Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1084, novembre 2023.
Casa Funeraria Luce di Studio Wok, commissionata da un’impresa funebre, esemplifica la tensione della ricerca di una forma per quella che è quasi una nuova tipologia. Le case funerarie vengono, infatti, dal mondo anglosassone, ma in Italia sono spazi senza tradizione. I riti del commiato e della veglia funebre si svolgevano tradizionalmente in casa, ma con il mutare dei costumi le case funebri stanno aumentando rapidamente di numero.
L’intervento, all’interno degli spazi di un ex laboratorio artigianale degli anni Trenta, rappresenta una risposta architettonica di valore alla necessità di trovare un’identità per nuovi riti e luoghi attorno alla morte. Si colloca ai margini del centro abitato di Trezzo sull’Adda e riguarda, oltre agli interni, un’importante ridisegno dei fronti e un intervento di paesaggio racchiuso nell’isolato, realizzato con la consulenza dell’agronomo Daniele Spinelli.
L’edificio ha proporzioni allungate che generano due prospetti principali segnati da paraste. Il primo, affacciato sulla strada, ha lo scopo di assicurare la privacy: è interrotto solo da alcune feritoie e da un ingresso reso tridimensionale dalla strombatura ricavata nello spessore del muro, rivestita di larice bruciato. Nel secondo, seguendo il ritmo delle paraste, vengono realizzate cinque aperture incorniciate da telai sempre di larice bruciato. Gli interni sono organizzati da un corridoio di distribuzione che attraversa il volume longitudinalmente: la fascia dei servizi è rivolta verso la strada, mentre le due camere ardenti e il grande salone d’ingresso guardano verso il giardino. Gli ambienti risultano essenziali e morbidi – contemplativi e, a tratti, quasi domestici – grazie a materiali e finiture come il vetro stampato, l’alternarsi di pietra grezza e liscia e l’intonachino, che fanno da sfondo a un’esperienza che necessita conforto.