Michele De Lucchi è nato a Ferrara nel 1951, primogenito di otto fratelli. Si è laureato in architettura a Firenze e si è trasferito a Milano all’inizio degli anni Settanta: migrazioni che hanno contribuito al formarsi di un particolare DNA. Da Padova e dal Gruppo Cavart si sposta a Firenze nel territorio delle avanguardie radical e, successivamente, a Milano dove nel 1978 incontra Ettore Sottsass, l’Olivetti e poi Memphis. Queste migrazioni sembrano però non lasciare tracce evidenti nella sua personalità di progettista, a differenza di altri giovani colleghi, che continuavano (e continuano tutt’ora) a muoversi in quella che io chiamo Sott-Art: un procedimento compositivo costituito da una sorta di Neoplasticismo variopinto, decorato e giocoso che Ettore Sottsass ha praticato fin dagli anni Sessanta.
Michele Bauman
Quello di De Lucchi è un design nel quale le nuove tecnologie e quelle tradizionali si alternano senza frizioni, mosse da una serena intelligenza. Possiamo definire questo scenario come il frutto più maturo di quella “modernità liquida” di cui parla Bauman nel 1999: una modernità che prende la forma di ciò che la contiene.
Lampada in metallo colorato non più in produzione, ora al Vitra Design Museum
Foto Tom Vack
Modello in legno parte di una collezione di 11 elettrodomestici mai prodotta Foto Giorgio Molinari
Tavolino in legno laminato e laminato plastico, collezione del Centre Georges Pompidou, Parigi
Foto Stuzio Azzurro
Sistema di mobili per ufficio progettato con Ettore Sottsass e Theo Gonser
Divano con struttura in legno rivestito con laminato plastico e metallo
Foto Studio Azzurro
Vaso in vetro soffiato disegnato per la collezione Memphis e poi andato in produzione
Foto Studio Azzurro
Sedia con struttura in metallo e schienale in legno laccato, Centre Georges Pompidou, Parigi
Anello in oro e pietre preziose, parte di una collezione di nove gioielli
Vaso in marmo e pietra disegnato per l’azienda toscana sotto l’art direction di Adolfo Natalini
Foto Tom Vack
Lampada in alluminio con sistema di equilibratura a molle, progettata con Giancarlo Fassina
Appendiabiti progettato con Tadao Takaichi, parte di una serie di oggetti e attrezzature per ufficio
Disegnato con Elisa Gargan, è realizzato con la tecnica della ceramica a colaggio Foto Luca Tamburini
Libreria “Dedicato alla letteratura”, parte degli elementi disegnati per la mostra “Finenovecento”
Foto Tom Vack
Divano e poltrona della collezione Joyce, progettata con Elisa Gargan
Lampada in vetro, tuttora in produzione, progettata con Mario Rossi Scola
Computer portatile disegnato con Hagai Shvadron e chiamato originariamento Libro Foto Mario Carrieri
Registratore di cassa progettato con Bruce Fifield e realizzato in tre varianti
Sedia interamente realizzata in faggio natural tenendo conto delle specularità delle venature
Servizio olio e aceto progettato con Masahiko Kubo e realizzato in porcellana bianca
Computer portatile in ABS. Ricerca materico-cromatica di Clino Trini Castelli
Chiosco multimediale in poliuretano espanso, con Antonio Macchi Cassia ed Enrico Quell
Foto Federico Brunetti
Lampada in vetro soffiato a bocca e metallo cromato lucido, progettata con Mario Rossi Scola Foto Luca Tamburini
Vaso in vetro soffiato di Murano e base in metallo, progettata con Alberto Nason e Mario Rossi Scola Foto Luca Tamburini
Una lampada concettuale e ironica che utilizza componenti industriali già finite Foto Michele De Lucchi
Centrotavola realizzato con quattro piatti uniti da un manico in metallo. Laboratorio del Ready Made Foto Luca Tamburini
Stampante a getto d’inchiostro compatta, di forma cilindrica, progettata con Masahiko Kubo Foto Luca Tamburini
Vaso della collezione “A che cosa servono i vasi da fiori?” progettata con Alberto Nason
Foto Luca Tamburini
Divano e panca in legno di faggio e cuoio, progettati con Silvia Suardi Foto Luca Tamburini
Contatore elettronico progettato con Sezgin Aksu. Il display ha due LED segnalatori Foto Mario Carrieri
Lampada realizzata in vetro satinato e metallo, in due dimensioni, progettata con Alberto Nason Foto Michele De Lucchi
Lampada a sospensione in vetro soffiato opalino, progettata con Gerhard Reichert
Lampada con paralume in carta pergamenata, progettata con Mario Rossi Scola e Alberto Nason Foto Luca Tamburini
Sistema di segnaletica e comunicazione progettato con Sezgin Aksu e Philippe Nigro
Lampada con diffusore sferico sorretto da uno, stelo luminoso, progettata con Huub Ubbens
Foto Miro Zagnoli
Scrivania della serie per ufficio progettata con Angelo Micheli e Giovanni Battista Mercurio
Foto Mario Carrieri
Linea di calici composta da tre pezzi, progettata con Alberto Nason Foto Enrico Suà Ummarino
Sistema di mobili contenitori per casa e ufficio in alluminio e MDF progettato con Philippe Nigro Foto Luca Tamburini
