Su James Allen Walter non esiste una pagina di Wikipedia. Su di lui, non c'è ricerca di Google che fornisca informazioni. Per ora, l'eredità di James Walter è affidata alle case che ha progettato e costruito nella parte meridionale e in quella settentrionale della California (almeno 32, che io sappia) e ai proprietari che vi abitano. Se si parla con questi proprietari oggi, di Walter ne dicono di tutti i colori: Howard Roark (quest'ultimo lo citano tutti), Buckminster Fuller, talento grezzo, brillante, versatile, senza compromessi e testardo. Raccontano di Walter che viene a pranzo e discute delle sue idee, descrive le sue lotte per costruire secondo la sua visione. Jaime e Dana Rummerfield, che vivono in una casa di Walter del 1965 a Nolden Avenue (nel quartiere di Eagle Rock, nella parte orientale di Los Angeles) ricordano Walter indicare la cima del loro terreno ed esclamare: "È lì che ho litigato con l'ispettore. Proprio lì". Hanno conosciuto Walter nel 2003, subito dopo aver acquistato la casa. Bussò alla porta e dichiarò: "Il nome sull'elenco è sbagliato", ed era vero, "Voglio che sia ben chiaro: sono io ad aver progettato la casa". Dana lo invitò immediatamente a entrare. Benché temporaneamente a prova di bambino a uso del loro figliolo di sette mesi, la casa a pilastri e travature, su livelli sfalsati, di Jaime e Dana ha poche barriere; anche i due bagni sono separati solo da una vasca con divisori scorrevoli trasparenti. La parete 'posteriore' è una spettacolare vetrata alta più di tre metri e mezzo che dà sul canyon e, oltre, sulla città; nessun'altra finestra segna le pareti laterali (a quanto pare un motivo di polemica tra Walter e l'edilizia codificata degli anni Sessanta). Walter ha progettato questa casa con un atteggiamento da voyeur, afferma Jaime. "Credo che non volesse riservatezza all'interno della casa. Scatenamento." Allo stesso tempo, entrare in casa dall'esterno è difficile: come in altre abitazioni di Walter che ho visto, l'ingresso principale non è chiaramente indicato; è volutamente difficile da trovare. Gli interni sono resi tanto più sorprendenti dalla semplicità degli esterni e dai percorsi d'ingresso che preparano allo spettacolo.
Il modernismo dissidente di James Walter
A James Walter più della fama importava avere il controllo sugli edifici che progettava. La sua eredità sono 32 residenze eccezionali sparse per la California.
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- Katya Tylevich
- 26 gennaio 2012
- Los Angeles
Questo spazio, come altri di Walter, è segnato dalla tensione tra l'idea di casa come 'porto' e quella di 'scena aperta'. È anche giocato sul suo particolare talento per cavalcare la difficile topografia dei versanti collinari. La casa Nolden è situata su un pendio molto scosceso che si avvita come una spirale. Come dice Dana, "Non era un'architettura da costruire a caso; era un problema da risolvere. È perfettamente organica al luogo e all'epoca in cui è stata costruita. È un'opera d'arte in continua evoluzione", conclude.
Ho avuto il piacere di parlare con James Walter nell'ottobre del 2009, quando gli telefonai per fissare un incontro. Dovevo tornare a Los Angeles dopo due settimane, gli dissi, e al mio ritorno mi sarebbe piaciuto parlare delle sue opere e delle sue idee progettuali. Trascorremmo quasi un'ora a discorrere della varietà della sua carriera. Per formazione era industrial designer, mi raccontò, scrittore e narratore nato. "L'architettura è una forma di racconto", affermò. Si scusò per non essere in grado di parlare più liberamente al momento: lo avevo colto in un 'bruttissimo posto'. Più tardi, seppi da sua figlia Laura che il posto era un ospedale. Era malato, anche se non lo diceva mai. Prima di riappendere, dissi a Walter che contavo di continuare la conversazione. Ma quando tornai a Los Angeles era morto, a 78 anni. "Io non uso la parola facile", mi aveva detto quel giorno prima di salutarmi. "Nulla di ciò che ho fatto è mai stato facile. Io vado avanti come pare a me".
