Dubai, la scintillante città degli Emirati Arabi Uniti, nota per la costruzione di nuovi grattacieli brillanti che sembrano spuntare dal suolo perforando il cielo innalzandosi sempre più verso l’alto – in linea con lo spirito della città stessa, sull’orlo di un costante cambiamento e sempre alla ricerca di innovazione, scoperta e progresso – è spesso considerata la metropoli glamour per antonomasia, costruita nel bel mezzo del nulla.
Dubai, un tour architettonico e di design
Breve guida agli edifici che hanno trasformato la megalopoli del Golfo: una città cosmopolita e all’avanguardia, che però conserva resti del passato e della tradizione.
Courtesy Museum of the Future
Courtesy Museum of the Future
Courtesy Omniyat
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Courtesy Adrian Smith + Gordon Gill
Courtesy Adrian Smith + Gordon Gill
Courtesy Gensler
Courtesy Gensler
Courtesy Foster + Partners
Courtesy Moriyama & Teshima Architects
Courtesy Moriyama & Teshima Architects
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- Rebecca Anne Proctor
- 21 maggio 2022
Tuttavia, dietro le facciate splendenti dei grattacieli, caratterizzati da forme affascinanti, torsioni e un design d’avanguardia, una cultura che sposa una visione futuristica del mondo con il desiderio di preservare il passato, persistono i resti legati alla storia della città, all’architettura tradizionale e al patrimonio beduino. Impossibile non menzionare il Burj Khalifa, una torre alta 830 metri, che domina lo skyline, con la Fontana di Dubai ai suoi piedi, dove giochi d’acqua si muovono a tempo di musica davanti agli occhi dei visitatori e sulle isole artificiali appena al largo di The Palm Jumeirah, hotel e resort che ricordano quelli delle Maldive.
Con una popolazione pari a 3,49 milioni di persone, tra emiratini ed espatriati, Dubai si conferma, secondo il sito ufficiale del governo, una delle città più vivibili al mondo; aspetto rimarcato dai molti stranieri che, durante la pandemia, hanno scelto di trasferirsi in questa vivace metropoli sulle coste sabbiose del Golfo. È stata inoltre classificata al quinto posto nello studio The World’s Best Cities 2021 di Resonance Consultancy, subito dopo Londra, che si è aggiudicata il primo posto, Parigi e New York.
È facile essere colpiti, o addirittura sopraffatti, dalla visione simile a un’astronave che si ha entrando a Dubai percorrendo la frenetica Sheikh Zayed Road, ma con il tempo il fascino di questa città elettrizzante, in continuo movimento, è rivelato mediante la compresenza del moderno e dell’antico, del passato e del presente e dei tesori nel mezzo. In particolare, l’Expo 2020 di Dubai, conclusasi il 31 marzo 2022, ha permesso alla città di attrarre sempre più stranieri per affari e turismo. Secondo gli organizzatori, sono state registrate oltre 24 milioni di visite durante i sei mesi di attività.
Immagine in apertura: Skyline Dubai. Courtesy Courtesy Adrian Smith + Gordon Gill
Lo scorso febbraio, ha aperto al pubblico la nuova meraviglia architettonica di Dubai, il Museo del Futuro. Con la sua forma arrotondata, simile a una grande ciambella ovale, e avvolto dalle poesie calligrafiche dello sceicco Maktoum, l’ex vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, il museo ci proietta direttamente nel 2071. È stato progettato dallo studio Killa Design di Dubai e riconosciuto lo scorso anno come uno degli edifici più belli del National Geographic. È stato fondato dalla Dubai’s Future Foundation, un’iniziativa del settore pubblico e privato diretta da Mohammed bin Abdullah Al Gergawi, un importante politico emiratino, e impegnata a promuovere lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, in particolare nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale (IA).
Un’altra meraviglia architettonica dalla forma curiosa è The Opus, opera dell’architetta irachena Zaha Hadid. Con una superficie di 84.300 metri quadrati, The Opus, concepito dalla Hadid nel 2007 e completato dopo la sua morte, è l’unico edificio progettato dalla defunta vincitrice del Premio Pritzker a Dubai, sia all’interno sia all’esterno. È costituito da due torri separate che si fondono in un unico insieme, dando vita a una forma cubica che affascina facilmente i visitatori. L’edificio si sviluppa su 20 piani a uso misto, al cui interno i turisti possono vivere esperienze uniche in residenze come il ME Dubai by Meliá Hotel, e ristoranti raffinati come The Maine Land Brasserie e ROKA, per citarne alcuni.
