Container Village

A Bolzano, gli studenti della Facoltà di Design e Arti hanno sviluppato arredi e oggetti utili a vivere e lavorare in un container, dando vita a un "villaggio di container" nel cortile dell'Università.

Per diversi mesi, nel cortile della Libera Università di Bolzano, gli studenti della Facoltà di design e Arti hanno lavorato alla realizzazione di un piccolo villaggio composto da container.

A partire dall’idea del docente e designer Claudio Larcher, durante il corso Container village, gli studenti hanno sviluppato arredi e oggetti utili a vivere e lavorare in un container.

In apertura e sopra: "Container Village", Libera Università di Bolzano, 2013

La sfida è stata quella di provare a progettare arredi con caratteristiche specifiche come trasformabilità, trasportabilità, multifunzionalità, ecc., con la possibilità di poter sperimentare sul campo le idee che man mano sono state proposte. Grazie alla collaborazione con l’azienda altoatesina Niederstaetter, uno dei leader italiani nella distribuzione e preparazione dei container, gli studenti hanno realizzato prototipi e arredi funzionanti e hanno allestito i container a loro disposizione.

"Container Village", Insostenibile - Cassettiera progetto della studentessa Matilde Merlo. In uno spazio piccolo, come quello di un container, si cercano continue invenzioni per riuscire a depositare e immagazzinare tutte le cose che si ritengono utili. Questo progetto propone una 'soluzione' alternativa: avere meno cose. La cassettiera è composta da sette cassetti inutilizzabili, ognuno in modo differente (uno pieno, uno bucato, uno inclinato, etc)

Gli ambiti di sviluppo dei progetti sono stati sostanzialmente 3: living, working e svago (o cultura), sperimentando idee che tenessero sempre presente la sostenibilità e l’impatto ambientale dei progetti. Oltre agli arredi, le lampade per container, i sistemi per migliorare la situazione delle persone in ambiti di emergenza, sono stati progettati un terrazzo in legno di larice recuperato dai masi dell’Alto Adige, un piccolo orto, e una struttura di raccolta dell’acqua piovana per irrigare l’orto.

“Container Village”, Squolaro, progetto dello studente Matthias Gruber. Squolaro è il progetto di un banco per strutture scolastiche di emergenza, adattabile alle diverse età degli scolari: dai bambini fino ai ragazzi delle superiori. Inoltre ha un sistema di montaggio molto semplice ed immediato che, una volta smontato comporta un ingombro minimo per lo stoccaggio ed il trasporto.

Ai container è stata infine integrata anche un’opera di legno alta più di 15 metri e raffigurante un cavallo che l’artista milanese Duilio Forte ha creato con l’aiuto degli studenti.
 

"Container Village", <i>Abitat</i>, progetto della studentessa Veronica Spanò. Abitat è un sistema formato da un comodino di alluminio e una tenda da usare in situazioni di emergenze umanitarie. La brandina, una volta montata, diventa un pratico comodino completo di vano porta documenti e vano porta vestiti-oggetti sul quale potrà essere facilmente montata una piccola tenda che fornisce all'utente un po’ di intimità quando, a causa dell'emergenza, si è forzati a vivere in un piccolo spazio.
"Container Village", <i>Abitat</i>, progetto della studentessa Veronica Spanò. Abitat è un sistema formato da un comodino di alluminio e una tenda da usare in situazioni di emergenze umanitarie. Il comodino diventa un kit per contenere, una volta piegati, tenda e sacco a pelo al suo interno, per facilitarne il trasporto
"Container Village", progetto delle studentesse Anna Damoli e Chiara Gutierrez. Una scala e un tappeto uniti fanno nascere un separè. Per situazioni di spazio limitato come il container, la possibilità di sommare diversi arredi è molto importante, è così che un separè diviene scomponibile in due diversi oggetti, una scala, per ogni evenienza, e un comodo tappeto.
"Container Village", progetto delle studentesse Anna Damoli e Chiara Gutierrez. Una scala e un tappeto uniti fanno nascere un separè. Per situazioni di spazio limitato come il container, la possibilità di sommare diversi arredi è molto importante, è così che un separè diviene scomponibile in due diversi oggetti, una scala, per ogni evenienza, e un comodo tappeto.
"Container Village", <i>Fuori fase</i>, progetto dello studente Eugenio Moggio. <i>Fuori Fase</i> è un progetto di una seduta e una scrivania collegate da un cavo elettrico (che è anche parte strutturale della seduta) che obbliga l’utente a interrompere l’alimentazione di corrente non appena ci si alza dal lavoro.
"Container Village", <i>Fuori fase</i>, progetto dello studente Eugenio Moggio. <i>Fuori Fase</i> è un progetto di una seduta e una scrivania collegate da un cavo elettrico (che è anche parte strutturale della seduta) che obbliga l’utente a interrompere l’alimentazione di corrente non appena ci si alza dal lavoro.
“Container Village”, <i>Squolaro</i>, progetto dello studente Matthias Gruber. <i>Squolaro </i> è il progetto di un banco per strutture scolastiche di emergenza, adattabile alle diverse età degli scolari: dai bambini fino ai ragazzi delle superiori. Inoltre ha un sistema di montaggio molto semplice ed immediato che, una volta smontato comporta un ingombro minimo per lo stoccaggio ed il trasporto.
“Container Village”, <i>Squolaro</i>, progetto dello studente Matthias Gruber. <i>Squolaro </i> è il progetto di un banco per strutture scolastiche di emergenza, adattabile alle diverse età degli scolari: dai bambini fino ai ragazzi delle superiori. Inoltre ha un sistema di montaggio molto semplice ed immediato che, una volta smontato comporta un ingombro minimo per lo stoccaggio ed il trasporto.