Leggi qui la serie dei commenti alle cartoline, tra questi quelli di Geoff Manaugh, Saskia Sassen, Bruce Sterling.
Qualche anno fa in una bancarella dell'usato ho trovato un film in VHS. Di quel film non
ricordo più il titolo né il regista. Ricordo però la trama e la produzione indipendente,
probabilmente newyorkese. Raccontava l'incontro di due uomini in fuga dalle rispettive città in cui erano nati e
cresciuti. Il parigino scappava da un Europa troppo chiusa in se stessa e incapace di
slanci creativi per raggiungere New York, un luogo dove rinascere. Il newyorkese,
invece, stremato dai ritmi di una città senza anima, voleva trovare pace a Parigi. Non
riuscii a finire il film poiché il VHS risultò essere danneggiato.
L'indomani ritornai tra i banchi della fiera e rovistando alla rinfusa lo sostituii con 'La
doppia vita di Veronica' di Krzysztof Kieslowski.
Vidi quel film la sera stessa. È la storia di due donne che abitano in luoghi diversi
dell'Europa – Parigi e Cracovia – e inconsapevolmente sentono le emozioni, l'una
dell'altra. La trama del film s'intrecciò in me con quella dei due uomini alla ricerca di un
luogo dove vivere meglio.
Le pulsioni umane di questi due film scardinano ogni logica politica e geografia.
Ho selezionato le immagini del Project Heracles avendo in mente l'idea del film di
Kieslowski: persone che abitano in luoghi diversi e che si alimentano vicendevolmente
alla ricerca di un luogo dove vivere meglio.
Uomini che non necessariamente si aiutano o soccorrono, ma che, senza saperlo, si
scambiano pure e semplici emozioni.
Cartolina #85. [immagine in alto] I tecnici chiamano questi "morti fisiologici", quasi a farli diventare
naturali. Gu Junchen per queste anime in pena ha immaginato una nave rifugio che
ospita chi ne ha bisogno. Al centro, una cupola per il culto di qualsiasi religione. Questa
Caronte mai pensata oggi si rende necessaria. Una nave Emergency in grado di salvare
le anime che nel silenzio assoluto si stanno inabissando.
Project Heracles #8
Salvatore D'Agostino commenta una selezione di cartoline inviate per il concorso Project Heracles.
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- Salvatore D'Agostino
- 03 ottobre 2011
Cartolina #52. [immagine sopra] Due anime che lentamente si sedimentano, una stalattite e una stalagmite. Nessun intervento dall'uomo che in questo caso diventa attento spettatore, in attesa dell'ultima goccia di calcare. Maistralis Evangelos-Alexandros e Neratzouli Anna fotografano quell'attimo o forse la matericità di un'azione della natura.
Cartolina #99. [immagine sopra] Gli unici muri che l'uomo accetta, ed anzi sfida, sono quelli creati dalla natura. Di questo ne è convito Lizheng. Lui ne immagina uno vegetale che sorge spontaneamente sullo stretto. Attraversarlo implica una sfida.
Ho selezionato le immagini del Project Heracles avendo in mente l'idea del film di Kieslowski: persone che abitano in luoghi diversi e che si alimentano vicendevolmente alla ricerca di un luogo dove vivere meglio.
Cartolina #125. [immagine sopra] Per chi da anni vive nel cuore del Mediterraneo, sa che ogni sbarco di chi cerca una speranza in altre terre ne cela molti altri andati male. Sa che il Mediterraneo è un cimitero di navi mai approdate. La concrezione selvaggia di navi immaginata da Mirko Tattarini Monti svela le vite che abitano gli abissi di chi si è perso in mare.
Cartolina #33. [immagine sopra] Credo che un uomo, anche in un luogo inospitale, possa trovare pace, l'unico luogo in cui non può trovare pace invece è davanti ad un muro. Ogni muro eretto contro gli uomini è un monito -moniméntum- alla stupidità. E un uomo davanti un muro ha il diritto di abbatterlo. Manolis Baboussis lo abbatte, costruendo un labirinto di muri da abbattere semplicemente attraversandoli.
Cartolina #198. [immagine sopra] "In fondo non sono molto diversi" dice García Vázquez Hugo ma non si riferiva a quel maledetto fondo del mediterraneo dove le parole sono abitate in modo diverso dagli uomini. Concetti come libertà, pace e fede assumono significati diversi per ogni uomo sia esso asiatico, africano o europeo che si affaccia in questo bacino. Un'immensa metropoli multiculturale che ha bisogno di una piazza dove incontrasi. Cartolina
Cartolina #134. [immagine sopra] Una piazza sospesa, eterea, immaginifica che progetta lo Studio Afa. Uno spiazzo vuoto denso di case e banchetti. Un'anima civica che accomuna tutte le città che si affacciano nel Mediterraneo.
Cartolina #46. [immagine sopra] L'ultima cartolina è di Benjamin Cadena la sua visione ci riporta alle
trame che ho trovato nella bancarella di paese. L'idea di persone che abitano città
diverse e che, nel loro cercare un luogo dove vivere bene, si possono raccontare i propri
destini, senza inabissarsi nell'indifferenza.
Salvatore D'Agostino, curatore di Wilfing Architettura