“Ho visto le migliori menti della mia generazione prendere appunti sulla app Note dell’iPhone”. Parafrasare Allen Ginsberg non è poi paradossale, in questo caso. La beat generation cambiò radicalmente il design della scrittura, con gli esperimenti di Burroughs con il cut up per esempio, o di Jack Kerouac con la scrittura automatica – On the Road fu scritto su un unico rotolo di carta, in un flusso di coscienza che durò venti giorni, condito da abbondanti dosi di caffè e benzedrina. Sappiamo bene come i beat ebbero un certo qual influsso sul design milanese – la storia di Memphis è nota –, forse siamo meno consapevoli che quando facciamo un copia incolla, incaselliamo i nostri .ppt o .xls nei vari folder, o chiediamo a una intelligenza come ChatGPT di scrivere qualcosa per noi – beh, c’era chi faceva cose simili, ma in analogico. A quasi sedici anni dal lancio del primo iPhone, Apple ha introdotto Freeform, una app multipiattaforma per schizzare idee che verrà distribuita da qui in poi in bundle con i suoi principali sistemi operativi – ovvero iOS, iPadOS e MacOS. È il simbolico segno che consacra una tendenza in corso, quella di un crescente bisogno di piattaforme per prendere appunti e fare sketch direttamente sui dispositivi digitali, superando di fatto l’utilizzo della carta, o almeno marginalizzando l’oggetto fisico a funzioni specifiche o velleità collezionistiche – insomma, quello che succede già con il vinile e in qualche modo anche con i libri cartacei. Nessuno del resto pensa che nel prossimo futuro carta e penna scompariranno – i fan delle Moleskine cartacee possono dormire sogni tranquilli.
Guida ai dispositivi digitali che stanno prendendo il posto dei quaderni
Abbiamo selezionato device e app che permettono di ridurre l’uso della carta, o di usarla in modo più intelligente, sfruttando la potenza e degli strumenti digitali e la comodità del cloud.
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- Alessandro Scarano
- 18 gennaio 2024
Dispositivo pioniere di tutto questo è sicuramente reMarkable, un tablet in inchiostro elettronico disegnato per essere “meglio della carta”, come hanno raccontato i suoi creatori a Domus. Lanciato nel 2016 da una startup del nord Europa, pensato per sfruttare i miglioramenti degli schermi e Ink in senso produttivo, mentre prima erano soprattutto utilizzati come pagina elettronica degli ereader, reMarkable nasce come una idea di nicchia, si diffonde attraverso il passaparola e potenti campagne di comunicazione su Instagram, raggiungendo la maturità hardware con la seconda versione (reMarkable 2, del 2020) e conquistando utente su utente grazie a una interfaccia azzeccatissima e funzioni sofisticate, ancora oggi in evoluzione. Ha determinato il successo di reMarkable soprattutto la sua capacità mimetica: il tablet restituisce all’utente la confortevole sensazione tattile di scrivere sulla carta. Ma con tutta la duttilità e la comodità del digitale.
Negli ultimi anni, abbiamo visto molte grandi aziende del tech dotarsi di un proprio “remarkable”, come per esempio il MatePad Paper di Huawei, o Scribe, una nuova versione XL e con pennino del Kindle di Amazon. Ma ci sono anche alcune aziende proprio specializzate in questo genere di dispositivo, come Boox, che ha recentemente lanciato un blocco digitale che sfrutta uno schermo di inchiostro elettronico a colori – una novità di cui si parla da anni, e che potrebbe esplodere nell’immediato futuro. Supernote, invece, punta tantissimo sull'interazione con la community e sul costante aggiornamento con nuove funzioni del software su cui si basano i suoi dispositivi, in taglio A6 e A5. Per chiudere, è giusto tornare alla app Note dell’iPhone, che resta una ottima idea di blocco digitale, soprattutto grazie alla capacità di integrare schizzi, testo scritto dalla tastiera e foto scattate con la potente fotocamera dello smartphone Apple. Chi ha insistito di più sulla possibilità di trasformare lo smartphone in un moderno blocco digitale è però Samsung, prima con la serie Note, e poi con l’estensione del pennino S-Pen agli altri flagship, i Galaxy S e i pieghevoli Z Flip e Fold.
Apple, dal canto suo, non ha mai introdotto uno stilo per iPhone – “Who wants a stylus” è una celebre affermazione di Steve Jobs – ma l’ha fatto per gli iPad, dal Mini al Pro a quelli “normali”, trasformandoli in sofisticate macchine da disegno grazie alle Apple Pencil, perfette per prendere appunti o disegnare schizzi o annotare testi a mano. GoodNotes 5, quinta versione di una celebre applicazione per prendere appunti, è tra le migliori app del 2022 per il tablet di Apple secondo Cupertino.