Sgabello e colonna appendiabiti in multistrato di betulla progettati con Philippe Nigro
Foto Michele De Lucchi
Tavoli in massello di rovere trattato al naturale, progettati con Davide Angeli
Foto Michele De Lucchi
Maniglia per porte e finestre in ottone finitura cromo, progettata con Philippe Nigro
Poltrona, divano e dormeuse da esterni progettata con Philippe Nigro
Libreria realizzata in edizione limitata di sei esemplari e progettata con Philippe Nigro Foto Ruy Teixeira
Vaso della collezione Vento, in vetro soffiato con effetto ottico, progettato con Alberto Nason
Foto Luca Tamburlini/Polifemo fotografia
Tavolo in noce con finitura a olio progettato con Davide Angeli
Sedia per ufficio in alluminio e materiale plastic progettata con Sezgin Aksu e Philippe Nigro
Foto Angelo Parsani
Lampada a sospensione formata da sei cilindri mobili progettata con Alberto Nason Foto Amendolagine Barracchia
Vassoio da muro in noce canaletto da appendere progettato con Alberto Nason
Foto Mario Carrieri
Libreria realizzata con le briccole di Venezia, progettata con Philippe Nigro
Lampione dal profilo a corona progettato con Philippe Nigro e Davide Angeli Foto Amendolagine Barracchia
Coppe in porcellana in tre versioni, firmate e numerate, progettate con Philippe Nigro Foto Alessandro Digaetano
Lampada a sospensione con circuito stampato di supporto ai LED, progettata con Alberto Nason Foto Miro Zagnoli
Pianoforte con cassa in faggio laccato ebano, progettato con Philippe Nigro
Foto Govin Sorel
Attaccapanni pieghevole con appendiabiti ad altezze differenziate, progettato con Alberto Nason Foto Michele De Lucchi
Sedia in frassino naturale con sedile in tre variant materiche, ispirata alla Carimate di Magistretti
Foto Maria Vittoria Backhaus
Gruppo lavabo della collezione caratterizzata da basi piramidali, progettato con Philippe Nigro
Lampade da terra e da lettura con paralume in tessuto, progettate con Alberto Nason Foto Yann Deret
Vassoio di ispirazione architettonica in legno di bambù progettato con Marcello Biffi Foto Alessandro Milani
Poltroncina pieghevole disegnata per il Padiglione Unicredit di Milano con Alberto Nason
Caffettiera progettata, con Marcello Biffi, per migliorare le proprietà organolettiche del caffè Foto Santi Caleca
Scrittoio in rovere concepito come una postazione di lavoro funzionale e autosufficiente
Foto Mario Carrieri e Pietro Carrieri
Scrittoio in rovere concepito come una postazione di lavoro funzionale e autosufficiente
Foto Mario Carrieri e Pietro Carrieri
Faretto tecnico progettato con Alberto Nason in due dimensioni e tre aperture di fascio
Foto Miro Zagnoli
Tavolo operativo per quattro postazioni con una gamba centrale, progettato con Davide Angeli
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- Andrea Branzi
- 26 novembre 2018
- Michele De Lucchi
L’approdo (forse provvisorio) di Michele è invece del tutto diverso. In piena stagione Memphis diventa il responsabile design della Olivetti, conserva una capacità straordinaria di progettare best-seller per l’industria (nel 1987 progetta la serie Tolomeo per Artemide, attualmente la lampada più diffusa al mondo, basata su snodi e giunti di sua invenzione), tra il 1993 e il 2015 fonda e dirige il proprio marchio Produzione Privata per cui disegna raffinati oggetti in vetro e ‘giocattoli’ in piccola serie realizzati con componentistiche elettriche. All’inizio del XXI secolo collabora con molte industrie dell’arredo, sia domestic che contract, e progetta interni per servizi pubblici (poste, stazioni ferroviarie, banche).
Progressivamente, Michele si concentra però anche su modelli e strutture in legno, spesso autoprodotti o pezzi unici. La sua modalità di lavoro si affina, fino a realizzare grandi architetture o infrastrutture lignee, eleganti e leggere. I volumi si svuotano per diventare sapienti gabbie, lievi e ironiche. Il lavoro complessivo di Michele De Lucchi costituisce un paesaggio variegato, ma anche straordinariamente unitario, testimonianza di una capacità di attraversare condizioni professionali diverse con intelligenza lucida e ambizione sicura.
Il design Italiano è l’unico in Europa a conservare questa capacità di declinare processi produttivi tra loro molto differenziati, derivati da una post-modernità che non nasce da una posizione teorica, ma da un’attitudine spontanea che si alimenta di un sistema particolare, dove l’industria della grande serie e l’artigianato sperimentale costituiscono un unico territorio integrato. Questo insieme di possibilità ha trovato nel lavoro di Michele una magnifica unità, non solo linguistica ma sensitiva, intuitiva, l’abilità di declinare ogni opportunità tecnologica in maniera originale e inaspettata. Tutto è leggero e non incontra mai la rigidità del Razionalismo, quanto piuttosto una “funzionalità poetica” sorprendente, elegante ma non edonistica.
