Floatwing è una struttura su acqua che può essere utilizzata come studio o come casa, con tre camere da letto e due bagni. Naviga ad una velocità di 3 nodi ed è stata progettata con materiali e tecnologie che riducono le emissioni di carbonio. La casa ha un’autonomia di almeno sette giorni ed è in grado di produrre fino all’80% del suo fabbisogno energetico annuo.
18 architetture galleggianti, da Amsterdam a Seattle
Case, saune, parchi, spazi espositivi sull'acqua selezionati da Domus nel corso degli anni. Progetti da cui emerge una visione di costruzione differente, basata su un modello di fondazione alternativo.
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- La redazione di Domus
- 05 agosto 2021
Floatwing di Friday
Casa galleggiante VC di ANA architecten
Frutto dello studio olandese ANA architecten, questa vecchia nave motrice del 1957 è stata trasformata in una moderna casa galleggiante di 150mq con spazio per un’intera famiglia.
Floating Home di i29 architects
Il quartiere di Schoonschip ad Amsterdam è un nuovo villaggio galleggiante energeticamente autosufficiente. Qui, i29 architects ha progettato una casa a tre livelli sfalsati con facciate irregolari e superfici vetrate, posata direttamente sul canale.
WaterNest 100 di Giancarlo Zema
WaterNest 100 è un’unità galleggiante a basso consumo energetico di 100 mq, larga 12 m di diametro e alta 4 metri, realizzata interamente in legno lamellare riciclato e con un guscio in alluminio riciclato. A seconda della diverse esigenze può essere configurato come abitazione, ufficio, lounge bar, ristorante, negozio o spazio espositivo galleggiante.
Houseboat di BYTR
A Utrecht, lo studio olandese BYTR si è occupato del progetto di riqualificazione di una tipica casa galleggiante. Qui, i diversi ambienti si articolano intorno a un nucleo solido centrale attorno al quale sono disposte le scale e le stanze. La facciata è rivestita da listelli lignei di diversa larghezza e profondità, che generano una raffinata texture geometrica.
Moulin de la Forge di Bernard Desmoulin
300 mq di spazio per eventi e conferenze costruito su palafitte, sopra un lago: questo è il Moulin de la Forge dell’architetto Bernard Desmoulin. Un’architettura vernacolare e senza tempo, che usa il linguaggio familiare di una casa di pescatori per creare un’unione perfetta tra architettura e paesaggio.
Eco-hotel di Atelier Lavit
Il progetto di Atelier Lavit è una struttura alberghiera ecologica a pochi chilometri da Avignone. L’Eco-hotel si compone di dieci unità di legno prefabbricate, come delle capanne che si distribuiscono sulle rive del lago. Alcune galleggiando, altre sono sostenute da palafitte.
Creatura Project di Federico Forestiero & Mark David Torrens
Creatura è il progetto vincitore del concorso internazionale indetto da Beam Camp, un campeggio estivo per ragazzi nel New Hampshire, USA. Il team di concorso, formato da due studenti di architettura, ha progettato una micro architettura galleggiante dotata di meccanismi di movimento operati dai bambini. La realizzazione è avvenuta tramite una serie di parti prefabbricate, e l’intero processo ha avuto una durata totale di tre settimane.
Wa_sauna di goCstudio
Questa sauna galleggiante offre un’esperienza unica e una prospettiva diversa sul paesaggio. Alimentata da un motore elettrico con tre batterie da 12 volt, e riscaldata da una stufa a legna, può essere spostata o attraccata al ponte per godersi una sauna “tradizionale” nei laghi di Seattle.
Jellyfish Barge di Studiomobile
Jellyfish Barge è una serra agricola galleggiante che produce cibo senza consumare suolo, acqua dolce e energia. Pensata per comunità vulnerabili alla scarsità di acqua e di cibo, la struttura è costruita con tecnologie semplici e con materiali riciclati e a basso costo. Pensata per sostenere circa due nuclei familiari, è modulare, per cui un singolo elemento è completamente autonomo, mentre più serre affiancate possono soddisfare un’intera comunità.
Playground gonfiabile di WAO – Wild Architecture Objects
Questa installazione, parte di un parco divertimenti che si basa su esperienze multimediali, è composta da cinque zattere galleggianti dalle forme curve, collegate direttamente alle passerelle di uno dei percorsi acquatici del parco tematico. Ogni piattaforma dispone di tappeti elastici che promuovono il gioco e il movimento, che entra in sintonia con le oscillazioni dei gonfiabili sull’acqua.
