reale su mappe satellitari per rendere visibile
il percorso fisico degli oggetti che è spesso più complesso,
sorprendente e inutilmente dispendioso di quanto non si possa
immaginare. Per aumentare la sensibilità generale nei confronti
di questo problema, il SENSEable City Lab ha esposto i risultati
dei progetti in una mostra tenuta a Seattle e New York nel 2009.
BBC Dimensions, progettato dallo studio londinese berg,
sovrappone eventi e fenomeni epocali a una veduta satellitare
della nostra città o del nostro quartiere, 'riuscendo a
rappresentare in scala umana gli eventi e i luoghi della storia'. Gli
utenti scelgono tra una serie di eventi, luoghi e cose, dal progetto
della piramide di Giza all'area interessata dalla battaglia di
Stalingrado, agli abissi della Fossa delle Marianne, e inseriscono
il codice di avviamento postale che desiderano comparare.
Alcune dimensioni possono anche essere espresse in termini
di percorso a piedi per rendere ancora più diretta e concreta
la percezione delle distanze in questione. In questo modo BBC
Dimensions rende la storia e l'attualità più tangibile e immediata,
avvicinandole a noi sia in termini fisici che concettuali.
Ushahidi, che in Swahili significa 'testimonianza', è forse l'esempio meno consapevole, in termini di eleganza visuale, della nostra piccola selezione, ma il suo impatto è tale da trascendere qualsiasi critica stilistica. Si tratta di uno strumento disponile gratuitamente sulla rete che consente a chiunque di raccogliere informazioni e produrre rappresentazioni grafiche e mappe interattive. Venne lanciato in Kenya nel 2008 in seguito alle violenze che seguirono le elezioni. Allora il sito consentì ai normali cittadini di segnalare scontri, incidenti e luoghi sicuri, utilizzando solamente i loro telefoni cellulari: in sostanza riuscì a organizzare un corpo di 45.000 'cittadini giornalisti'. I dati venivano quindi aggregati e tracciati su una mappa del sito facile da consultare e aggiornare per tutti attraverso l'applicazione della logica del crowd-sourcing alla gestione delle crisi e al lavoro umanitario. Da allora Ushahidi è cresciuto sino a diventare una piattaforma open source utilizzata in tutto il mondo nei periodi di crisi e si è dimostrata uno strumento di vitale importanza in situazioni molto diverse: dai terremoti del 2010 ad Haiti e in Cile alla tempesta invernale di Washington, D.C. al terremoto e allo tsunami del 2011 in Giappone.
La diatriba sulla maggiore efficacia dei dati quantitativi rispetto
a quelli qualitativi per descrivere nel modo più appropriato
il comportamento umano è antica, ma la matematica ha
recentemente guadagnato molto terreno anche grazie al
successo di imponenti sistemi algoritmici come Google.
Un buon sistema di visualizzazione, una delle forme più
promettenti e significative della professione contemporanea,
aiuta a combinare quantitativo e qualitativo, conferendo ai dati un volto attraente, e, perciò, umanamente comunicativo. L'entusiasmo nel campo del design può essere
misurato, guardando siti come visualizing.org, che fornisce una
piattaforma comune alla comunità di studenti e professionisti
alla ricerca di insiemi di dati e termini di paragone per mettere
alla prova il proprio talento grafico.
Il design della visualizzazione richiede capacità di sintesi
e competenza grafica e, come la prosa, può adottare uno
stile giornalistico e universalmente comprensibile oppure
uno stile accademicamente conciso e altezzosamente privo
di concessioni visive. Ma quando è di buona qualità, la
visualizzazione può avere lo stesso lirismo della poesia, e non
soltanto condividere la stessa qualità dei dati su cui si basa,
quanto, in realtà, esprimerne di molto migliore.
Paola Antonelli
Note
1. E. Bumiller, We Have Met the
Enemy and He Is PowerPoint,
in The New York Times,
26 April, 2010