Ratta, tra i più interessanti dispositivi della categoria, ha completamente rivisto il “piccolo” della famiglia Supernote, affiancando al suo flagship formato A5: il nuovo Nomad che ha una diagonale di 7.8, corrisponde a un A6 circa. Per capirci, sono più o meno gli stessi tagli dell’iPad e dell’iPad Mini. Nomad offre la stessa interfaccia del fratello più grande, anche se ovviamente la user experience su un dispositivo più piccolo non può essere la stessa: in questo caso il relativo spessore del device - Supernote è più “alto” del suo diretto competitor ReMarkable - offre qualche sfida nell’utilizzo su un piano, come un tavolo o un banco, perché fa da scalino e non si sa dove appoggiare il palmo della mano mentre si scrive o disegna. Nulla che non si possa risolvere prendendo un po’ di dimestichezza. Per il resto vale quanto avevamo scritto per il Supernote A5 X, sia nei pregi sia nei difetti di un sistema dalle grandi potenzialità ma con una curva di apprendimento importante.
Tre sono le novità che Supernote introduce con questo modello. La prima è la possibilità di sostituire la batteria, una scelta ecologica che allunga la longevità del dispositivo. La seconda è la nuova pellicola Feelwrite 2, tecnologia cruciale nella simulazione dell’esperienza-carta su questo dispositivo digitale. Ratta la presenta come ruvida, autoguarente e antiriflesso. Di certo ha bisogno di qualche giorno di utilizzo - e quindi di “autoguarirsi” per qualche tempo - prima di diventare veramente performante. Supernote del resto è un dispositivo di cui ci si innamora lentamente.
Terza innovazione che Ratta innesca con il Nomad è una seconda barra touch sulla sinistra dello schermo, oltre a quella oramai “classica” che permette di accedere a un menù rapido e altre semplici funzioni. Questo nuovo elemento invece può essere usato per cancellare l’ultima azione fatta o ripristinarla e navigare tra le pagine. In un dispositivo dotato di una certa complessità di interfaccia e che punta tanto a offrire un vasto raggio di possibilità all’utente, un approccio divergente rispetto al minimalismo di ReMarkable, sarebbe forse interessante se in futuro venissero offerte ulteriori possibilità di personalizzazione. Inoltre, debutta con questo nuovo dispositivo l’applicazione Atelier, dedicata a chi usa il tablet per disegnare. È la seconda applicazione dopo quella che permette di leggere libri Kindle sul Supernote.
Nomad è un dispositivo elegante, bianco, con un retro trasparente che mostra i componenti interni e ricorda vagamente l’estetica di Nothing di Carl Pei. Ha vinto la medaglia d’oro dei German Design Awards nella categoria design di prodotto, cartoleria. Non è propriamente tascabile, ma più facile da trasportare dispetto a un dispositivo da 10”, e può diventare un blocco degli appunti universali da tenere nella tasca della giacca o in una piccola borsa. Viene venduto con una selezione di stilo di Supernote – tra cui uno con punta retrattile – e Lamy. Sulla custodia folio è presente una asola dove inserire la penna, che non ha un aggancio magnetico a differenza di quelle della maggior parte della concorrenza.
Amazon ritorna al formato xl, già sperimentato più di una decade fa con Kindle DX e integrando una nuova funzione di note e appunti con penna. Il risultato è Scribe, dispositivo dalla grande qualità di costruzione: bella la finitura della scocca, ottimo il display retroilluminato, forse ci si poteva aspettare di più dalla penna, un po’ grossolana nelle linee e con una punta parecchio dura. Le cornici sono abbastanza sottili su tre lati, quella più spessa a sinistra è utile per l’impugnatura.
Ben studiato nella parte fisica, Scribe delude nel comparto software, che risulta estremamente basico: pochi template di pagina preinstallati, pochi strumenti di scrittura e disegno – solo una penna, un evidenziatore e una gomma – e nessuna opzione di copia incolla o zoom. Un mezzo disastro, insomma. In più, non si possono prendere direttamente note scrivendo sulle pagine dei libri, come per esempio sul diretto competitor Elipsa di Kobo, ma si deve ricorrere a dei post it virtuali, creando un layer poco agevole da consultare. Anche sottolineare diventa complicato con lo stilo. Lo salvano due cose: l’integrazione della enorme libreria Kindle su un dispositivo di questo genere e la fluidità del tratto. Si disegna e scrive bene come su reMarkable, con il plus di uno schermo illuminato.
