La cappella-capanna di San Giacomo

L'austera e minuscola (5 x 3 metri) architettura si trova nel paesaggio bavarese e, posta all’inizio di una lunga via di pellegrinaggio diretta a Santiago de Campostela, offre riposo, riparo e un suggestivo luogo contemplativo.

Michele De Lucchi, con Marcello Biffi, Francesco Faccin e Giuseppe Filippini, Cappella di San Giacomo, Privato, Auerberg, Fischbachau (Germania), 2010 - 2012

Nell’uno e nell’altro caso, questa minuscola (5 x 3 metri) cappella-capanna dedicata a San Giacomo si trova nel paesaggio bavarese, verde e pettinato, all’inizio di una lunga via di pellegrinaggio diretta a Santiago de Campostela.
La cappella offre riposo e riparo allo stanco camminatore o ciclista ed è essenziale sia nei materiali sia nei simboli. Le sue dimensioni ingannevoli confondono i rapporti tra edificio e paesaggio.  Vengono in mente, per associazione, i mini-edifici religiosi costruiti negli anni passati dagli svizzeri Christian Kerez e Peter Zumthor. 

La cappella, prima ancora di essere una cappella, contiene i tratti di una piccola casa. Per questo ha un suo portale che protegge l’ingresso; per questo stabilisce un rapporto visivo e ideale con il territorio dal quale arriviamo o verso il quale ci incamminiamo; per questo De Lucchi stabilisce con esattezza la posizione di una panca interna come punto di contemplazione. La domesticità e l’umanità sono i tratti salienti di questa architettura sacra.

Proprio come fosse un modello, la cappella non offre al viandante né acqua corrente o sanitaria, né elettricità. Non vi sono gronde o pluviali e le fondazioni (a giudicare dai disegni) sono all’osso. 

La scelta di due materiali a chilometro zero, il legno di rovere e la pietra di puddinga, riveste un doppio significato, culturale ed ecologico insieme. 
La puddinga, nota nell’arco alpino settentrionale come Nagelfluh, è una pietra sedimentaria che allo stato naturale è ruvida e tagliente, ma che una volta tagliata in grandi lastre acquista un calore estetico simile a quello di un cemento finemente lavorato. Per De Lucchi la puddinga fa insieme da struttura e da decoro dei muri, e rimanda alla sua idea ibrida di costruzione, a metà tra industria e artigianato. Con il robusto legno di rovere sono state realizzate parti funzionali come il pavimento e la scala, la panca, i serramenti dai pattern diversi che giocano con la luce e l’archetipico soffitto a capriate. Materiali più preziosi sono riservati ai pochi simboli religiosi e architettonici come il fonte battesimale in marmo e la mensola marcapiano (che svolge anche un ruolo strutturale) e il portale dell’ingresso, ambedue in bronzo. 

Cappella di San Giacomo. Schizzo preparatorio di Michele De Lucchi, matita su carta
Cappella di San Giacomo. Schizzo preparatorio di Michele De Lucchi, matita su carta

La solidità minerale della cappella in quanto monumento si contrappone alla preziosità del disegno di certi suoi dettagli (per esempio, l’impronta fossile della conchiglia della capasanta di San Giacomo). Un’altra contrapposizione che De Lucchi ben descrive è quella tra il lento moto a piedi dei pellegrini (che entrati nella cappella, salgono la scala), e la loro immobilità mentre, seduti sulla panca, contemplano e onorano il crocefisso incorniciato dalla dolce scenografia del paesaggio bavarese.

Progetto:
Cappella di San Giacomo
Programma:
edificio religioso
Luogo:
Auerberg, Fischbachau (Germania)
Architetti:
Michele De Lucchi, con Marcello Biffi, Francesco Faccin e Giuseppe Filippini
Superficie :
15 mq
Completamento :
2012

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