Si è inaugurata lo scorso 25 ottobre l'esposizione dei progetti partecipanti alla seconda edizione del concorso internazionale su energie rinnovali e arte Land Art Generator Initiative (LAGI), patrocinato dal Dipartimento per i parchi della città di New York (New York City Parks & Recreation), promosso dai fondatori della associazione non profit Society for Cultural Exchange Robert Ferry e Elisabeth Monoian, per l'ideazione di un'opera di arte pubblica che produca energia da fonti rinnovabili, con scenario d'ambientazione il polmone verde di oltre 2.200 acri (più di 800 ettari, quasi tre volte Central Park) di Freshkills Park, Staten Island, restituito alla città attraverso il progetto di rinaturalizzazione ecologica dell'ex discarica più estesa del mondo.
Mentre a livello globale prende sempre più piede il discorso sulla legittimazione delle energie rinnovabili, tanto che il progetto Desertec ipotizza per il 2050 il completo raggiungimento di una copertura energetica da fonti rinnovabili (solare, termodinamico ed eolico) provenienti dal Nord Africa e Medio Oriente a favore delle regioni EU-MENA, nella Grande Mela nasce un progetto che, attraverso le 250 proposte presentate lo scorso 1° luglio al vaglio di una giuria internazionale (tra cui J. Corner e B. Ingels), ci racconta di come l'energia possa prendere forma trasformandosi in opera d'arte pubblica, educando contemporaneamente gli utenti verso il valore di una nuova estetica ibrida, che contempli un sempre maggiore utilizzo dei nuovi dispositivi per la produzione di energia pulita quali elementi integranti di nuovi paesaggi ibridi: i paesaggi energetici o paesaggi attivi.
LAGI: i vincitori
Una mostra con i progetti, vincitori e partecipanti, al concorso "Land Art Generator Initiative" dimostra come l'energia proveniente da fonti rinnovabili possa trasformarsi in opera d'arte pubblica. In questo caso, lo scenario è Freshkills Park, polmone verde di Staten Island.
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- Annacaterina Piras
- 19 novembre 2012
- New York
In Scene-Sensor (Crossing Social and Ecological Flows), primo premio degli artisti James Murray e Shota Vashakmadze (USA), gli utenti collaborano con la forza naturale del vento alla creazione dell'energia alternativa, attraverso una sorta di mega schermo/sensore/rilevatore, idealmente posizionato lungo il corridoio ottimale di flusso del vento, nel punto di confluenza tra il flusso antropico e quello naturale–ecologico, principali forze visibili e invisibili presenti all'interno del complesso ecosistema ibrido del parco. Uno schermo composto da pannelli riflettenti sostenuti da una cornice metallica, a mo' di campo energetico, registra la potenza e il continuo movimento del vento presente lungo il canale di confluenza dei due maggiori flussi, quello antropico e quello naturale, dandone una mappatura dello spostamento in tempo reale. I pannelli metallici, intrecciati con fili piezoelettrici urtati dal vento, insieme con il continuo movimento pedestre o ciclistico degli utenti in transito sia all'interno del dispositivo, che all'esterno nel ponte carrabile adiacente, grazie a trasduttori piezoelettrici, che simultaneamente percepiscono e raccolgono le forze delle pressioni al suolo, concorrono alla produzione dell'energia pulita, trasformando l'energia meccanica dell'ondulazione e del movimento in corrente elettrica per 12000 famiglie.
Fresh Hills, del californiano Matthew Rosenberg, vincitore del secondo premio, gioca sulla forma irregolare della discarica e dei tumuli ancora ben evidenti, replicando tridimensionalmente una sorta di rosa dei venti maggiormente presenti sul luogo. Il nuovo paesaggio attivo che ne scaturisce, deriva direttamente dalla forma ibrida del paesaggio ri-naturalizzato sottostante e consiste in un insieme di 20 turbine per la produzione di energia eolica disposte in corrispondenza dei maggiori flussi di vento presenti nell'area. La struttura è composta di alluminio riciclato e ricoperta da un guscio naturale realizzato con bambù proveniente direttamente da un foresta di Fargesia Rufa e Moso (specie autoctone particolarmente resistenti alla trazione dell'acciaio e con capacità portante tre volte maggiore dei moderni materiali strutturali lignei), messa a dimora al suo interno, cosa che permette conseguente notevole contenimento di costi per la gestione e ricambio di eventuali danneggiamenti del guscio dovuti ad agenti atmosferici o usura. Occupa una superficie totale di circa 30.000 mq, andando a soddisfare le esigenze energetiche di 250 famiglie newyorkesi (produce 288 MW all'anno), eliminando contemporaneamente 7280 tonnellate di emissioni di CO2 all'anno.
Terzo premio e menzione speciale, Pivot degli artisti Ben Smith e Vee Hu sfrutta le continue fluttuazioni del sistema acqua-terra all'interno dell'ambiente più complesso del parco: il continuo sprofondamento della discarica e il contemporaneo innalzamento del livello marino intorno, utilizzando la forza del vento e la pressione antropica quali elementi principali responsabili della produzione di energia pulita. L'installazione è composta sostanzialmente da due percorsi, circa 9 ettari al limite tra terra e mare, protetti da una copertura piezoelettrica che raccoglie l'energia del vento incanalandola lungo tutto il tragitto, grazie a un tessuto arancio translucido composto da 155 cavi di fibra di carbonio contenenti nervature rinforzate con resine che alloggiano pile di dischi di ceramica piezoelettrici. Tale copertura posta a circa 70 metri dalla piattaforma sottostante, riflettendo il 95% delle radiazioni benefiche che la attraversano, permette la massima insolazione e la conservazione della fauna locale. L'installazione che rimanda vagamente alle opere di Christo Running Fence, The Gate e Over The River, inviluppa i fruitori in una sorta di flusso colorato rendendoli compartecipi della creazione dell'energia pulita per 2,578 MWh all'anno.
Ultima menzione speciale e quarto premio è spettato a 99 Red Balloons, proposta del team canadese composto da Scott Rosin, Meaghan Hunter, Danielle Loeb, Emeka Nnadi, Kara McDowell, Jocelyn Chorney, Indrajit Mitra, Narges Ayat, Denis Fleury. Si tratta di 99 generatori fotovoltaici a forma di palloni che poeticamente svolazzano per circa 40 ettari sopra la superficie nord del parco creando uno "stravagante landmark", visibile da aria, terra e mare. L'installazione, attraverso l'espediente del gioco e dell'interazione, permette ai visitatori di compartecipare al processo di produzione di energia rinnovabile: i palloni, composti da una membrana di resina organica (100% riciclabile) e ricoperti di cellule solari trasparenti (tecnologia brevettata dal MIT), ideati per potere essere percepiti a grande distanza, alti circa 15 metri, larghi circa 12 e fluttuanti dal suolo per 100, sono raggiungibili attraverso camminamenti sopraelevati dal terreno che, oltre ad evitare il minimo impatto ai danni della copertura della discarica sottostante, mimetizzano il network di cavi elettrici interni ad una pedana piezoelettrica che, al solo calpestio, attiva il sistema. Luci al LED inserite all'interno dei dispositivi permettono la costante percezione dei palloni durante le ore serali e notturne a costante richiamo della continua attività e stato di generazione di energia pulita che l'installazione produce.