La maggior parte dei blocchi digitali basati su schermi di carta elettronica usa un pennino EMR, una tecnologia a risonanza magnetica brevettata da Wacom. Tuttavia, molti dei pennini che vengono forniti con questi dispositivi non sono granché, o finiscono per essere persi. Una ottima alternativa è quella offerta da Staedler, che ha ridisegnato la sua matita più celebre per l’età degli appunti digitali, creando un ottimo strumento di scrittura dal prezzo non eccessivo. Esiste anche una versione jumbo con una “gomma digitale” sulla sommità (sì, funziona).
In un contesto di blocchi note digitali sempre più mainstream, questo è il dispositivo che ne rilancia il lato pioneristico. L’ha creato Onyx Boox, azienda cinese specializzata in questo genere di device: il suo Note Air C è tra i più apprezzati tablet E Ink con Android. La peculiarità di Nova Air C è di avere uno schermo di carta elettronica a colori, tra i primi dispositivi a utilizzare questo tipo di tecnologia di cui si parla da anni. Il comparto software, però, è tutt’altro che sperimentale, trattandosi della rodatissima personalizzazione Android di Boox, con tantissime opzioni (forse troppe) e alcune soluzioni comodissime, come la possibilità di condividere al volo un appunto via QR code. Nova Air C è un agile blocchetto digitale che entrerà in quasi tutte le borse con i suoi 8 pollici scarsi di schermo.
La possibilità di utilizzare il colore, anche nella forma limitata da una tecnologia ancora tutt’altro che perfetta, risulta utile sia nelle note di testo, sia a chi preferisce non ridursi al bianco e nero quando c’è da fare un disegno veloce. Sia chiaro: questo non è un iPad Mini versione E Ink. Uno schermo di carta elettronica a colori è ancora lontano anni luce dalla resa anche del più scarso dei tablet. Limitato alle sue funzioni base, il Nova Air C è un dispositivo fantastico. Ma soprattutto con le app di terze parti spesso ci si trova a dovere aggiornare manualmente la visualizzazione di una pagina perché si intravede il “fantasma” della precedente sullo sfondo. Leggere un libro illustrato o un fumetto è una esperienza decisamente deludente.
Se Onyx avesse limitato le funzioni, raffinato l’applicazione per la lettura degli epub e snellito le opzioni in quella dei blocchi note, che è un guazzabuglio di possibilità, bloccando le app di terze parti, forse sarebbe forse stato meglio. La soluzione di Boox, in piena continuità con l’approccio cinese al design delle esperienze digitali, è stata di riempire l’interfaccia del Nova Air C di possibili funzioni, lasciando all’utente la decisione se usarle. Molte alla fine sono deludenti e il risultato è un compromesso. Un compromesso che resta tuttavia molto affascinante.
Lanciato nel 2020, è ancora il punto di riferimento della categoria. Trovi qui l’intervista di Domus al Chief Designer Officer, Mats Herding Solberg.
Da anni è la migliore applicazione per prendere appunti o schizzare un’idea su iPad. Presenta svariati strumenti per la scrittura e sfrutta alla grande gli avanzatissimi schermi dei tablet di Apple. Ha un sistema di riconoscimento della scrittura che permette di fare ricerche veloci all’interno dei documenti e la nuova versione è gratis per i primi 3 blocchi note creati. Utile per chi vuole avere tutto su un unico dispositivo, risente soprattutto nella parte di scrittura del fatto che il feeling della Apple Pencil sullo schermo non è quello di una penna sulla carta: ok per disegnare, un po’ meno per scrivere. Inoltre, le batterie degli iPad, con cui facciamo parecchie cose, vanno ricaricate spesso, mentre un dispositivo dedicato sarà quasi sempre carico nel momento del bisogno.
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Ramesh Mantha, VP di Kobo, ha raccontato a Domus il nuovo lettore/blocco digitale dell’azienda, che permette di prendere appunti direttamente sulle pagine dei libri, ma non aveva convinto per reattività e piacevolezza dell’esperienza. La funzionalità di scrittura è presente anche sul più piccolo Kobo Sage, che ha uno schermo da 8 pollici.
È la nuova app di Apple per schizzare idee o lavorare insieme alla costruzione di un progetto. Integrando scrittura, disegno, foto ed elementi grafici, funziona come una lavagna bianca e permette di prendere appunti, lavorare a un brainstorming, costruire un moodboard o una sceneggiatura, ed è pensata in particolare per i creativi. Dà il suo meglio con una Apple Pencil, e quindi è perfetta su iPad, e mette la collaborazione tra più persone tra i suoi asset centrali. È gratuita e inclusa nell'ultimo aggiornamento di iOS 16.