“Un dispositivo architettonico che provoca l'autocoscienza, offrendo quella vista a volo d'uccello su di un terreno comune, che può innescare un improvviso scatto di energia e ambizione collettiva. Offre anche un'ulteriore direzione di fuga: l'ascensione di massa.” Questo è Rem Koolhaas che racconta Coney Island nel suo Delirious New York. Più in specifico, racconta il meccanismo percettivo e psicologico generato da una certa torre, alta più di 90 metri, che, recuperata dalla dismissione della Centennial Celebration di Filadelfia, nel 1878 viene piazzata in mezzo alla nascente isola dei divertimenti, dando a chi saliva una presa di coscienza visuale di quella futura città delirante che il parco divertimenti appena più sotto già stava prefigurando. Ora, immaginiamo che forza può assumere questo meccanismo, nel momento in cui il dispositivo che lo genera inizia a muoversi. Nel momento in cui non sono più le persone a praticare l’ascesa, ma è proprio lo spazio circostante a salire assieme a loro.
20 ruote panoramiche che hanno fatto la storia
Dall’Esposizione Colombiana di Chicago fino all’Ain Dubai, un viaggio tra le macchine del divertimento nate come attrazioni temporanee e diventate oggi architetture permanenti dal grande carico simbolico.
Per l’Esposizione Colombiana di Chicago del 1893, George Washington Gale Ferris Jr., un ingegnere progettista di ponti, progetta l’attrazione destinata al ruolo di landmark che 4 anni prima a Parigi era stato della Tour Eiffel. Si tratta di una ruota di ferro alta più di 80 metri, che fa compiere a 36 cabine basculanti un doppio giro in 20 minuti. La ruota è a propulsione periferica — come saranno poi nella storia tutte le ruote di grande raggio — ossia a muoverla è la forza impressa sull’anello esterno, ed è appesa nel vuoto al suo perno centrale mediante raggi, come una ruota di bicicletta. Il successo è immediato ed enorme, tanto da rendere ferris wheel l’espressione inglese con cui si designano le ruote panoramiche. Riassemblata al Lincoln Park di Chicago, dove i fratelli Lumière la riprendono in un loro filmato, passa poi alla World Fair di St. Louis, per poi essere demolita nel 1906.
Foto: Congress Library via picryl.com
Un autentico fossile vivente della sua specie, la Ruota Gigante di Vienna viene costruita nel parco divertimenti del Prater dall’inglese Walter Bassett nel 1896, per il Giubileo d’Oro dell’imperatore Francesco Giuseppe. Sopravvissuta ad un piano di demolizioni di vent’anni successivo, sopravvivrà anche alla Seconda Guerra Mondiale, da cui uscirà ridimensionata nel numero di cabine che passa da 30 a 15, per arrivare così fino a oggi. Questo fa di lei la più vecchia ruota panoramica ancora in funzione, e dalla demolizione della Grande Roue di Parigi fino al 1985 l’ha resa anche la più alta al mondo (ca. 65 m).
Foto: Jannes Klingebiel on Unsplash
La Grande Roue de Paris è un’altra realizzazione di Walter Bassett successiva alla Riesenrad di Vienna: è infatti la nuova attrattiva che affianca Tour Efiffel e Galerie des Machines sul Campo di Marte per l’Esposizione del 1900. Non assumerà da subito il valore leggendario degli edifici suoi vicini, pur rimanendo per un certo periodo la ruota più grande al mondo (96m); la sua notorietà però arriverà con la Prima Guerra Mondiale, e le migliaia di cartoline inviate da soldati americani di stanza a Parigi che sceglievano di concedersi un giro panoramico. Smantellata poi nel 1920, le sue 40 cabine furono adibite ad abitazioni temporanee per gli sfollati di guerra.
Foto: La Grande Roue in una cartolina precedente il 1914. Prints and Photographs Division, Congress Library. wikimedia commons
Oltre che longeva, la ruota costruita ormai un secolo fa da Charles Hermann è anche eccentrica, e questo è un dettaglio non caratteriale ma tecnico: alcune delle sue 24 piccole cabine a gondola possono infatti scivolare lungo il raggio dalla circonferenza esterna verso l’asse. Non monumentale, coi suoi 46 metri di altezza, è però rimasta come vero e permanente simbolo dello spirito di Coney Island, assieme al Luna Park e alla Boardwalk: per questo nel 1989 le è stato conferito lo statuto di New York City landmark.
Foto: Tomas Eidvold on Unsplash
Viene costruita in occasione della Yokohama Exotic Showcase del 1989 e, perfettamente in linea con le estetiche dell’epoca, è anche un orologio digitale, alla scala urbana. Alta inizialmente 107 m, poi oltre 112 dopo la ricollocazione su una nuova base nel 1999, riapre dopo decenni la corsa alla ruota più alta, assieme alla Technostar di Tsukuba, realizzata 4 anni prima.
