In Groenlandia una prigione “aperta” al paesaggio

A Nuuk, nell’aspro terreno della capitale marittima della Groenlandia, un nuovo istituto penitenziario progettato dagli studi di architettura danesi Schmidt Hammer Lassen e Friis & Moltke, si cimenta nel difficile tentativo di umanizzare il sistema giudiziario attraverso espedienti spaziali.

Conosciuta come Anstalten, l’architettura è composta da una serie di edifici il cui orientamento e posizionamento segue i confini naturali del paesaggio roccioso lungo la costa del paese, 265 chilometri a sud del Circolo Polare Artico. La decisione di scorporare gli oltre 8.000 mq di programma in più blocchi ha dato modo agli studio di ripensare la tipologia penitenziaria come un piccolo villaggio, completo di residenze, spazi di lavoro, strutture educative e sportive, una biblioteca, un centro sanitario e una cappella. Con la catena montuosa e il fiordo Nuup Kangerlua da scenografia costante, anche l’accesso alla natura risulta immediato.

La volumetria urbana ambisce a ricreare il ritmo e la struttura della vita quotidiana, con la speranza di un facilitato reintegro nella società dei detenuti. Contemporaneamente, un alto livello di sicurezza sia per i detenuti che per il personale previene le fughe, gli ingressi illegali e il contrabbando. Le tre unità residenziali ospitano un totale di 76 detenuti, ognuno dei quali occupa stanze private di 12 metri quadrati, la maggior parte delle quali presenta una finestra senza sbarre e una vista senza ostacoli sul mare. Matericamente il progetto risulta caratterizzato dal forte contrasto tra la struttura in cemento e il rivestimento in pannelli di acciaio corten. “Il contrasto tra bellezza e ruvidità è stato un tema guida nella progettazione di Anstalten”, spiega Jette Birkeskov, partner associato di Schmidt Hammer Lassen. Internamente, invece, opere di artisti groenlandesi come Julie Edel Hardenberg, Miki Jakobsen e Aka Høegh, arricchiscono le aree comuni.