La statua della “Madonnina”, posta sulla guglia più alta del Duomo, a 108,50 metri d’altezza, è considerata il simbolo della città di Milano. Opera dello scultore Giuseppe Perego e dell’orafo Giuseppe Bini, dal 1774 domina e protegge la città da quello che una volta era il suo punto più alto. Dal diciottesimo secolo al 2010, il primato di “vetta più alta di Milano” è cambiato solo due volte, negli anni Cinquanta, con la Torre Breda e il Grattacielo Pirelli.
Dal 2010 a oggi è cambiata invece altre tre volte: con il Palazzo Lombardia (2010), la Torre UniCredit (2012) e la Allianz Tower (2015), che detiene attualmente il primato di grattacielo più alto della città con 242 metri (209 metri più l’antenna, che “ruba” qualche decina di metri).
Con i suoi 108,5 metri di altezza, la Madonnina è lo spartiacque che separa le semplici torri dai grattacieli: oggi troviamo a Milano 16 strutture più alte del Duomo. Di queste, metà è stata costruita negli ultimi anni. Se Torre Breda e il Grattacielo Pirelli sono due tra gli edifici alti che raccontano il boom economico e demografico del Secondo Dopoguerra, quelli eretti dal 2010 in poi indicano l’inizio di una nuova fase di rinnovamento, modernizzazione ed espansione urbana tutt'ora in corso.
La crescita in verticale della città è la metafora spaziale dei cambiamenti, delle ambizioni, delle energie di una città che negli ultimi anni, almeno prima della pandemia, sembrava non volersi fermare mai. Una Milano sempre più sicura di sé e della sua centralità e la sua capacità di essere protagonista delle relazioni e interconnessioni internazionali.
Alla già citata costruzione di diversi nuovi grattacieli in tempi recenti, c’è un altro fatto urbano che è significativo nel raccontare l’anima della città: il 5 maggio 2012 il collettivo dei Lavoratori dell'arte illumina di azzurro la Torre GalFa – grattacielo costruito nel 1959 e abbandonato da anni – e per pochi giorni lo trasforma nel cuore pulsante della cultura underground milanese.
Torre GalFa unisce le due fasi da noi raccontate: quella degli anni Cinquanta e dal 2010 fino all’arrivo della pandemia. Primo grattacielo con il curtain wall in Italia, la torre GalFa è diventata un nuovo e diverso simbolo di progresso, dimostrando che, a Milano, il grattacielo non è solo una questione di euro al metro quadro, ma è figlio di una volontà di guardare in alto.
Dal 2010, la nuova consapevolezza della possibilità di una “Milano Verticale” ha generato un grande – inedito – dibattito sia a livello locale sia nazionale.
In quello stesso anno è ad esempio nato il convegno internazionale Tall Buildings, di cui si è recentemente tenuta la decima edizione alla Triennale di Milano. Come cambierà la filosofia progettuale e costruttiva, il rapporto tra edifici alti e città esistente, come sviluppare soluzioni di ampio respiro urbano: sono alcuni degli argomenti affrontati annualmente dal convegno.
Milano Verticale è anche il titolo di una recentissima pubblicazione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, con contributi critici di Fulvio Irace e Jacques Herzog. Il libro affronta il tema della città alta in relazione alle grandi sfide della città contemporanea, come l'emergenza della questione ambientale, l’attenzione alla qualità urbana, la ricerca di un diverso rapporto fra il contesto naturale e quello costruito.
Come si svilupperà Milano nei prossimi decenni? Per il momento, la spinta della città verso l’alto non sembra volersi fermare. Serve quindi che il dibattito sia quanto più plurale, complesso e critico possibile. Come sempre, Domus si mette a disposizione come piattaforma di discussione.