Quello di De Lucchi è dunque un design nel quale le nuove tecnologie e quelle tradizionali non sono mai in contraddizione, ma si alternano senza frizioni, mosse da una serena intelligenza. In altri tempi avremmo potuto definire questa attitudine come cristiana, cioè semplice e luminosa, istintiva e sapiente. Oggi possiamo definire questo scenario come il frutto più maturo di quella “modernità liquida” di cui parla Zygmunt Bauman nel 1999: una modernità che non possiede una forma propria, ma prende quella di ciò che la contiene.
De Lucchi, curiosamente, si ritiene discepolo di Ettore Sottsass, con il quale ha avuto una lunga frequentazione, umana e professionale. Ma mentre Ettore ha sempre lavorato su un codice formale definito, Michele varia con leggerezza i temi e le forme del suo linguaggio, passando dai prodotti industriali alle casette in legno, dal lavoro in studio al suo laboratorio artigianale di Angera, dove abita con la famiglia. Ogni sera lascia Milano e raggiunge il Lago Maggiore in treno; ogni mattino ritorna a Milano con lo stesso mezzo. Ho sempre ammirato questa sua regolarità, la sua capacità di sacrificio fisico per quel piacere di lavorare, sia con le mani sia con gli strumenti elettronici, che è la base del suo design, della delicatezza dei suoi manufatti e dei suoi ambienti.
In questo senso, non è facile capire la filosofia profonda del suo lavoro, il suo essere contemporaneamente progettista professionale, artigiano indipendente, artista imprevedibile, collezionista raffinato, docente universitario e ora direttore di Domus: fragile, ma forte. È una figura internazionale ma insieme fortemente latina, mediterranea e italiana. Veneto e milanese, riservato e coraggioso sperimentatore. Forse è inutile cercare una chiave unica di interpretazione: con la sua lunga barba da profeta e il suo modo di vestire come un elegante professionista borghese, Michele De Lucchi sembra sfuggire agli stereotipi più consolidati del designer che nasce con le avanguardie e finisce per spostare il concetto stesso di avanguardia.
Sinerpica, Alchimia, 1978
Asciugacapelli, Girmi, 1979
Kristall, Memphis, 1981
Icarus, Olivetti Synthesis, 1982
Lido, Memphis, 1982
Antares, Toso Vetri d’Arte, 1983
First, Memphis, 1983
Anello, Cleto Munari, 1985
Sholapur, Up&Up, 1985
Tolomeo, Artemide, 1987
Segmenti, Kartell, 1989
Vaso bianco, Produzione Privata, 1990
Finenovecento, Design Gallery Milano, 1991
Ulisse, Moroso, 1991
Luna, AVMazzega, 1993
Philos 44, Olivetti, 1993
RCF 150B, Olivetti, 1993
Sedia 1993, Produzione Privata, 1993
Duo Piccante, Rosenthal, 1994
Echos 40, Olivetti, 1994
MK Sys, Mael Tecnost (Olivetti), 1995
Acquatinta, Produzione Privata, 1996
Basequadra, Produzione Privata, 1997
Treforchette, Produzione Privata, 1997
Petali, Produzione Privata, 1997
Artjet 10 (XP 30), Olivetti, 1998
Artemisia, Produzione Privata, 1999
Piazza di Spagna, Poltrona Frau, 2000
Contatore, Enel, 2001
Fata, Fatina, Produzione Privata, 2001
Logico, Artemide, 2000
Macchina Minima n. 8, Produzione Privata, 2001
Koala, Caimi Brevetti, 2002
Castore, Artemide, 2003
MDL, Unifor, 2004
Laetitia, Arnolfo di Cambio, 2004
Layout, Alias, 2004
Bisonte, Produzione Privata, 2005
Benedetto, Riva 1920, 2007
Tool, Colombo Design, 2007
Dehors, Alias, 2008
Montefeltro, Design Gallery Milano, 2008
Scirocco, Produzione Privata, 2008
Vegan, Riva 1920, 2009
Norma, Alias, 2009
Noto, Artemide, 2009
Via Omero 38, Produzione Privata, 2009
Briccolone, Riva 1920, 2010
Crown, iGuzzini, 2011
Coppe della filosofia, Manufacture de Sèvres, 2011
Led Net, Artemide, 2011
Lirico, Manufacture des pianos Pleyel, 2011
Tanti saluti, Produzione Privata, 2011
Donzella, De Padova, 2013
Titian, Rubinetterie Stella, 2012
Pantographe, Hermès, 2014
Quattro muri e due case, Alessi, 2014
298, Cassina, 2015
Pulcina, Alessi, 2015
Secretello, Unifor, 2015
Secretello, Unifor, 2015
Tycho, Artemide, 2016
Teamer, Unifor, 2016