Io non uso la parola facile. Nulla di ciò che ho fatto è mai stato ‘facile’. Io vado avanti come pare a me
Con Walter, parlammo soprattutto della sua casa A-Frame, la casa dalla struttura a spioventi di Killarney Avenue, situata sul versante meridionale del monte Washington, nella parte meridionale di Los Angeles. In origine, nel 1964, Walter l'aveva progettata per un celebre ballerino e per la sua compagna. Alla fine degli anni Novanta, ricapitò nella proprietà e la trovò sotto sequestro e, come disse, "in disarmo". Ricomprò la casa dalla banca e la riprogettò completamente. "Qualche volta, quando si lavora con un committente, bisogna fare quel che non si vorrebbe", mi confessò. "Beh, quando mi capitò di ritrovare la casa ero a un punto diverso della mia evoluzione di progettista: 'Faccio come mi pare, quando mi pare'. Walter cambiò tutto, tranne il tetto e le solette e fece sabbiare tutte le superfici e le travature dei soffitti di legno riportandole a una calda tonalità miele scuro. Come nella casa Nolden il nuovo progetto della casa A-Frame è aperto in tutti i sensi: niente porte e nemmeno stanze di convenzionale concezione intima; niente parapetti sulle scale. La parete sul lato della strada è motorizzata e si apre per diventare un ponte esterno svelando il bagno, i servizi igienici e il lavandino all'interno. Come nella casa Nolden, le vedute della città dalla parete vetrata sul versante della collina sono straordinarie e il confine tra interno ed esterno è labile. "Questo tipo di struttura è difficile da costruire perché non si adatta ai modi di costruire tradizionali", mi spiegò Walter, "Ma dato che possiedo una preparazione da industrial designer sapevo come agire per il meglio. È una struttura molto inconsueta".
La coppia Italiano-Thomas, che acquistò la casa A-Frame nel 2005, sarebbe stata d'accordo. Come mi dice Graciela Italiano-Thomas: "Dal punto di vista culturale, questa casa non si adatta alla mentalità tradizionale americana. La maggior parte delle persone vuole una camera da letto padronale, grandi armadi, marmo e soluzioni d'avanguardia. Ma noi comprendiamo e apprezziamo l'eleganza di tanta semplicità. Non andiamo in cerca di comodità esotiche. Preferiamo stare come stiamo qui: perfettamente integrati nell'ambiente". Certamente la casa non è da tutti. Ci sono voluti diciotto mesi per trovare gli acquirenti giusti. Nel frattempo, l'agente immobiliare Robert Bacon (già architetto alla Craig Ellwood, ora agente della società immobiliare Crosby Does Associates) divenne amico di Walter che, su invito di Bacon, era presente quando si trattava di far vedere la casa. Bacon lo aveva conosciuto grazie alla casa Nolden. "Era uno spazio che mi lasciava di sale", racconta l'agente davanti a un caffè nella parte occidentale di Los Angeles. "Pensavo: devo conoscerlo". E così fu. E poi conobbe molte altre delle sue case. Dice Bacon di Walter: "Per me ciò che fa di una cosa un'architettura davvero importante è quello che Louis Sullivan definiva 'la chiarezza della semplicità', dove l'anima della casa si fa immediatamente evidente. Non occorre fermarsi a pensarci o analizzarla, lo si capisce immediatamente".
Naturalmente, nella sua prolifica carriera Walter
costruì anche case con porte e armadi ed elementi
più 'convenzionali'. Non meno sperimentali né
meno moderne della casa Nolden e della casa
A-Frame, queste case (come quella di Doreen
Siodmak del 1967 e quella di Ernest Vargas del
1971, che entrambi ne furono i committenti
originari e tuttora ci abitano) illustrano lo scopo
dell'opera di Walter. Come mi ha detto Bacon,
"Tutto ciò che Jim faceva aveva l'aroma della
creatività: non della creatività frivola, ma di
quella seria. Avrebbe potuto diventare molto più
grande, ma scelse di non esserlo per conservare
la possibilità di fare esattamente ciò che voleva".
Bacon, quando vendette la casa A-Frame, chiese a
Walter una nota biografica, per spiegare meglio la
sua formazione e la sua prospettiva progettuale.
Walter gli diede una dichiarazione che suscita più
domande che risposte. E così se un giorno Walter
avrà il riconoscimento e la pagina di Wikipedia che
merita, potrebbe essere scritta così:
James Allen Walter
Laureato all'Art Center School of Design di
Los Angeles. Industrial Designer, architetto,
costruttore, artista d'avanguardia, scrittore,
filosofo, fotografo, designer d'arredamento, grafico,
stilista di abbigliamento esotico, collezionista
d'automobili, illustratore, maestro artigiano,
acrobata da circo e aspirante pilota d'elicottero.
James Walter Allen scoprì il suo interesse per
l'architettura durante l'adolescenza in una fattoria
dell'Ohio. Sistemando le balle di paglia nel fienile
del vecchio magazzino del tabacco creava castelli
fatati con stanze nascoste e gallerie segrete.
Questo imprinting sulla sua vivace fantasia gli ha
ispirato uno straordinario senso dell'avventura
in parecchie delle varie discipline che ancora oggi
lo spingono ad addentrarsi in territori inesplorati
ricchi di eccitanti possibilità. Katya Tylevich, Critica di architettura e design