Floating Island di Studio Fokstrot
Questo isolotto di 25 mq nel porto di Copenhagen ospita un albero di tiglio alto 6 metri. Il progetto fa parte del progetto Copenaghen islands, un arcipelago di piattaforme galleggianti di legno che supporterà diverse funzioni, reimmaginando il rapporto tra città e mare.
The Floating Island di OBBA
In occasione della Triennale Brugge 2018 lo studio coreano OBBA è stato incaricato di intervenire sul paesaggio storico della città: il risultato è The Floating Island, un padiglione lineare che galleggia sull’acqua. Il padiglione è composto da una piattaforma con un pavimento di legno, una struttura a telaio di metallo bianco e da tende di corda. Con The Floating Island il canale torna al centro dell’attenzione, permettendo nuove forme di relazione.
Little Island di Thomas Heatherwick & Signe Nielson
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Foto Michael Grimm.
Costruito su 132 colonne di cemento a forma di tulipano, il progetto da 260 milioni di dollari è il nuovo parco sulle rive del fiume Hudson a New York. Il pubblico può visitare gratuitamente Little Island per ammirare le sue 350 specie di fiori, godersi uno spettacolo all’anfiteatro da 687 posti sulla piattaforma o sedersi per un pasto a uno dei locali nella sua piazza centrale.
Isola delle Rose di Giorgio Rosa
Foto storica della piattaforma costruita da Giorgio Rosa (dal DVD L’Isola delle Rose, Gruppo Persiani Editore, 2009). In Domus n.971, luglio 2013
In primo piano, Giorgio Rosa. Nel 2009, l’ingegnere bolognese raccontò in un’intervista che voleva “costruire qualcosa che fosse libero da lacci e lacciuoli”
Isola delle Rose, dettaglio della struttura progettata e costruita da Giorgio Rosa. In Domus n.971, luglio 2013
Autoproclamata il 1 maggio 1968 la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, nel 1969 la piattaforma viene minata dai sommozzatori della Marina Italiana e fatta esplodere. Immagine da Domus n.971, luglio 2013
Resti della piattaforma demolita dell’Isola delle Rose. In Domus n.971, luglio 2013
I resti dell’Isola delle Rose, riscoperti nel 2009 a 13 m di profondità e fotografati per Domus il 18 giugno 2013 dai subacquei del Dive Planet di Rimini e Pesaro. Sono state identificate parti in laterizio e putrelle metalliche.
Resti laterizi dell’Isola delle Rose, riscoperti nel 2009 a 13 m di profondità e fotografati per Domus il 18 giugno 2013 dai subacquei del Dive Planet di Rimini e Pesaro.
Resti delle armature dell’Isola delle Rose, riscoperti nel 2009 a 13 m di profondità e fotografati per Domus il 18 giugno 2013 dai subacquei del Dive Planet di Rimini e Pesaro.
Durante il 1967, l’ingegnere Giorgio Rosa sviluppa e finanzia la costruzione dell’Isola delle Rose, un quadrato di 20 m di cemento in acque internazionali che fu la prima e unica Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose.
Oceanix City di BIG
Oceanix City è una città galleggiante concepita da un gruppo di esperti guidato da Bjarke Ingels e il suo studio, BIG. Una visione di città presentata alla conferenza New York UN-Habitat per esplorare soluzioni innovative per le città minacciate dall'innalzamento del livello del mare.
Floating University di Benjamin Foerster-Baldenius & Markus Bader
La Floating University (università galleggiante) si svolse tra maggio e settembre 2018 in un bacino per la raccolta dell’acqua piovana vicino all’ex aeroporto di Tempelhof, a Berlino. Ormai dismessa, le struttura venne usata come spazio di riunione per le visite di studenti e scienziati provenienti da varie università internazionali. In questa sede i partecipanti trovarono formazione sperimentale, nella prospettiva di formulare concezioni e idee per il futuro.
L’Atelier en mouvement di Atelier Pierre Thibault
A volte galleggiante, altre elevata su palafitte o posata sul terreno sia in verticale che in orizzontale, questa installazione può essere una zattera, un molo, una scultura o un rifugio. A volte i moduli si combinano per formare una struttura di grandi dimensioni, a volte rimangono separati. Coperta da un velo bianco, questa struttura aerea conduce in una serie di dialoghi poetici tra gli utenti, l’architettura e il paesaggio.