A contrastare le nuove strutture luminose troviamo il quartiere di Al Fahidi, in cui i visitatori possono ammirare una parte dell’antica Dubai. In una configurazione simile a quella di un souk, l’architettura tradizionale regna sovrana, ricordando i tempi passati prima che la città diventasse la metropoli trafficata che è oggi. Il quartiere storico restaurato, che alcuni chiamano ancora Al Bastakiya, evocando il suo nome originario, offre un rifugio tranquillo e incantevole lontano dal vivace centro di Dubai. Comprende edifici tradizionali come il Forte di Al Fahidi, costruito nel XVIII secolo, che oggi mostra ai turisti la raccolta delle perle del Museo di Dubai, e la Casa dello Sceicco Saeed Al Maktoum, un’ex residenza reale che oggi espone vecchie foto e documenti. Nel Dubai Heritage and Diving Village sono state riprodotte capanne di fango con vasai e gioiellieri al lavoro, mentre nel Textile Souk i visitatori possono ammirare e acquistare coloratissime pashmine e prodotti artigianali in offerta.
Forse il monumento architettonico più famoso e riconoscibile di Dubai, e che più la rappresenta nel mondo, è il Burj Khalifa. Inaugurato nel 2010 con il nome di Burj Dubai, successivamente modificato in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Abu Dhabi, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, il grattacielo ha segnato anche il nuovo sviluppo del centro della metropoli. Realizzato in cemento armato e alto 829,8 metri, con un tetto di 828 metri, il Burj Khalifa detiene il record di struttura più alta al mondo da quando è stato completato alla fine del 2009. Cattura subito l’attenzione al momento dell’atterraggio, difatti il Burj Khalifa sembra sollevare la sua punta, simile a quella di un ago, verso le nuvole, simboleggiando l’ambizione, la forza e la costante ricerca di innovazione di Dubai.
Vicino all’imponente Burj Khalifa vi è un altro edificio di importanza e proporzioni epiche: il Gate Building del Dubai International Financial Center (DIFC). Progettata da Gensler, la struttura, con il suo arco di trionfo, si ispira agli Champs Élysées e all’Arco di Trionfo di Parigi. Completato nel 2017, è in linea con le adiacenti Emirates Towers e il World Trade Centre e rappresenta la ricerca di Dubai, come dichiarato dal principe ereditario Hamdan bin Mohammed Al Maktoum, di “una visione audace per la creazione di un mercato finanziario che colmi il vuoto provocato dai centri finanziari internazionali dell’Europa, dell’Estremo Oriente e del Nord America”.
Uno dei gioielli storici di Dubai, l’affascinante Moschea di Jumeirah, situata nel vecchio quartiere di Jumeirah, rappresenta un altro aspetto della città, radicato nel patrimonio, nella tradizione e nella fede. Uno degli edifici più antichi di Dubai, la cui costruzione è iniziata nel 1976, è realizzato seguendo il tradizionale stile fatimide, lo stesso che si trova in Egitto e che risale al IX secolo. Progettata dall’architetto Sheikh Rashid bin Saeed Al Maktoum, è stata costruita in arenaria rosa con un’elegante facciata immediatamente riconoscibile dall’esterno insieme ai motivi islamici ornati. Regalo del defunto sceicco Rashid bin Saeed Al Maktoum (ex sovrano di Dubai) all’attuale leader della città, Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, ultimamente, la moschea è stata luogo cardine del programma “Open Doors. Open Minds.” del Centro per la Comprensione Culturale dello Sceicco Mohammed (SMCCU).
Visitando Deira, una delle zone più antiche di Dubai e un tempo luogo di commercio della città, oggi nota per i souk arabi dove è possibile acquistare oro, spezie e profumi, ci si può fare un’idea di come fosse la città decenni fa, al momento della sua nascita. Tra le principali attrazioni di Deira vi è la Torre dell’orologio di Dubai, costruita nel 1965 e progettata da Otto Bullard e Ziki Homsi. È situata in corrispondenza del primo passaggio a livello tra Deira e Bur Dubai che consente l’accesso al Ponte Al Maktoum.
Una delle attrazioni più incantevoli e, si potrebbe dire, edificanti della città è la Fontana di Dubai, dove uno spettacolo d’acqua è coreografato da canzoni e musiche specifiche. Si trova sul lago artificiale di 12 ettari del Burj Khalifa, al centro di Dubai, ed è uno spettacolo imperdibile. È caratterizzata da cinque cerchi di varie dimensioni e due archi con potenti ugelli che sparano l’acqua ad altezze incredibili, offrendo indimenticabili ed emozionanti spettacoli accompagnati da musica classica, contemporanea e araba. Un aspetto interessante è la quantità d’acqua sparata in aria ogni volta che la fontana è in funzione: circa 83.000 litri.
Uno dei quartieri più trendy sorti negli ultimi anni è il Dubai Design District, noto anche semplicemente come D3. Progettato da Foster + Partners, la comunità di Dubai specializzata in design, moda e cultura, che comprende startup, imprenditori e uffici di altri marchi affermati come Chanel e Dolce & Gabbana, è stato fondato nel 2013 e si distingue per il suo design unico, riconoscibile da lontano sulla Sheikh Zayed Road, per la sua facciata, caratterizzata da una ombreggiatura a vela con una struttura a griglia in cima a ogni fila di finestre che rappresenta, innegabilmente, l’elemento caratteristico del quartiere. Il D3 è formato da un blocco di 10 edifici alti dai 5 ai 12 piani e costituisce il centro principale della città quando si tratta di ospitare festival di moda e di design a livello mondiale. Inoltre, vi sono numerose boutique che vendono opere di designer locali relative alla moda e all’arredamento, oltre a una serie di bar e ristoranti all’aperto. Uno dei più popolari è The Lighthouse, un locale tipico della città che serve piatti ispirati alla cucina mediterranea.
