Situata al centro di Mazar-i-Sharif, la quarta più grande città dell’Afghanistan, la Gohar Khatoon Girls’ School è gestita dal Ministero dell’Educazione della provincia di Balkh, ed è stata integrata nel sistema scolastico nazionale.
La scuola delle ragazze
La Gohar Khatoon Girls’ School a Mazar-i-Sharif, Afghanistan, realizzata da un team multinazionale con un gruppo di studenti della University of Washington, è stata concepita con strategie ambientali per favorirne l’autosufficienza e consentire alla scuola di funzionare anche in circostanze difficili.
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- 13 novembre 2015
- Mazar-i-Sharif
Il progetto è stato realizzato da un team multinazionale proveniente da Afghanistan, Iran e Stati Uniti, ed è stato finanziato dalla Janet W. Ketcham Foundation and Sahar. Lo sviluppo progettuale della scuola è stata sostenuto da una ricerca condotta da studenti di architettura laureati presso la University of Washington.
Il nuovo complesso sostituisce un vecchio edificio che era in uno stato di estrema rovina ed espande la capacità di una storica e importante scuola della città. Il complesso di 1.600 mq offre spazio per tutti igradi di istruzione dalla materna allle superiori, e serve 3.000 studenti o più al giorno. Mazar-i-Sharif è sede di diverse università e la scuola Gohar Khatoon – che funziona come una porta aperta verso l’istruzione superiore – si è posizionata per diventare una istituzione chiave per educare diverse migliaia di donne e ragazze in un importante centro urbano.
Le scuole femminili sono già considerate il maggior contributo verso lo sviluppo dell’Afghanistan e queste istituzioni sono potenti strumenti per l’inclusione delle donne nella società afgana. Le scuole sono la cornice in cui le donne e le ragazze negozieranno questa transizione, e Gohar Khatoon è stata progettata per supportare questo processo, promuovendo la stabilità, il comfort, e l’impegno della comunità.
Grandi città come Kabul e Mazar-i-Sharif stanno assistendo alla scomparsa di spazio verde esterno a causa dell’urbanizzazione. La scuola risponde a questa carenza, offrendo l’accesso tanto necessario all’aria fresca, le piante e gli alberi. La scuola è spesso l’unico luogo in cui le donne sono autorizzate a socializzare fuori casa: gli spazi per le attività all’aria aperta forniscono un luogo culturalmente accettabile per la forma fisica; posti a sedere, e aree di raccolta sono stati progettati per promuovere l’interazione sociale tra le studentesse.
Il giardinaggio ha una lunga tradizione nella cultura afghana dell’educazione e diverse aree della scuola sono state piantumate con alberi da frutto con spazi destinati ad essere usati come orti e giardini curati dagli studenti. L’acqua è una risorsa preziosa nella città e tutto il lo spazio a verde è irrigato utilizzando le acque reflue a trattamento biologico.
Delle sessioni di presentazione e discussione del progetto hanno permesso alle studentesse di conoscere la loro nuova scuola e di partecipare al processo di progettazione. Anche l’arte è stata un mezzo importante per il coinvolgimento nella scuola. Inizialmente, l’arte in Afghanistan è stata prodotta quasi interamente da uomini, ma più recentemente, anche le donne sono state incoraggiate a perseguire interessi artistici. Un concorso per murales ha fornito a sei di queste artiste emergenti l’opportunità di installare il loro lavoro nelle scale centrali della scuola.
Molti bambini che vanno a scuola in Afghanistan devono farlo in condizioni meno che confortevoli. Le scuole sono spesso collegati a una limitata, o instabile energia elettrica, e queste istituzioni operano su quasi nessun bilancio, avendo spesso fondi insufficienti per il combustibile da riscaldamento. Per superare questi ostacoli, la Gohar Khatoon School è posizionata per massimizzare il guadagno di calore solare nei mesi invernali e la ventilazione naturale in estate e nelle mezze stagioni.
Le spesse pareti in muratura della scuola offrono un’elevata massa termica per assorbire e trattenere il calore. Una scala centrale in ogni blocco di aule forma uno “spazio soleggiato” che cattura il calore per riscaldare l’edificio in inverno. Aperture dal pavimento al soffitto nelle pareti e sulle porte permettono all’aria calda di circolare attraverso le aule esposte a nord. Le aule rivolte a sud ricevono abbastanza irraggiamento solare diretto per funzionare autonomamente.
Il raffrescamento è realizzato con una combinazione di ventilazione incrociata. Le grandi porte, alla fine delle scale possono essere aperte nei mesi più caldi, e aperture situate sopra i corridoi centrali, contribuiscono a muovere l’aria attraverso l’edificio.
Le facciate della scuola prendono spunto dalla ricca storia dell’Afghanistan di costruzioni luminose in muratura, le finestre multicolori riecheggiano le piastrelle vivaci della celebre Moschea Blu di Mazar-i-Sharif. Le facciate soddisfano anche il requisito pratico di bilanciamento della luce con guadagno di calore solare attraverso l’uso della profondità della parete, nonché le dimensioni delle aperture, massimizzando il guadagno solare in inverno e l’ombreggiatura delle superfici di vetro in estate. Soffitti in colori chiari aiutano anche a ottenere luce diffusa in tutte le aule.
Strategie costruttive ambientali favoriscono l’autonomia e l’autosufficienza e mettono la scuola in condizione di funzionare in circostanze difficili con poche risorse. Capitalizzare le risorse low-tech applicate sulla climatizzazione si traduce in un istituto affidabile che offre alle studentesse e al personale conforto a lungo termine.
Gohar Khatoon Girls’ School
Tiipologia: struttura scolastica
Architetto: Robert Hull, FAIA, in collaborazione con University of Washington, Department of Architecture
Architetto incaricato: Elizabeth Golden, Assistant Professor, UW
Team di progetto: Yasaman Esmaili, Christopher Garland, David Miller, FAIA
Cliente: Afghan Ministry of Education; Janet W. Ketcham Foundation / Sahar
Costruzione: Jason Simmons (Afghanistan American Friendship Foundation), Sayed Ali Mortazavy, Hussain Ahmady, Farkhonda Rajaby, Airokhsh Faiz Qaisary
Strutture: Solaiman Salahi
Illuminazione naturale: Michael Gilbride, UW Integrated Design Lab
Ventilazione: Allan Montpellier, PAE
carpenteria metallica: Jack Hunter
Ricerca sui sistemi: Mariam Kamara
Ricerca: UW Studio Participants – Bryan Brooks, Marcus Crider, Grace Crofoot, Sarah Eddy, Yasaman Esmaili, Christopher Garland, Mariam Kamara, Michelle Kang, Kevin Lang, Carolyn Lacompte, Benjamin Maestas, Jaclyn Merlet, Holly Schwarz, Mazohra Thami, Andrew Thies, Mackenzie Waller, Patricia Wilhelm
Completamento: giugno 2015