Foto: Nico Ga-Ang on Unsplash
Oltre all’eccezionalità dell’occasione (la celebrazione del nuovo millennio), c’è un altro aspetto a rendere unica questa ruota di 136, curata da Arup nella progettazione tecnica: è il luogo a determinarne la forma e le scelte tecnologiche. Per permettere una visione il più possibile libera del centro di Londra dalla South Bank dove si trova, la ruota ha sostegni da un solo lato (due puntoni convergenti da 58 m), e le sue cabine sono capsule vetrate esterne alla circonferenza, che ruotano sul loro asse orizzontale grazie a un motore elettrico. Si tratta di un grande inedito per l’epoca, che sarà ripreso da molte ruote panoramiche in anni successivi.
Foto: David Henderson on Unsplash
Il luogo è l’asset principale anche di questa ruota dai numeri altrimenti abbastanza convenzionali (è alta 53 m, ha 42 cabine climatizzate) : partendo da un “livello zero” che è di per sé un parco giochi —la stessa area di Clifton Hill è sviluppata come una vasta attrazione turistica — una volta in cima al suo giro trasferisce il astrae il pubblico dalla città e lo proietta in una esperienza totalizzante di paesaggio, affacciandosi sull’emiciclo delle cascate del Niagara. Un giro completo nell’entertainment, espresso come spazio costruito ma poi anche come natura spettacolarizzata con infrastrutture e spettacoli di luci.
Foto via cliftonhill.com
Questa ruota dalla ormai modesta altezza di 26 metri è parte del Pacific Park, il parco divertimenti che occupa il Santa Monica Pier, ed è l’unica al mondo ad essere alimentata ad energia solare. Già solare nella sua prima versione, in quella del 2008 ha aumentato l’efficienza energetica e si è dotata di un’illuminazione di 174.000 luci led.
Foto: Cameron Venti on Unsplash
Il “Bohai Eye” è la più spettacolare delle ruote panoramiche senza asse centrale: raggiunge infatti l’altezza di 145 metri issando 45 cabine su un grande anello reticolare spaziale d’acciaio, del peso di 4.600 tonnellate. È inoltre installata sull’impalcato di un ponte, il Bailang River Bridge, che apre la vista sul grande golfo di Bohai, la più profonda insenatura del mar Giallo.
Foto via pixabay.com
L’ “occhio di Dubai”, aperto nell’ottobre del 2021 come simbolo cittadino di Expo Dubai 2020, ha conquistato il titolo di più grande ruota panoramica al mondo, sottraendolo alla High Roller Observation Wheel di Las Vegas. Sviluppato da Hyundai Engineering & Construction e Starneth Engineering, raggiunge i 250 metri e può trasportare simultaneamente fino a 1750 passeggeri. Completa il progetto della Bluewaters Island, un insediamento residenziale e commerciale strappato al mare tra 2013 e 2018, completando la linea di costa di Jumeirah e Dubai Marina, assieme alla “vela” della Burj-Al-Arab, e alle isole artificiali della Palm Jumeirah.
Foto: Joel Ambass on Unsplash
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- Giovanni Comoglio
- 02 dicembre 2021
Nel frattempo, infatti, l’ingegnere americano George Ferris aveva creato nel 1893 la ruota panoramica per l’Esposizione di Chicago, legando per sempre il suo nome a quello del dispositivo delle meraviglie (in inglese la chiamiamo comunemente ferris wheel). Arriva a brevettarla un anno dopo che William Somers ne aveva installata una di legno proprio a Coney Island, sul modello vecchio di secoli delle norie, le “ruote di piacere” ottomane. Il fondatore del primo parco divertimenti di Coney, George Tyliou, vorrà comprare la ruota di Chicago, ma è già venduta ad altri, e allora ne farà costruire una simile in loco.
La meraviglia e il displacement percettivo sono probabilmente le ragioni per cui ancora dopo secoli paghiamo per salire dentro un anello di ferro che ci issa nel vuoto per decine di metri. Ma anche la temporaneità è una caratteristica fondamentale di questi dispositivi: montabili e smontabili, potrebbero non appartenere in fin dei conti a nessun luogo. Stesse leggi del mondo dell’intrattenimento, da cui provengono. Tutto questo fino a quando non arrivano luoghi, occasioni che trasformano alcune ruote panoramiche in oggetti permanenti di un qualche paesaggio, condizionando la loro forma come è successo con il London Eye, o coinvolgendo intere città in una gara di record da strapparsi reciprocamente di anno in anno, come a Yokohama, poi a Las Vegas e infine a Dubai. Ne abbiamo selezionate dieci che ci raccontano questa non così breve storia di ascensioni di massa, partendo con una Expo per finire con un’altra Expo, passando per parchi divertimenti, cascate e casinò.