Arrivando dall’aeroporto, è impossibile non scorgere il Dubai Frame con la sua facciata scintillante mentre si entra in città. Un simbolo architettonico a Zabeel Park che ricorda una vera e propria cornice, se non fosse per la sua altezza pari a 150,24 metri. È stato progettato da Fernando Donis, vincitore del primo premio del ThyssenKrupp Elevator International Award 2009. Realizzato in vetro, acciaio, alluminio e cemento armato e con il logo Expo 2020 inciso sulla facciata esterna, il Dubai Frame è stato inaugurato nel gennaio 2018 tra le polemiche. Lo stesso Donis ha intentato una causa presso il tribunale degli Stati Uniti affermando di non aver ricevuto un contratto o un compenso per il suo progetto. Non è ancora ad oggi stato stabilito chi detiene i diritti d’autore dell’edificio.
Un’altra importante testimonianza architettonica di Downtown Dubai è l’iconico edificio a forma di dau dell’Opera di Dubai. Caratterizzata da un design raffinato che rende omaggio – dalla sua apertura nel 2016 – alla storia marittima di Dubai e progettata da Atkins e dal lead architect Janus Rostock. Il centro per le arti dello spettacolo da 2.000 posti, multiformato, ideato da Emaar Properties, una società multinazionale di sviluppo immobiliare con sede negli Emirati Arabi Uniti, ha ospitato una serie di balletti, spettacoli, concerti, teatri e mostre.
Storicamente chiamato Union House, l’Etihad Museum, situato nel caratteristico quartiere di Jumeirah, in riva al mare, è un museo inaugurato nel gennaio 2017 e dedicato alla raccolta, alla conservazione e all’esposizione del patrimonio degli Emirati Arabi Uniti in campi che riguardano la storia sociale, politica, culturale, scientifica e militare della nazione. Passando di qui o facendo una lunga passeggiata a Jumeirah, senza dubbio nei mesi più freddi, sarà difficile non rimanere incuriositi dalla forma del museo, simile a un manoscritto, intenzionalmente realizzata nel progetto ideato da Moriyama & Teshima Architects, insieme alle sette colonne incorporate nell’edificio che ricordano le penne utilizzate per firmare la dichiarazione originale di unificazione dei sette emirati nel 1971.
Conosciute come una delle meraviglie del mondo, le isole artificiali di Dubai chiamate Palm Jumeirah affascinano da tempo i visitatori e i residenti dell’emirato. Dall’aereo, l’arcipelago di isole si presenta come una palma stilizzata inserita in un cerchio. Lontana dal vivace centro di Dubai, la “Palma”, come viene chiamata, è un luogo popolare per i turisti che desiderano essere vicini alla spiaggia e soggiornare in uno degli hotel resort della zona, come l’Atlantis The Palm, e per i residenti che scelgono di abitare a ridosso del lungomare. Sviluppato da Nakheel, una società immobiliare ora di proprietà del governo di Dubai, il piano regolatore dell’area è stato ideato dallo studio di architettura americano Helman Hurley Charvat Peacock ed è stato aperto per la prima volta ai residenti nel 2007, all’apice del boom economico di Dubai prima della crisi finanziaria globale del 2008. Palm Jumeirah avrebbe dovuto essere il primo di una serie di tre sviluppi offshore di forma simile a Dubai: gli altri sono Palm Jebel Ali e Palm Deira, entrambi più grandi di Palm Jumeirah ma rimasti incompiuti a causa dell’incertezza economica del periodo. È rimasto incompiuto anche The World, un raggruppamento di isole artificiali a forma di mappa del mondo. Oggi Palm Jumeirah è un gioiello tra i grattacieli urbani. Offre una fuga da una città in costante mutamento e la possibilità di connettersi con le acque circostanti del Golfo Arabico.
Il Jumeirah Beach Hotel, con la sua struttura a forma di onda che completa il vicino Burj Al Arab a forma di vela, è uno degli edifici più antichi di Dubai. In passato, il lungomare dove sono entrambi collocati era conosciuto come Chicago Beach e l’hotel, al momento della sua inaugurazione nel 1997, si chiamava Chicago Beach Hotel, il nome di un precedente albergo nello stesso luogo. È diventato noto come Jumeirah Beach Hotel quando la sua gestione è passata all’albergatore di lusso di Dubai, Jumeirah. Con i suoi 93 metri di altezza, all’epoca era il 9° edificio più alto di Dubai, mentre oggi è più basso del 100° edificio più alto: una lezione del cambiamento economico e sociale che ha ispirato lo skyline in continua evoluzione della megalopoli.